Nuova fase di crescita del commercio mondiale
Il 2017 rappresenta uno spartiacque tra un periodo di stagnazione della domanda mondiale e una nuova fase di crescita
Published by Luigi Bidoia. .
Great Recession Global demand Forecast Global economic trends
Log in to use the pretty print function and embed function.
Aren't you signed up yet?
signup!
Nei giorni scorsi è stato pubblicato sul
Sistema Informativo Ulisse
l'ultimo esercizio di previsione sul commercio estero, realizzato da StudiaBo.
Questa previsione dei flussi di commercio estero per mercato e prodotto
è basata sullo scenario di previsione macroeconomico, pubblicato lo scorso mese
dal
Fondo Monetario Internazionale (IMF).
In questo articolo, dopo una sintetica presentazione delle caratteristiche
del nuovo scenario macroecomico di IMF e delle possibili dinamiche in termini di commercio estero,
verranno illustrati alcuni aspetti riguardanti la probabile evoluzione delle esportazioni italiane.
Migliorano le prospettive per le economie avanzate.
L'elemento che caratterizza lo scenario di previsione IMF di gennaio 2018, rispetto al precedente di ottobre 2017, è una netta revisione al rialzo della crescita prevista per l'area delle economie avanzate. Per quest'area, infatti, si prevede nei prossimi anni una crescita a tassi compresi tra il 2 e 2.5%, a fronte di una crescita inferiore al 2% secondo il precedente scenario. La revisione al rialzo più consistente riguarda:
- Stati Uniti, con tassi di crescita previsti superiori al 2.5%;
- Germania, con tassi di crescita previsti maggiori del 2.0%;
- Italia, con una crescita compresa tra 1 e 1.5%.
Per il primo paese la revisione riflette gli impatti positivi sull'economia che l'IMF ritiene possa produrre la riforma fiscale voluta dall'amministrazione Trump; per la Germania, essa riflette un ciclo di domanda interna più intenso del previsto ed i successi sui mercati esteri. Anche per l'Italia i successi sui mercati esteri sono alla base della revisione delle previsioni di crescita.
La maggior crescita prevista per gli Stati Uniti ha portato ad una revisione della crescita del Canada, atteso ora crescere a tassi superiori al 2%, e del Messico, le cui prospettive di crescita si avvicinano al 3%. La maggior crescita della Germania, dell'Italia e dei paesi dell'Europa Centro Orientale ha portato a rivedere al rialzo la crescita dell'area Euro, prevista svilupparsi nei prossimi anni a tassi superiori al 2%. Dopo i buoni risultati del 2017 (+1.7%), anche il Giappone dovrebbe mantenere nei prossimi anni un profilo di crescita non inferiore all'1%, allontanandosi dall'area di deflazione.
I paesi emergenti asiatici rimangono la locomotiva della crescita mondiale.
Nelle previsioni di gennaio 2018, l'IMF ha confermato sia la forte crescita
del 6.5% dell'area asiatica dei paesi emergenti (Cina, India
e Sud Est asiatico),
che una crescita prossima al 3% per i paesi emergenti non asiatici.
Questa conferma riflette le già indicate revisioni al rialzo per Messico e Europa Centro Orientale,
e una revisione al rialzo significativa per l'Arabia Saudita. Per questo paese si prevede una
rapida uscita dalla recessione del 2017 e un ritorno alla crescita
già nel 2019 a tassi superiori al 2%,
grazie agli aumenti registrati dal prezzo del petrolio.
Viceversa, il peggioramento della situazione politica,
culminato con le recenti dimissioni del presidente Zuma,
hanno portato gli analisti dell'IMF ad essere più pessimisti
sulle prospettive del Sud Africa,
la cui crescita è prevista ora non superare l'1%.
Nel nuovo scenario è confermato un prezzo del petrolio WTI prossimo ai 60 dollari a barile e un cambio
dollaro/euro prossimo a 1.2.
Superato l'anomalo e lungo periodo di stagnazione, la domanda mondiale in euro dal 2017 è ritornata su un sentiero di crescita prossimo al 5%.
Il grafico che segue riporta la dinamica della domanda mondiale espressa in euro dal 1965 ad oggi e le previsioni per il prossimo triennio.
Esso mette chiaramente in luce come la crescita della domanda mondiale del 2017 (+6.2%)
abbia interrotto un lungo periodo anomalo, tra il 2012 e il 2016, in cui la domanda mondiale,
espressa in euro, non è aumentata.
In questi quattro anni, l'unica strada possibile per un paese per
aumentare le proprie esportazioni,
e quindi trovare sui mercati esteri un fattore di sostegno alla propria crescita,
è stata quella di guadagnare quote di mercato, a scapito dei paesi competitori.
Dal dopoguerra ad oggi, l'economia mondiale non aveva mai sperimentato un periodo
così lungo (oltre 4 anni),
in cui la domanda mondiale in valore non aveva registrato aumenti.
Il 2017 rappresenta, quindi, uno spartiacque tra un periodo anomalo
di prolungata stagnazione della domanda mondiale e uno normale,
in cui essa è prevista crescere, in euro, a tassi prossimi al 5%.
Rischio politiche protezionistiche
Non si deve, tuttavia, sottovalutare il rischio che le politiche protezionistiche introdotte dall'amministrazione Trump trovino emulatori in altri paesi. Fino a che queste politiche rimarranno contenute a pochi casi, gli effetti sulla dinamica del commercio estero saranno molto limitati. Il rischio di una loro propagazione però esiste e dovrà essere monitorato.
Le imprese italiane sono in grado di intercettare la nuova fase di crescita della domanda mondiale.
Negli ultimi anni la dinamica delle esportazioni italiane ha evidenziato una ritrovata competitività del Sistema Italia, portando a ritenere probabile che le imprese italiane possano svolgere un ruolo da protagoniste in questa nuova fase di sviluppo del commercio mondiale. Il grafico che segue riporta la dinamica delle esportazioni italiane prevista nello scenario di previsione StudiaBo, pubblicato nei giorni scorsi.
Come risulta dall'analisi del grafico, il tasso di crescita delle esportazioni italiane nell'immediato futuro dovrebbe risultare prossimo al 5%. Solo nel 2018, l'apprezzamento dell'euro si tradurrà in un aumento delle esportazioni italiane (misurate in euro) leggermente minore.