Incertezza sui mercati Forex: Corona svedese e Dollaro australiano
Una valuta che negli ultimi mesi sta accusando una fase di deprezzamento è la Corona svedese; le motivazioni sono da ricondurre sia a fattori internazionali che interni.
Pubblicato da Mattia Perna. .
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Una valuta che negli ultimi mesi sta accusando una fase di deprezzamento è la Corona svedese;
le motivazioni sono da ricondurre sia a fattori internazionali che interni.
Una possibile guerra commerciale preannunciata dall'amministrazione
Trump spaventa i mercati Forex, sollevando incertezza su molte
valute internazionali. La Corona svedese è una di queste, in quanto
la Svezia è considerata una delle economie più aperte tra quelle del G10.
Oltre alla politica protezionistica inaugurata da Trump, ad incidere
negativamente sulla valuta svedese sono le recenti dichiarazioni
di Stefan Ingves, governatore della Riksbanks (la Banca Centrale svedese),
le quali hanno lasciato intendere che l'istituto centrale svedese
continuerà ad adottare una politica monetaria cauta, lasciando
– almeno nel breve periodo – i tassi d'interesse invariati (attualmente pari a -0.5%).
Come si può osservare dal grafico sotto riportato, la Corona svedese da inizio febbraio ha assunto una dinamica di deprezzamento (ad eccezione di inizio marzo), perdendo più del 4% del suo valore nei confronti dell'euro (6% nei confronti del dollaro) e raggiungendo un valore che non si osservava dal lontano 2010, pari a 10.28 Corone per Euro (8.35 Corone per dollaro).
Un'altra valuta che sta seguendo una dinamica di deprezzamento è il Dollaro australiano. Come si può osservare dal grafico sottostante, da inizio febbraio la valuta australiana si è indebolita del 5.7% nei confronti del dollaro (3.9% nei confronti dell'euro), chiudendo la settimana con un valore pari a 1.30 Dollari australiani per dollaro USA (1.60 Dollaro australiani per euro).
L'andamento dell'Aussie potrebbe essere stato influenzato dalle recenti flessioni dei
prezzi delle commodities, che costituiscono la principale categoria di beni
esportati dall'Australia.
Nel 2017 la Cina è stata la prima destinazione per le esportazioni australiane,
distanziando significativamente gli altri partner commerciali. Questo forte
legame con il mercato cinese potrebbe costituire un fattore di debolezza per
l'Australia, essendo il paese asiatico nel mirino della guerra commerciale di Trump.
Ciononostante, il quadro macroeconomico australiano risulta positivo: nel 2017
il tasso di crescita del PIL a prezzi costanti è risultato pari al 2.2%,
l'inflazione si è attestata attorno al 2% e il tasso di disoccupazione,
in decrescita, ha toccato i livelli del 5.6%.
La futura dinamica del Dollaro australiano rimane tuttavia incerta, anche
alla luce dell'incontro, in programma la settimana prossima, della
Reserve Bank of Australia (RBA).
Una valuta che al contrario sta seguendo un trend di rafforzamento è il Ringgit malese.
Come si evince dal grafico sotto riportato, da settembre 2017 il tasso di
cambio effettivo della valuta malese ha guadagnato 7.8 punti percentuali.
Secondo quanto dichiarato dalla stessa Banca Centrale malese
(The United Overseas Bank – Malaysia), tale dinamica si inserisce in
un contesto economico favorevole, caratterizzato da una forte crescita
del PIL (5.4% nel 2017), un saldo delle partite correnti positivo,
un tasso d'inflazione pari al 3.8% e un tasso di disoccupazione estremamente contenuto (3.4%).
L'apprezzamento del Ringgit è tenuto sotto controllo dall'istituto
centrale malese che, nell'ultimo anno, ha aumentato le proprie
riserve valutarie, attualmente pari a 102 miliardi di dollari.