L'effetto diretto sul commercio estero italiano di un partenariato transatlantico (TTIP) tra USA e UE
Pubblicato da Marcello Antonioni. .
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di Silvia Torrini e Annalisa Vignoli (StudiaBo srl)
Limitato all'allargamento delle condizioni NAFTA per le esportazioni di merci dell'UE verso gli USA e viceversa, l'accordo TTIP si prospetta come una grande opportunità per l'Europa.
Tra i paesi Europei, l'Italia figura come uno tra quelli con i benefici più elevati. La lista dei settori avvantaggiati è molto ampia e si estende oltre il Made in Italy.
StudiaBo ha sviluppato una stima del possibile effetto diretto di un eventuale Partenariato Transatlantico tra USA e UE (indicato come TTIP) sulle esportazioni di merci dell'Italia (e di tutti gli altri paesi UE) verso gli Stati Uniti e sui flussi di commercio estero opposti, dagli Stati Uniti all'Italia (e a tutti gli altri paesi UE).
[caption id="attachment_4233" align="alignnone" width="680" caption="Grafico 1: Effetto TTIP di lungo periodo sulle esportazioni e importazioni italiane"] [/caption]Nel Grafico 1 vengono evidenziati gli effetti stimati a seguito del TTIP in termini di incremento delle esportazioni e delle importazioni dell'Italia rispetto ai livelli del 2013.
In modo particolare, una completa liberalizzazione del mercato USA alle esportazioni italiane potrebbe tradursi, in un orizzonte temporale di un quinquennio, in un aumento cumulato delle vendite di prodotti italiani rivolte agli Stati Uniti del 62% in dollari, per un valore complessivo pari a 22 miliardi e mezzo di dollari. Dato il peso che il mercato americano riveste per le esportazioni italiane, questo incremento rappresenta il 4.5% del totale delle esportazioni italiane. In altre parole, un accordo TTIP potrebbe stimolare una maggior crescita complessiva delle esportazioni italiane ad un tasso medio annuo (in dollari) prossimo all'1%.
Naturalmente, l'impatto a livello aggregato è il risultato di dinamiche molto diverse a livello settoriale. Nel Grafico 2 sono evidenziati i diversi macro settori, in funzione dell'aumento stimato in miliardi di dollari delle esportazioni italiane verso il mercato USA.
[caption id="attachment_4235" align="alignnone" width="805" caption="Grafico 2: Composizione per macro-settori degli effetti di lungo periodo del TTIP sulle esportazioni italiane"] [/caption]Dall'analisi del grafico, risulta evidente il forte beneficio del macro settore Mezzi di Trasporto . Al suo interno, un impatto significativo riguarderebbe i seguenti settori: Motori ed altre componenti per aerei, Automobili, autobus e roulotte , Parti ed accessori non elettrici per autoveicoli, Navi e imbarcazioni da diporto.
Seguono, in ordine di importanza in termini di impatti, il Macro settore della Meccanica Varia e della Chimica (comprensiva di tutte le lavorazioni della filiera chimica, dalla raffinazione del petrolio alla produzione di prodotti in plastica). Un effetto rilevante potrà caratterizzare il Macro settore dell' Agroalimentare , ed in particolare i seguenti settori: Acqua e bevande, Olio, condimenti e spezie, Riso, pasta e farina, confezionati, Latte, yogurt, burro e formaggi.
Tra i Macro settori del Made in Italy, la filiera Tessile, Pelletteria e Abbigliamento potrebbe beneficiare di un aumento delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti di 1.4 miliardi di dollari. Degni di nota sono anche gli effetti nel Macro settore della Farmaceutica . Più limitati potrebbero essere, invece, gli effetti nei Macro settori Elettronica ed Elettrotecnica .
La possibilità per le merci provenienti dagli Stati Uniti di godere dello stesso trattamento di cui godono i paesi UE consentirebbe un incremento cumulato delle vendite americane sul mercato italiano del 61% in dollari: si tratterebbe di un un tasso di variazione in linea con quello stimato per i flussi Italia-Stati Uniti, segnalando l'esistenza di barriere tariffarie e non tra i due mercati sostanzialmente simili.
Tuttavia, i livelli attuali delle vendite di prodotti USA in Italia sono di gran lunga inferiori alle corrispondenti vendite italiane sul mercato americano. Questo si tradurrebbe, pertanto, in un incremento delle importazioni italiane dagli USA di “soli” 9 miliardi e 300 milioni di dollari (a fronte dei 22 miliardi e mezzo di dollari di maggiori esportazioni italiane negli USA). Anche nella ipotesi in cui tutte le maggiori importazioni provenienti dagli Stati Uniti sostituissero i prodotti nazionali (e anche, se non prevalentemente, le importazioni provenienti da altri paesi), il saldo netto per l'Italia risulterebbe nettamente positivo. Tale saldo sarebbe comunque compreso tra i 13 miliardi di dollari (nell'ipotesi di completo spiazzamento della produzione domestica) e i 22 miliardi di dollari (nell'ipotesi alternativa di completo spiazzamento delle importazioni provenienti da altri paesi).
Il Grafico 3 riporta il dettaglio della rilevanza dei possibili effetti settoriali del TTIP sulle importazioni italiane dagli Stati Uniti nello scenario di base.
[caption id="attachment_4236" align="alignnone" width="811" caption="Grafico 3: Composizione per macro-settori degli effetti di lungo periodo del TTIP sulle importazioni italiane"] [/caption]Emergono chiaramente, per rilevanza degli effetti, i Macro Settori della Farmaceutica e dell' Elettronica . Le importazioni italiane di prodotti farmaceutici dagli Stati Uniti sono stimate, infatti, aumentare di 2.4 miliardi di dollari. Di poco inferiore, pari a 1.4 miliardi di dollari, potrebbe essere l'aumento delle importazioni di Elettronica.
Da segnalare, inoltre, anche se con impatti relativamente più contenuti, gli incrementi attesi per le importazioni italiane dagli Stati Uniti di Meccanica Varia e Mezzi di trasporto, Chimica , Elettrotecnica e Materie prime .
Si ravvisa, infine, un effetto complessivamente moderato per le importazioni di Agroalimentare , Prodotti finiti di largo consumo e per la casa ( Prodotti finiti vari ) e di Tessile, Pelletteria, Abbigliamento .
Nota Metodologica:
Le stime presentate in questo articolo si basano su un modello econometrico di tipo “gravitazionale” sviluppato da StudiaBo, finalizzato a “spiegare” il livello strutturale degli scambi di commercio estero per 150 paesi e 220 settori merceologici.
Tra le variabili prese in considerazione per definire il livello degli scambi tra i diversi paesi, sono presenti due “dummy”. Esse identificano, rispettivamente, i vincoli alle esportazioni verso i paesi UE e verso gli USA, dovuti all'esistenza di barriere tariffarie e non tariffarie, per i paesi esterni. La stima di una prima dummy, relativa all'area UE, consente di quantificare a livello settoriale la possibile crescita delle esportazioni USA in UE nel caso in cui agli Stati Uniti fossero applicate le stesse condizioni che regolano gli scambi tra i paesi della Comunità Europea. Allo stesso modo, il valore stimato di una seconda dummy, relativa all'area NAFTA, fornisce una misura di quale potrebbe essere l'aumento delle esportazioni dei vari paesi UE nel caso in cui questi godessero delle stesse condizioni che caratterizzano i rapporti commerciali tra i paesi delle aree di Free Trade con gli Stati Uniti.