Il ruolo dell’Italia nel commercio mondiale di prodotti elettromedicali
Pubblicato da Annalisa Vignoli. .
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Nel quinquennio dal 2007 al 2012 i mercati indicati hanno evidenziato tassi di crescita importanti seppure inferiori rispetto all’evoluzione complessiva della domanda mondiale. Il mercato statunitense è infatti cresciuto complessivamente del 24%, se misurato in Euro, con una performance inferiore rispetto a Olanda e Germania la cui espansione è stata rispettivamente del 32,6% e del 37,7% in termini cumulati nello stesso periodo (valori espressi in Euro).
La crescita della domanda mondiale ha visto contributi fortemente positivi da Cina e Russia che nel 2012 hanno importato rispettivamente 4 e 1,8 miliardi di Euro, (pari all'8,1% e al 3,7% dell’import mondiale), in aumento rispettivamente del 146% e del 75% rispetto ai livelli 2007. Sul piano delle opportunità di mercato, è da mettere in evidenza la crescita del Giappone il cui import supera oggi i 3 miliardi di Euro, assorbendo il 6,3% dei flussi internazionali di prodotti elettromedicali.
Sul versante della competizione internazionale, e considerando quindi le esportazioni, negli ultimi anni si è assistito ad una conferma del posizionamento di leadership dei competitor statunitensi e tedeschi , che mostrano quote di esportazione pari rispettivamente al 21% e al 15,6% del commercio mondiale nel 2012 (mentre erano pari rispettivamente al 22,1% e al 16,7% nel 2007). Una stabilità delle quote contraddistingue anche l’Olanda , al terzo posto nel ranking dei principali esportatori mondiali con una quota pari all’8,9% nel 2012. Dai dati sulla competizione internazionale, appare chiara la fase di rafforzamento sperimentata dalla Cina, in virtù di una crescita molto sostenuta nel corso del periodo 2007-2012 (+20% medio annuo, in Euro), arrivando a registrare una quota sull’export mondiale pari al 6,1% nel 2012 (rispetto al 3,4% del 2007). In questo quadro la presenza internazionale dell’ Italia è marginale, con una quota pari ad appena l’1,7% (dati in valore 2012), anche se le imprese italiane sono risultate protagoniste negli anni 2007-2012 di una crescita cumulata delle esportazioni (+43,6% in Euro) anche superiore alla espansione complessiva del mercato mondiale. L’export delle imprese italiane, che nel 2012 ha superato gli 828 milioni di Euro, è focalizzato in primo luogo sugli apparecchi per la radiologia (tomografia, raggi x, radioterapia, parti ed accessori, ecc.) , che rappresentano circa il 45% del totale esportato, per un valore pari a 372 milioni di Euro, mentre apparecchi di elettrodiagnosi per la medicina (elettrocardiografi, diagnosi, risonanza magnetica, scintigrafia, raggi, ecc.) e pacemaker e protesi uditive si dividono la restante quota, con valori delle esportazioni 2012 rispettivamente pari a 242 e 213 milioni di Euro. I maggiori contributi alla crescita delle esportazioni italiane del comparto elettromedicale negli anni 2007-2012 sono stati offerti dalle vendite di apparecchi di elettrodiagnosi per la medicina (+53,5% la crescita cumulata in euro del nostro export nel periodo) e soprattutto di pacemaker e protesi uditive (+170% in termini cumulati, nel periodo) a fronte di una crescita assai più contenuta degli apparecchi per la radiologia (+9,6% in termini cumulati, nel periodo). Una valutazione che emerge dai dati Ulisse è che, anche nei prodotti elettromedicali, il mercato stia premiando maggiormente i prodotti di fascia alta . Questa valutazione è testimoniata da una crescita dell’export di prodotti di fascia alta di prezzo superiore rispetto alla media mondiale negli anni 2007-2012. Tra i competitor, Germania e Stati Uniti , pur confermando la loro leadership anche nella fascia alta di prezzo, hanno visto diminuire il loro posizionamento competitivo con quote nel 2012 di poco superiori al 17% ciascuno, quando nel 2007 l’incidenza nell’export di prodotti a maggiore valore era pari rispettivamente al 20,4% e 18%. Repubblica Ceca e Irlanda sono oggi i primi paesi inseguitori sui mercati internazionali di fascia alta con quote che si sono portate rispettivamente al 11,4% e 10,4% nel 2012. Tra i follower si segnalano inoltre Giappone , Francia e Israele che, sebbene presentino ancora quote di mercato contenute, nel periodo considerato hanno messo in luce performance positive in termini di crescita delle vendite di prodotti di fascia alta di prezzo. In quest’area del mercato dei prodotti elettromedicali l’ Italia ha un ruolo internazionale ugualmente periferico, con una quota sull’export mondiale di appena lo 0,9% nel 2012 (contro lo 0,6% del 2007). Nonostante quindi anche da parte delle nostre imprese si registri un dato positivo in termini di riposizionamento sui prodotti di qualità, testimoniato da un valore dell’export di fascia alta di prezzo triplicato nel corso del quinquennio 2007-2012 e portatosi a oltre 141 milioni di Euro, la presenza internazionale delle imprese rimane lontana dalle posizioni di leadership.