Una nuova catena del valore per la smartphone industry
Piccole imprese minacciate dalle politiche protezionistiche e dal rallentamento della domanda finale.
Pubblicato da Marzia Moccia. .
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Liberamente tratto da "The global smartphone supply chain needs an upgrade" - The Economist 08 settembre 2018
L’industria mondiale dello smartphone mostra, ad oggi, una duplice natura: da un lato le big
(Apple, Samsung, Huawei, Xiaomi, OPPO), dall’altro una costellazione di piccoli fornitori
finanziariamente più instabili, localizzati sia nel paese della casa madre che in paesi esteri.
Viene così alla luce una catena del valore fortemente internazionalizzata.
La debolezza delle imprese che ruotano attorno alle big le rende più soggette ai rischi legati alla
politica protezionistica. Infatti, se da un lato le case madri e i produttori di semiconduttori hanno
margini di profitto abbastanza elevati da poter neutralizzare l’effetto di eventuali maggiori tariffe,
dall’altro le piccole imprese fornitrici sono fortemente minacciate dalle tensioni del commercio
internazionale. I bassi margini di profitto, unitamente alla presenza di costi fissi, potrebbero
spazzarle via dal mercato.
Se ci si evolvesse verso un mondo meno aperto in termini di commercio estero, allora la catena del valore
del digitale avrebbe bisogno di essere rivista. In particolare, le imprese fornitrici localizzate
all’estero si troverebbero davanti alla necessità di aumentare il margine di redditività per
fronteggiare i maggiori costi. Il carattere internazionale della catena del valore subirebbe notevoli
modifiche, a fronte di una potenziale maggiore convenienza nel produrre a livello nazionale.
Ai rischi connessi al protezionismo si aggiungono quelli legati alla natura intrinseca del mercato:
i paesi sviluppati stanno raggiungendo la saturazione, come è avvenuto per la Cina lo scorso anno,
evidenza che induce a supporre che la fase di smartphone boom stia scemando.