The eighth EU-Russia sanctions package and the effects on the bilateral trade balance

Last October 6, the European Council adopted new restrictive measures against the Kremlin

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Il 6 ottobre 2022 il Consiglio europeo ha deciso di adottare l’ottavo pacchetto di sanzioni in risposta all’aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina. Il pacchetto introduce nuovi divieti di importazione dell'UE e ulteriori restrizioni all'esportazione, volte a privare ulteriormente il complesso militare e industriale del Cremlino e l'economia russa di servizi e competenze europee.
In particolare, il recente provvedimento include:

  • un ampliamento della lista di individui ed entità nell’ambito delle sanzioni individuali, esclusi da ogni relazione economica con l'UE;
  • estensione delle restrizioni commerciali ai territori di Kherson e Zaporizhzhia, oltre ai già colpiti Donetsk e Luhanska, seguito dell’esito del referendum;
  • aumento delle restrizioni economiche e di commercio, colpendo ulteriormente, e in modo significativo, sia le esportazioni europee verso il mercato russo, che le importazioni europee dalla Russia di diversi beni di specializzazione del Paese, tra cui prodotti siderurgici e semilavorati (pur prevedendo in alcuni casi un periodo di transizione).

Il pacchetto vieta inoltre ai cittadini dell'UE di ricoprire cariche negli organi direttivi di alcune imprese statali e amplia l'ambito dei servizi che non possono più essere forniti al governo della Russia o a persone giuridiche con sede in Russia: questi includono ora servizi di consulenza informatica, legale, di architettura e di ingegneria.
Fra le principali novità figura il divieto di trasporto marittimo di greggio (a decorrere dal 5 dicembre 2022) e di prodotti petroliferi (dal 5 febbraio 2023) originari o esportati dalla Russia da parte di vettori Ue verso Paesi terzi, cui sarà consentito derogare se il prezzo di acquisto rientrerà in un massimale di prezzo (price cap) le cui modalità di fissazione verranno stabilite da una nuova Decisione del Consiglio.

Le restrizioni commerciali

Focalizzandoci in particolar modo sulle solo restrizioni al commercio dei beni, le sanzioni approvate rappresentano un’ulteriore sferzata al commercio bilaterale UE-Russia.

I settori di esportazione colpiti

L’ultimo provvedimento aggiunge alla lista di prodotti già colpiti le esportazione di carbone, di specifici componenti elettronici, di prodotti tecnici utilizzati nel settore dell'aviazione e di alcuni prodotti chimici, nonché di armi di piccolo calibro e strumenti di tortura di varia natura. I nuovi beni si aggiungono alla lista di prodotti già colpiti tra cui si annoverano: beni di lusso, beni e tecnologia dual use e macchinari e impianti destinati alle industrie dell’energia e dell’aviazione.

I settori di importazione colpiti

È, peraltro, indubbio che le nuove sanzioni tenderanno a provocare una ridefinizione delle strategie di approvvigionamento degli stessi paesi UE, a fronte dell’ampliamento dei prodotti di importazione dalla Russia ora oggetto di sanzioni. In particolare, il nuovo provvedimento amplia la portata del divieto di acquisto, a far data dal 30 settembre 2023, di determinati prodotti ferrosi e siderurgici trasformati in un paese terzo, che incorporano prodotti ferrosi e siderurgici originari della Russia.
Ai prodotti siderurgici finiti e semilavorati russi, si aggiungono prodotti come la pasta di legno e la carta, alcuni elementi utilizzati nell'oreficeria, come pietre e metalli preziosi, alcuni macchinari e prodotti chimici, sigarette, prodotti di plastica e prodotti finiti di origine chimica.

Gli effetti sulla bilancia commerciale UE-Russia ad oggi

L’approvazione del nuovo provvedimento fornisce l’occasione per fare il punto sugli effetti delle sanzioni europee nei confronti della Russia fino ad oggi, focalizzando l’analisi soprattutto sull’evoluzione della bilancia commerciale bilaterale. È tuttavia chiaro che, per una lettura integrata degli effetti delle sanzioni, queste debbano essere considerate nella loro interezza.

Fig.1 - Evoluzione mensile del saldo commerciale UE-Russia

Fonte: ExportPlanning.

Dal grafico possiamo notare come le esportazioni UE verso la Russia abbiano subito un vero e proprio crollo da marzo 2022, conseguenza diretta dello scoppio della guerra in Ucraina e, in seguito, delle ripetute sanzioni che l’Unione Europea ha vagliato contro il Cremlino. Le importazioni UE, invece hanno impiegato più tempo a diminuire, poiché è stato (e risulta tuttora) complicato per i paesi UE sostituire l’import di gas naturale proveniente dalla Russia, il quale ammonta a circa il 90% del totale dell’export di Mosca verso il Vecchio Continente.

La chiusura de facto del mercato russo ha avuto conseguenze negative su tutti i principali settori. Il grafico che segue mostra la variazione dell’export UE verso la Russia tra i primi 3 trimestri del 2022 e i primi 3 trimestri del 2021; i settori sono ordinati in modo decrescente in base al valore di export registrato dall’UE verso la Russia nel 2021.

Fig.2 - Export UE verso la Russia in flessione: analisi per settori
(variazione primi 9 mesi 2022 su stesso periodo 2021, miliardi di euro)

Fonte: ExportPlanning.

Come si nota dal grafico (Fig. 2), i settori che hanno esercitato la più ampia flessione nei primi tre trimestri del 2022 sono i mezzi di trasporto e per l’agricoltura e le relative componenti, con un calo complessivo, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, che sfiora quota 9 miliardi di euro. La panoramica negativa appare evidente e generalizzata, con l’unica eccezione dei prodotti e strumenti per la salute, retaggio dell’emergenza pandemica.

Conclusioni

Per un’economia russa segnata dal conflitto e da crescenti limitazioni su scala internazionale, il Fondo Monetario, nell’ultima edizione del World Economic Outlook di ottobre 2022, prevede una contrazione del PIL del 3.4% per l’anno in corso. Ancora in crescita, invece, l’economia dell’eurozona (+3.1%), benchè si prevedano ritmi molto più modesti per il 2023 (+0.5%), in un contesto internazionale ormai segnato da molteplici sfide: dall’inflazione alla normalizzazione della politica monetaria, che si affiancano allo shock del conflitto russo-ucraino.
I futuri sviluppi e prospettive di crescita per l’economia globale risultano quindi inevitabilmente legati a doppio filo a queste sfide; in questo contesto, la Russia risulta tanto più esposta, e solo nel lungo periodo potrà trarre un effettivo bilancio degli effetti sulla sua economia dell’apparato sanzionatorio e, più su larga scala, del conflitto con l’Ucraina.