Il MERCATO IRANIANO

La storica relazione bilaterale italo-iraniana e la molteplicità di fattori positivi che contraddistinguono il Paese Iran costituiscono un punto di attrazione per le imprese italiane.

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INFORMAZIONI PAESE

La storica relazione bilaterale italo-iraniana e la molteplicità di fattori positivi che contraddistinguono il Paese Iran costituiscono un punto di attrazione per le imprese italiane.
L’Iran è annoverato nel gruppo dei next-11 ovvero tra gli undici paesi che, sulla base delle valutazioni della Goldman Sachs, rappresentano le prossime economie emergenti.
La Repubblica Islamica rientra tra le 20 economie mondiali, seconda in Medio Oriente dopo gli Emirati Arabi, caratterizzata da una forte volontà di modernizzare tutto l’apparato economico a lungo termine attraverso una serie di investimenti volti a diversificare e implementare l’economia nazionale.
Per poter capire meglio il Paese e la sua economia è necessario guardare la sua posizione. L’Iran è situato tra l’Area Medio-orientale e l’Asia sud-occidentale, si affaccia a nord sul Mar Caspio, a sud sul golfo dell’Oman e sul golfo Persico ed è per estensione il quinto paese dell’Asia con una superficie ben cinque volte più grande dell’Italia.
La posizione geografica ha reso il paese crocevia di popoli e secondo recenti stime l’Iran conta circa 80 milioni di abitanti, di cui oltre 12 milioni solo nella capitale Teheran. Il 71.2 % della popolazione ha un età compresa tra i 15-64 anni, il 24% 0-14 anni ed il resto oltre i 65 anni. Il livello di alfabetizzazione è del 77% della popolazione e circa la metà ha un alta formazione universitaria.
Si tratta, quindi, di una paese con una popolazione giovane e ben istruita destinato a crescere. Difatti secondo i dati del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione, l’Iran raggiungerà quasi 100 milioni (Fonte Onu, indicatore HIGH VARIANT) di abitanti entro il 2050.
A partire dal 20 Gennaio del 2014 è iniziato il processo di progressivo allentamento delle sanzioni economico commerciali ed il 14 luglio del 2015 con la firma del Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA), siglato tra Iran ed i 5+1 e Ue, si è garantito l’esclusiva finalità civile del programma nucleare iraniano e la progressiva rimozione delle sanzioni applicate da ONU, USA ed UE dal 2006 ed inasprite nel 2011 al governo di Teheran. Dal 16 gennaio 2016 (implementation day), a seguito del positivo rapporto dell’International Atomic Energy Agency (IAEA) le sanzioni commerciali che limitavano le operazioni di import/export sono state sospese.
Sebbene questo accordo sia stato molto criticato dalla nuova presidenza statunitense, il 18 aprile del 2017, il Segretario di Stato americano Rex Tillerson ha notificato al presidente della Camera dei Rappresentanti degli Sati Uniti, la volontà di rinnovare l’accordo siglato tra i 5 + 1 certificando il rispetto degli accordi sul nucleare da parte dell’Iran.
La sospensione delle prime sanzioni sui prodotti quali petrolio e gas, oltre a ridisegnare lo scenario geopolitico in Medio Oriente, ha permesso di far rientrare di prepotenza l’Iran nel sistema commerciale internazionale. Se nel primo decennio del 2000 l’Iran cresceva con una percentuale del 5% annuo secondo la Banca Mondiale, con la sospensione delle sanzioni, si prevede una crescita del 6% annuo, pari a quella Cinese.
L’Iran è uno stato che si sta riaprendo agli scambi commerciali dopo 10 anni di parziale isolamento. La rimozione delle sanzioni ha consentito al paese un progressivo ritorno nel mercato delle esportazioni ed importazioni, destando l’attrazione degli investimenti esteri, creando interessanti opportunità per le aziende italiane in diversi settori, tra cui l’oil & gas, il petrolchimico, agricoltura ed il settore manifatturiero.
Secondo i più recenti dati Eurostat nei primi nove mesi del 2016 l’interscambio UE-Iran ha raggiunto i 9.11 miliardi di euro. Nel 2015 Italia e Germania sono i soli Paesi ad aver avuto significativi volumi di esportazione verso l’Iran, in particolare sono gli unici a superare il miliardo di Euro di esportazioni. L’Italia ha esportato verso l’Iran beni per 1 210 milioni di Euro.
Dal punto di vista delle importazioni, i dati relativi al 2015 confermano quanto emerso nel corso degli ultimi mesi dell’anno: l’Italia torna ad essere il primo importatore UE dall’Iran, con un volume di 468 milioni di Euro, con un aumento del +6.3% rispetto al 2014. Nell’ambito dell’interscambio, come nell’export, l’Italia risulta nel 2015 il secondo partner europeo dell’Iran con un volume di interscambio pari a 1.67 miliardi di euro.

