Perché i paesi si scambiano beni e servizi?
Focus sulle diverse teorie economiche
Pubblicato da Marzia Moccia. .
Internazionalizzazione Metodologie e Strumenti
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Nei mesi scorsi il dibattito sul commercio estero è stato animato dal passaggio dell'amministrazione americana da una posizione liberista ad un posizione più protezionistica. Questo processo sembra essere una risposta di sfiducia verso l’idea che l'apertura al commercio internazionale possa produrre sempre risultati positivi per un paese. Tale problematica risulta assai complessa, nel presente articolo ci limiteremo ad esporre le tre principali teorie economiche che spiegano perché i paesi traggono beneficio dallo scambio internazionale di merci e servizi. Faremo riferimento a tre modelli fondamentali del commercio internazionale:
- il modello di scambio degli economisti classici;
- il modello di Heckscher-Ohlin;
- il modello di differenziazione, derivato dalla concorrenza monopolistica con libero commercio.
Per gli economisti classici lo scambio è conveniente tra paesi che usano diverse tecnologie.
Prima di Ricardo, Adam Smith1 aveva sostenuto che per due paesi è conveniente
scambiare dei beni se questi presentano un vantaggio assoluto. Se l'Inghilterra produce a costi
minori i tessuti e il Portogallo a costi minori il vino, allora sia l'Inghilterra che il Portogallo
avranno un beneficio netto se scambiano tessuto contro vino.
L'intuizione di Ricardo è stata quella di segnalare che questa convenienza rimane anche se uno dei due
paesi ha un vantaggio produttivo assoluto per entrambi i beni. Basta infatti supporre che all'interno
di ciascun paese i due beni presentino vantaggi comparati opposti affinché emerga la convenienza allo
scambio2.
Secondo il modello di Heckscher-Ohlin, lo scambio è conveniente tra paesi che hanno dotazioni di risorse diverse.
Il modello Heckscher-Ohlin si basa sul presupposto che alcuni paesi si caratterizzano per una diversa disponibilità di risorse impiegate nella produzione, a parità di condizione tecnologica. In questo caso lo scambio di beni tra paesi è conveniente perché permette di ridurre le differenze di prezzo tra paesi dovute alla disponibilità delle risorse. Si immagini che il Paese A abbondi del fattore capitale e scarseggi del fattore lavoro, mentre che per il Paese B valga il contrario. Il prezzo relativo di un bene prodotto con una tecnologia ad alta intensità di capitale (ad esempio un computer) sarà più basso in A rispetto a B, riflettendo la diversa dotazione di risorse dei due Paesi. Il prezzo relativo di un bene ad alta intensità di lavoro (come le scarpe) sarà invece più basso in B. Il beneficio dello scambio permette di importare il bene meno costoso prodotto dai concorrenti ed esportare quello che all’interno risulta meno costoso.
Le teorie più recenti evidenziano come lo scambio sia conveniente tra paesi che offrono prodotti differenziati.
I modelli precedenti spiegano i benefici derivanti dallo scambio di beni diversi. Le teorie più recenti dimostrano che anche paesi identici per tecnologia e dotazioni di fattori potranno beneficiare dall’apertura commerciale se scambiano beni differenziati. È possibile che un’economia nazionale importi ed esporti la stessa tipologia di bene per il fatto che all’estero se ne produce una varietà differente da quella prodotta dai concorrenti. Lo scambio permette di aumentare la varietà di beni complessivamente accessibile nei diversi mercati e di potenziare l’efficienza delle imprese domestiche grazie alle economie di scala.
Conclusioni
I tre modelli sopra illustrati si integrano e si completano a vicenda. Nella realtà, infatti, le motivazioni si sovrappongono l’una all’altra. Il vantaggio di fare riferimento ad una teoria economica che mette in risalto un particolare aspetto è di poter isolare ed analizzare i benefici e i costi legati all’aspetto considerato.
(1) Adam Smith e David Ricardo sono i padri dell'economia classica.
(2) Si supponga ad esempio che per produrre vino siano necessarie 3 ore di lavoro in Portogallo, mentre in Inghilterra 10. Per produrre tessuti in Portogallo servono 6 ore di lavoro mentre in Inghilterra 8. Il Portogallo ha un vantaggio assoluto nella produzione di entrambi i beni, ma il rapporto lavoro-per-vino/lavoro-per-tessili renda più efficiente la produzione di vino per il Portogallo rispetto al tessile e viceversa per Inghilterra. Allora il Portogallo avrà convenienza a produrre più vino e meno tessile (e viceversa l'Inghilterra) e commerciare vino con tessuti con l'Inghilterra.