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L’india, paese collocato all’interno del gruppo BRICS come grande paese emergente dello scenario globale, fonda il suo fortissimo sviluppo su una popolazione di circa 1,2 miliardi di abitanti e un tasso di crescita che ha raggiunto la doppia cifra nel 2010 (10.1%) e sta percorrendo ad oggi sentieri più cauti (6.8% nel 2011 e 6.5% nel 2012).
Il grande “balzo in avanti” dell’economia indiana coincide con le politiche di liberalizzazione economica (inclusa la deregulation industriale), con la privatizzazione di aziende a proprietà statale e la riduzione del controllo su commercio estero ed investimenti. Tale nuovo trend è stato avviato a partire dalla decade degli anni ’90 e ha portato il paese a crescere del 7% annuo a partire dal 1997, con alcune punte, come sopra citato.
Grazie al nuovo orientamento della politica economica indiana, il Paese registra oggi il 4° maggiore PIL del mondo (4 784 Miliardi di dollari) attestandosi dopo Stati Uniti, Unione Europea e Cina.
La grande varietà dell’economia indiana comprende molteplici aspetti produttivi: un settore agricolo legato all’agricoltura tradizionale dei villaggi, un artigianato molto sviluppato, un’ industria moderna in rapido sviluppo e il settore terziario come vero motore dell’output, di cui costituisce i 2/3.
Un fondamentale punto di forza del settore terziario indiano è la English-speaking population, che ha saputo convertirsi in grande vettore di esportazione di Information Technology e Servizi di Business in Outsourcing.
In quanto a Trend di Scambi Commerciali, si deve rimarcare che, nonostante il grande sviluppo del settore terziario dell’India, il Paese ha registrato nel 2012 risultati negativi nella propria bilancia commerciale a causa dell’aumento del livello delle importazioni, che nell’ultimo anno sono aumentate del 21,9%.
I principali partner commerciali dell’India, sul lato delle Importazioni sono la Cina, con un flusso di import nel 2012 di 42.742 Mln di Euro. Al secondo posto si assestano gli Emirati Arabi Uniti (40.678 Mln di Euro), al terzo posto l’Arabia Saudita (36.625 Mln di Euro), al quarto l’Iraq (23.605 Mln di Euro) al quinto il Kuwait (20.902 Mln di Euro) e al sesto la Nigeria (16.800 Mln di Euro).
Lo svantaggio competitivo dell’India ( e quindi settori a grande potenziale di import) si registra soprattutto in alcuni settori specifici, che si prestano ad approfondimenti e matching con la produzione delle imprese italiane.
Il maggiore riguarda il settore delle Materie Prime Naturali. Nello specifico l’India registra flussi medi di importazione nel periodo 2007-2012 pari a 68.884 Mln di Euro annui nel comparto delle Materie Prime Energetiche e di 7.748 Mln di Euro, nello stesso periodo, nel comparto di Pietre Preziose, Diamanti Grezzi, Perle e Coralli.
Altra grande opportunità si registra nel settore delle Materie Prime Industriali, che rilevano flussi rilevanti in entrata dal 2007 al 2012, soprattutto nel comparto Metalli preziosi (24.550 Mln di Euro) e Materie Plastiche in forme primarie (3.327 Mln di Euro).
Anche il settore Beni Intermedi Chimici si attesta tra le maggiori voci di import, con i comparti Fertilizzanti e Composti Azotati (5.761 Mln di Euro) e Prodotti Chimici per l’Industria (1.430 Mln di Euro).
I settori Strumenti e Attrezzature per l’Industria e Macchine e impianti per i processi Industriali rilevano altresì grandi flussi in entrata e dunque grandi potenzialità per le aziende estere che valutino l’export in India. Tra le categorie più esposte all’import si trovano Strumenti di Misura (1.523 Mln di Euro), Apparecchi di Sollevamento e Movimentazione (859 Mln di Euro), Macchine Tessili (1.169 Mln di Euro), Macchine utensili per metalli (921 Mln di Euro).
Anche il settore di Componenti Meccaniche e Ottiche rileva alcune importanti dipendenze dall’estero, quali Parti di Pompe e altri componenti di impianti industriali (2.036 Mln di Euro), Parti di Macchine per l’industria Metalmeccanica (878 Mln di Euro), Parti di Macchine per l’Industria Leggera (1.077 Mln di Euro). Anche il settore Beni e Prodotti per le Costruzioni evidenzia dipendenza del Paese dall’estero, soprattutto nel comparto della Rubinetteria (432 Mln di Euro).
Il settore della Meccanica Industriale, in generale, ha dunque buone opportunità di export in un paese come quello indiano che ne è un significativo importatore netto.
Inoltre, il settore di Strumenti e Attrezzature per ICT conta cospicui flussi in entrata, soprattutto nel settore di Apparecchiature per le comunicazioni (5.038 Mln) e Computer e Unità Periferiche (2.864 Mln di Euro). Infine, si registrano possibilità, seppur minori, in alcuni altri settori, in cui l’India presenta comunque uno svantaggio competitivo e flussi netti in entrata. Tra tali settori si trova quello dei Beni Intermedi in carta e in legno, che registra nello specifico rilevanti flussi in entrata nei sottosettori di Carta e Cartone per usi grafici (857 Mln di Euro come media annus del periodo 2007-2012) e Fogli e Pannelli a base di legno (174 Mln di Euro).
Dunque, alla luce dei dati poc'anzi enunciati, è possibile evidenziare alcune rilevanti potenzialità di export per le aziende italiane verso il mercato indiano. Nello specifico, data la struttura produttiva del sistema italia, le maggiori opportunità sembrano presenti soprattutto nel settore dei Beni Intermedi Chimici (Fertilizzanti/Composti Azotati e Prodotti Chimici per l’Industria) e nel settore della Meccanica Industriale, fiore all’occhiello di numerosi distretti produttivi italiani.
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