Prato, la città della moda tra Hollywood e “distretto parallelo”

Le esportazioni del tessile pratese arrivano in tutto il mondo, fino ai grandi divi del cinema. Ma devono ancora fare i conti con il “peso” della manodopera cinese.

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Esportare in oltre 100 Paesi una tradizione nata nel XIII secolo che si sviluppa a partire dalla seconda metà dell’800, con l’arrivo della produzione industriale delle lane cardate. È questo il leit-motiv che ha permesso alla città di Prato di diventare uno dei distretti industriali più importanti d’Italia in una regione – la Toscana – che nel sistema moda è seconda solo alla Lombardia.

È proprio la produzione moda – e la collegata tradizione tessile – il marchio distintivo della città laniera, posta al centro della Piana fiorentina, un’area di 700 km2 che si estende da Firenze a Pistoia, con una popolazione di 300.000 abitanti. Lo strettissimo legame tra questa tradizione e la città è testimoniato fin dal 1975 dal Museo del Tessuto, punto di riferimento non solo cittadino dove è possibile studiare, conservare e valorizzare tanto tessuti e macchinari dell’epoca moderna quanto provenienti dal rinascimento italiano o dalle sepolture precolombiane.

Quel mondo della moda che parla pratese

I nuovi dati Exportpedia evidenziano come, nel 2016, le esportazioni globali del settore moda pratese si attestano oltre i 2 miliardi di euro, con un incremento del 3,3% rispetto al 2015.

Oltre un quarto delle esportazioni del sistema moda di Prato è costituito dall'abbigliamento, un settore che lo scorso anno è cresciuto dell’8,6% in euro. I principali partner commerciali sono i Paesi europei, in particolare Francia (123,7 milioni di euro, con un +8,9% rispetto allo scorso anno), Germania (111,3 milioni di euro, pari a +15,8% in euro), Spagna (37,2 milioni di euro, +13,6%). Nei prossimi trimestri sarà inoltre interessante capire come si svilupperà il flusso esportativo verso la Gran Bretagna post-Brexit, che con 48,5 milioni di euro è il primo paese di destinazione europeo, al di fuori dell’area UEM, della moda pratese.

Fuori dai confini europei, l’industria della moda pratese vede le principali destinazioni dei propri prodotti prendere la via degli Stati Uniti (30 milioni di euro, +26,1%), del Canada (10,5 milioni di euro, +34,1%) e di Israele (9 milioni di euro, +47,7%).

Exportpedia Prato

Assurta ormai da decenni a sinonimo di “industria tessile” nel mondo, la produzione pratese è rivolta tanto all’abbigliamento quanto ai tessuti per arredamento e per l’impiego industriale, rivolgendo l’attività delle tante piccole-medie imprese tessili cittadine – molte delle quali operanti fin dagli anni ‘70 in conto terzi – tanto al consumo di massa che al tessile di lusso. Uno sviluppo che ha permesso di vestire anche i grandi divi di Hollywood e che ancora oggi si basa su alcune peculiarità come la filatura cardata, la nobilitazione[1] e naturalmente il settore del “pronto moda”, gestito soprattutto attraverso il c.d. “distretto parallelo” cinese.

Prato, l’hub del pronto moda

Nonostante la crisi finanziaria del 2008, Prato si sta trasformando in un vero e proprio hub del pronto moda, tanto che «in 20 chilometri si sta creando una filiera tessile che tiene insieme una bella fetta del Pil italiano», come evidenziava lo scorso novembre al quotidiano il Tirreno l’assessore all’urbanistica Valerio Barberis. Un polo che secondo Andrea Cavicchi, presidente di Confindustria Toscana Nord, attira «i primi imprenditori in arrivo da altre città. Credo tra l’altro sia solo l’inizio di una riorganizzazione importante e positiva per tutti».

Un "nuovo inizio" certificato anche dai dati Exportpedia, che evidenziano una netta ripresa delle esportazioni dell'abbigliamento cittadino, passate dai 260 milioni di euro del 2008 ai 548 milioni del 2016.

1. Trasforma il materiale tessile grezzo in semilavorato utilizzabile per future lavorazioni o in tessuto finito adatto alla confezione di manufatti