Agroalimentare: segnali di difficoltà dell'export italiano sul mercato cinese
I risultati nei primi 3 trimestri 2016 delle importazioni per paese di agroalimentare dal mondo e dall'Italia
Pubblicato da Marcello Antonioni. .
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Nel 2015 la Cina, con un valore pari a 400 milioni di euro, ha rappresentato il 17° mercato di destinazione dell'export italiano di prodotti agroalimentari. Si tratta di numeri ancora di molto migliorabili, considerando il potenziale del mercato, che nel 2015 ha importato dal mondo circa 37 miliardi di euro di prodotti agroalimentari (di cui circa 3 miliardi di euro riferiti alle fascia alta e medio-alta di prezzo). L'attenzione rivolta al mercato cinese per le attività promozionali del sistema agroalimentare italiano riflette queste potenzialità e pone il mercato del Dragone in cima alle priorità 2017 per gli esportatori (anche PMI) di prodotti agroalimentari premium-price. Tuttavia, nei primi 9 mesi del 2016, il mercato cinese ha registrato una significativa perdita delle quote in valore dell'export italiano di Agroalimentare. La mappa riportata nella Figura 1 evidenzia, infatti, i primi 50 mercati per valore delle vendite all'estero di prodotti agroalimentari nel 2015, posizionandoli in funzione delle variazioni tendenziali in euro (valuta di riferimento dei ricavi delle imprese italiane) delle importazioni totali del mercato (asse x) e delle variazioni tendenziali dell'export italiano su tale mercato (asse y).
Graf. Agroalimentare: tassi di variazione tendenziali delle importazioni totali e delle esportazioni italiane per paese (primi 9 mesi del 2016)
I settori agroalimentari più penalizzati in termini di performance dell'export italiano sul mercato cinese appaiono quelli di Carni fresche e congelate (in cui le vendite dall'Italia in Cina hanno registrato un -24.8% tendenziale nei valori in euro, a fronte di una crescita del totale concorrenti del +20.4% in euro), Tè e caffè confezionato (-24.3% in euro delle vendite dall'Italia, a fronte del +41.9% del totale concorrenti), Latte, yogurt, burro e formaggi (-13.5% tendenziale in euro delle vendite dall'Italia, in presenza di una crescita del totale concorrenti del +7.4%), Acqua e bevande analcoliche (-2.6% in euro delle vendite dall'Italia, a fronte di +6.1% del totale concorrenti).
Si segnalano, inoltre, le performance positive ma meno favorevoli del totale concorrenti nei settori Bevande alcoliche (+12.8% tendenziale in euro delle vendite dall'Italia, in presenza di +19.6% per il totale concorrenti) e Riso, pasta e farina, confezionati (+12.5% in euro per le vendite dall'Italia, a fronte di +24.1% per il totale concorrenti).
Di converso, segnali in positiva controtendenza – con un andamento tendenziale delle vendite dall'Italia più favorevole del totale concorrenti – provengono dai settori Zucchero, cacao e spezie (+68.8% in euro delle vendite dall'Italia, contro il -13.7% del totale concorrenti), Olio di semi e grassi animali (con una variazione tendenziale del +91.3% in euro, a fronte di un calo del -7.3% per il totale concorrenti), Derivati del latte (+103.6% per le vendite dall'Italia, in presenza di una riduzione tendenziale pari a 17.5 punti percentuali per le vendite del totale concorrenti), Olio, condimenti e spezie (+25.7% per le vendite dall'Italia, contro il -1.5% del totale concorrenti) e Carne e pesce, lavorati e confezionati (+9.1% per le vendite dall'Italia, più dinamiche del +2.4% del totale concorrenti).