Cachemire Valley, storia e innovazione si fondono nell'eccellenza perugina
Tradizione, innovazione, rispetto del consumatore e del territorio: sono gli ingredienti che fanno del distretto del cachemire di Perugia un'eccellenza italiana
Pubblicato da Andrea Intonti. .
Export territoriale Sistema moda Importexport Stati Uniti Mercati esteri Congiuntura Internazionale
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Circa 1.700 aziende con una media di 6-20 addetti ciascuna, per un fatturato di 500.000.000 di euro nel 2015 e una vera e propria capitale, Perugia, in cui si concentra l’83% del distretto (dati Centro Estero Umbria[1]): è questo il “peso” economico della cosiddetta Cachemire Valley, lo storico comparto del cachemire e dei filati pregiati made in Perugia che, evidenziano i dati Exportpedia, nei primi 9 mesi del 2016 ha fatto registrare esportazioni globali per 108.4 milioni di euro, il doppio rispetto allo stesso periodo del 2008.
Circa un terzo dei 45,1 milioni di euro dell'export globale registrato nel terzo trimestre 2016 è definito dal flusso delle esportazioni verso gli Stati Uniti, passato dai 2,7 milioni di euro del terzo trimestre 2008 ai 14,7 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. Un incremento che evidentemente dà ragione alla scelta di puntare su un mercato di nicchia – quello dei filati pregiati e del cachemire, di cui l’Italia è primo trasformatore al mondo – sull’innovazione (anche digitale) del processo produttivo e sull’elevata qualità del prodotto finito.
Una tradizione tessile che risale alla prima metà del ‘900 (ma che può essere
ricondotta alla tessitura di arazzi e tovaglie del XII secolo) e che oggi si basa anche su importanti
brand internazionali come Brunello Cucinelli, Luisa Spagnoli – che negli anni ‘70-’80 getta
le basi per lo sviluppo dell’intero distretto – o Lamberto Losani (il cui 70% del fatturato proviene
proprio dall’export), grazie ai quali è stato possibile dare vita nell’area ad una filiera completa, in
grado di coprire l’intero processo produttivo, con un evidente impatto positivo non solo economico ma anche sociale ed
occupazionale.
Un’attenzione al territorio a cui si lega quella ai diritti del consumatore, testimoniata fin dal
2004 dalla promozione del progetto “TF – Traceability & Fashion”, promosso da Unioncamere e dalle
Camere di Commercio Italiane e – come si legge sull’Osservatorio Nazionale Distretti Italiani –
volto a «garantire la massima trasparenza al consumatore, attraverso uno schema di certificazione volontaria per
quanto riguarda i luoghi in cui avvengono le principali fasi del processo produttivo, nonché le
caratteristiche essenziali del prodotto in tema di salubrità, sostenibilità ambientale e responsabilità
sociale di impresa».
Un’eccellenza italiana che si fa conoscere e festeggia se stessa attraverso l’Umbria Cachemire District Award, sponsorizzato dalla Umbria Trade Agency per promuovere il cachemire umbro nel mondo. L’evento prevede ogni anno la premiazione di quegli studenti che si distinguono nella reinterpretazione originale del cachemire, provenienti dalle più prestigiose accademie internazionali di fashion design, a cui viene offerto uno stage nelle imprese del distretto tessile umbro.
[1] Il Centro Estero Umbria è un’associazione di supporto alle piccole e medie imprese locali formato da Regione Umbria in partnership con le Camere di Commercio di Perugia e Terni.