LE OPPORTUNITA’

La rimozione graduale delle sanzioni porterebbe, secondo i dati SACE, ad un incremento dell’export italiano nel Paese di quasi 3 miliardi di euro nel quadriennio 2015-2018 con un valore di esportazioni superiore a 2.5 €/mld nel 2018, tornando a un livello appena superiore al picco pre-sanzioni raggiunto nel 2005. I circa 3 €/mld di recupero potenziale nel breve periodo rimangono comunque una quota marginale rispetto a quanto perso dal sistema italiano negli anni di vigenza del regime sanzionatorio.
L’inasprimento delle sanzioni nel 2011 ha ridotto sensibilmente gli scambi commerciali tra i due paesi registrando una diminuzione dai 7.2 €/mld del 2011 ad 1.6 €/mld del 2014.
L’Italia ha perso molte posizioni ed ha diminuito notevolmente le sue esportazioni, tuttavia rimane il nono Paese esportatore nei confronti dell’Iran ed il primo Paese Importatore di petrolio e materiale connesso.

In assenza di sanzioni infatti, l’Italia avrebbe potuto cumulare maggiori esportazioni per un valore di circa 17 €/mld nel periodo 2006-2018. Tutto questo a dimostrazione che l’Italia può competere nel mercato iraniano per qualità del prodotto Made in Italy, sbaragliando nei prossimi anni la concorrenza diretta di quei Paesi che in questi anni di sanzioni hanno acquistato grandi quote di mercato come Cina, Brasile, India e Russia.
La crescente sensibilità verso le nuove tendenze di design, soprattutto da parte delle élite iraniane ha portato a far apprezzare maggiormente la qualità del Made in Italy nel settore del mobile (articoli di illuminazione, gli accessori per il bagno e la cucina, i laminati in legno, i rivestimenti in vetro, le scale, gli infissi per porte e finestre) e nel settore tessile e calzaturiero.
L’Iran non è solo il suo mercato interno, ma rappresenta un importante snodo regionale nel cuore dell’Asia, la base per raggiungere un mercato di tre o quattrocento milioni di consumatori nei vicini paesi del Medio Oriente e nelle ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale. Scambi agevolati da una recentissima rete ferroviaria ad alta velocità che collega direttamente l’Iran alla Cina passando per la Russia.
Oltre che meta appetibile per le merci italiane, l’Iran rappresenterà un’ottima opportunità per coloro che desidereranno investire nel Paese. I principali vantaggi per gli investitori risiedono:
  • Nella forza lavoro competitiva in termini di qualifiche e costo. Il livello medio di istruzione nel Paese è elevato (4 milioni di studenti universitari, 700 mila laureati ogni anno di cui circa la metà in discipline scientifico-ingegneristiche) a fronte di un salario medio di 330 $ al mese e normative di assunzione relativamente agevoli per il datore di lavoro.
  • Nelle importanti agevolazioni fiscali per gli investitori esteri il Paese ha 14 economic zone e 7 free trade zone, dove gli investitori stranieri godono di esenzioni fiscali per un periodo di 20 anni, della completa libertà di movimento di capitali e profitti e dell’assenza di dazi all’importazione.
  • Nelle potenzialità demografiche: il Paese è molto popoloso, con circa la metà della popolazione sotto i 30 anni e un PIL pro capite pari alla metà di quello italiano. Questo è un elemento importante sia dal punto di vista del mercato del lavoro, sia per le potenzialità commerciali di questa fascia della popolazione.
Nonostante lo scambio commerciale Italia-Iran abbia subito una frenata a causa del lungo periodo di stagnazione dovuto, in linea con gli altri paesi europei, al contesto sanzionatorio internazionale, la collaborazione economica tra i due paesi può beneficiare di un quadro di conoscenza e fiducia reciproca che l’Italia si è guadagnata nel corso di decenni di apprezzata attività delle nostre aziende. Tale collaborazione e fiducia reciproca si profila quale asset fondamentale in questo momento nel quale tutti i Paesi europei sono alla conquista di fette di mercato Iraniano.