Guerra Commerciale: quali prospettive per il sud est asiatico
La prospettiva di una guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti potrebbe generare crescenti opportunità per alcuni paesi del sud est asiatico, ma anche possibili costi
Published by Marzia Moccia. .
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La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina rischia di generare importanti cambiamenti nel panorama mondiale, modificando gli equilibri esistenti non solo tra i
due Paesi, ma coinvolgendo anche paesi terzi ad essi economicamente legati.
Sotto i riflettori finiscono quei paesi del sud est asiatico che hanno un paniere di export simile per composizione a quello cinese o che risultano fortemente
integrati nella catena del valore delle imprese del Dragone.
Un effetto diretto delle misure tariffarie introdotte dagli Stati Uniti è, infatti, l’emergere di nuovi opportunità di export verso gli USA per i paesi
del sud est asiatico, grazie alla riduzione delle quote di mercato detenute dalle imprese cinesi. Tuttavia, al tempo stesso, la potenziale contrazione dell’attività
produttiva dell’economia cinese, a seguito dell’introduzione dei dazi americani, potrebbe generare un effetto indiretto su quei paesi della regione
che rappresentano i principali fornitori di input e prodotti intermedi delle imprese cinesi.
I due effetti sono di segno opposto: se da un lato l’effetto diretto genera un incremento di benessere nell’economia,
dall’altro l’effetto indiretto potrebbe invece tradursi in una perdita per l’economia locale.
Solo l’analisi dell’esposizione di ciascun paese ai due effetti, consente di cogliere le possibili prospettive per i paesi del sud est asiatico.
Secondo le stime, a beneficiare maggiormente della contrazione delle esportazioni cinesi potrebbero essere Vietnam, Filippine
e Cambogia grazie a una struttura delle esportazioni fortemente simile a quella cinese e un’attività di esportazione verso gli USA non trascurabile;
ma anche Taiwan, Singapore, Malesia e Thailandia risultano ad alto potenziale. Questi paesi potrebbero, inoltre, risultare quelli
maggiormente attrattivi per nuovi flussi di investimenti esteri, tra cui quelli delle stesse aziende cinesi in cerca di un escamotage ai dazi di Trump.
Di contro, l’effetto indiretto, rischia invece di impattare negativamente soprattutto sulle economie di Taiwan e Malesia,
per via dell’integrazione lungo la filiera delle imprese cinesi; mentre gli effetti per Cambogia, Indonesia e Vietnam
risultano relativamente deboli, data la scarsa partecipazione alle catene del valore cinese.
Pur delineandosi opportunità significative per paesi come Vietnam e Cambogia, non è banale determinare quale dei due effetti possa risultare predominante sulle economie dei paesi coinvolti. Il possibile riassetto produttivo causato dalla guerra commerciale genererà sicuramente vinti e vincitori in tutti i paesi del sud est asiatico. I governi locali dovrebbero perciò prevedere strumenti idonei a cogliere il panorama di opportunità, e a sostenere, al tempo stesso, i potenziali vinti della guerra commerciale.