E’ il momento delle monete rifugio
Le crescenti tensioni geopoliche e commerciale spingono i capitali verso le monete rifugio.
Published by Luigi Bidoia. .
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E’ terminata una nuova settimana caratterizzata da elevate tensioni geopolitiche,
che vedono molti paesi contrapporsi agli Stati Uniti: Turchia, Iran e Russia per motivi politici;
Cina per motivi commerciali.
In questa situazione, gli investitori tendono a privilegiare i titoli denominati
nelle valutate ritenute maggiormente solide: Franco svizzero e
Yen, oltre che, naturalmente,
il dollaro.
Quest'ultimo ha trovato sostegno anche nel previsto aumento dei tassi di interesse,
reso probabile dalla bassa disoccupazione e da un’inflazione vicina all'obiettivo
della Fed del 2 per cento.
Nei confronti dell’ euro,
il dollaro nei giorni scorsi si è rafforzato fino a 1.13, per poi chiudere la settimana
a 1.14 dollari per euro.
Ma è soprattutto nei confronti dei BRICS e delle altre economie emergenti
che il dollaro si sta rafforzando.
Come risulta dal grafico qui riportato, ai cambi di oggi, tutte le valute dei
BRICS risultano significativamente deprezzate verso il dollaro,
sia in un ottica di medio periodo (6 mesi),
che in un’ottica di breve (2 mesi) e di brevissimo periodo (2 settimane).
Variazioni dei tassi di cambio verso il dollaro |
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Tra queste, gli interventi della banca centrale russa hanno consentito di stabilizzare
il rublo su valori di poco inferiori a 68 rubli per dollaro.
Il più penalizzato è stato il Rand sudafricano
che, in poco più di una settimana, ha perso il 10%.
La Lira turca, dopo aver aperto la settimana
su valori che si sono avvicinati a 7 lire per dollaro,
ha registrato un recupero nei giorni scorsi chiudendo la settimana a 6.17.
La banca centrale turca è intervenuta per contenere le azioni speculative,
senza però aumentare i tassi di interesse, come preteso dal presidente Erdogan.
Completamente opposta è stata la politica seguita dalla Banca Centrale argentina
che, in una riunione a sorpresa il 13 agosto, ha alzato il tasso di interesse di riferimento
dal 40 al 45 per cento, dopo che il Peso
aveva toccato il nuovo minimo storico contro il dollaro USA a seguito della crisi valutaria in Turchia.
Nonostante questo aumento dei tassi di interesse, il peso ha continuato a deprezzarsi
nel corso della settimana fino ad avvicinarsi a 30 peso per dollaro.
Se si considera che la valuta argentina aveva iniziato il 2018 su valori inferiori a 20,
è chiara la portata di questa nuova crisi valutaria.