Piante aromatiche e medicinali: interesse crescente da parte dei Paesi sviluppati

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Analisi Mercati Esteri

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L’acquisto di piante aromatiche e medicinali per l’industria alimentare, cosmetica e farmaceutica nell’ultimo decennio ha ricevuto una notevole spinta dalla crescita della domanda di prodotti legati alla sfera salutistica e del benessere. Il 75-80% delle piante aromatiche e medicinali proviene dalla raccolta di colture selvatiche che crescono prevalentemente nelle zone più arretrate e povere del mondo, le condizioni di trasformazione sono precarie, e i raccolti sono fortemente soggetti a contaminazioni da microrganismi e da metalli pesanti. Il commercio di queste piante è, in parte, regolamentato dalla CITES (Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora in pericolo di estinzione). Parallelamente al commercio ufficiale, vi è un traffico internazionale molto ricco all’interno del quale non mancano varie forme di illegalità. Il traffico di specie vegetali protette e di loro parti usate per la produzione farmaceutica sono molto frequenti e molti medicinali e parti di piante protette dal CITES vengano introdotte nei Paesi senza le autorizzazioni necessarie. Nel contesto europeo la raccolta spontanea è riconosciuta dalla normativa sull’agricoltura biologica, che la assimila alla coltivazione. Il mercato europeo, in particolare, ricerca prodotti di qualità eccellente e preferibilmente biologici. In Italia negli ultimi anni si è registrata la crescita delle colture biologiche ad un tasso medio annuo del 5,4%. Un recente studio dell’ISMEA evidenzia, inoltre, che le produzioni più fiorenti sono quelle dei succhi ed estratti vegetali,degli oli essenziali di limone e agrumi, delle piante officinali utilizzate principalmente in profumeria e medicina, dei miscugli di sostanze odorifere, alcoliche e non alcoliche, utilizzate dall’industria alimentare e non e dei coloranti vegetali. Rispetto ai flussi mondiali di piante aromatiche e medicinali, l’Italia copre circa l’1% del totale. Una quota che potrebbe aumentare notevolmente, soprattutto perchè il prodotto italiano si posiziona sulla fascia alta del mercato: quella più dinamica. I risultati emersi dall’analisi dei flussi internazionali evidenziano segnali decisamente positivi per i produttori di piante aromatiche e medicinali che dopo anni di sostanziale stabilità hanno visto crescere il mercato a tassi considerevoli. I principali esportatori di piante aromatiche e medicinali sono la Cina con una quota pari a un quarto del mercato e l’India (quasi il 6%).
I due paesi sono accomunati da un vasto areale produttivo e da una forte concentrazione tecnica di produzione. Assumono tali posizioni grazie a specifiche vocazioni produttive ed a tradizioni che li caratterizzano sul terreno della gastronomia, delle pratiche mediche e salutistiche.
Negli ultimi tre anni la crescita media annua in euro (+12,7%) dei flussi internazionali di piante aromatiche e medicinali è stata sostenuta sia da una crescita delle quantità vendute (+3,5%) che, soprattutto, da una crescita dei prezzi medi (+8,9% in euro).

Gli importatori

Fra i mercati si distinguono i paesi dell’est asiatico (Hong Kong, Giappone, Taiwan, Cina, Sud Corea, Singapore, Vietnam) oltre che Stati Uniti, Germania e Francia. Forte interesse per questo prodotto è dimostrato da Hong Kong che registra il 12% delle importazioni mondiali e dagli Stati Uniti con il 10,9% delle importazioni totali. Per quanto riguarda l’Europa, la Germania assorbe da sola una quota pari al 30% delle importazioni europee. I mercati top negli ultimi due anni registrano tassi medi di crescita in euro intorno al 9% per Hong Kong e superiore al 16% per gli Stati Uniti. Tassi di crescita importanti vengono evidenziati dal Giappone (+30% medio annuo, in euro) e dalla Germania (+8%, in euro).

I competitors

I cinesi concentrano quasi il 25% dei flussi internazionali di piante aromatiche e medicinali seguiti da indiani, statunitensi, tedeschi, canadesi, sud coreani, egiziani, polacchi e francesi. La Cina esporta piante aromatiche e medicinali per un valore pari al 50% delle esportazioni asiatiche; negli ultimi due anni le esportazioni cinesi sono aumentate del 19% medio annuo (in euro). Fra i competitors in forte crescita si segnalano i sudcoreani (+29% medio annuo in euro, nel biennio 2011-2012), i canadesi (+24%) e gli indiani (+23%), oltre a concorrenti minori come messicani (+20%), indonesiani (+25%) e cileni (+26%).