Percorsi di internazionalizzazione: il costo dell’ analisi strategica

L’analisi strategica ha sicuramente un costo immediato. Evitare questa spesa può portare a costi molto più alti nel medio termine.

.

Bestpractice Export Metodologie e Strumenti

Accedi con il tuo account per utilizzare le funzioni stampa migliorata (pretty print) e includi articolo (embed).
Non sei ancora registrato? registrati!

Il mondo degli export manager è diviso tra chi ritiene fondamentale, nei percorsi di internazionalizzazione aziendale, un approccio strategico e chi invece valuta l’analisi strategica un costo che può essere evitato. Questo divario rimanda al tema classico di gestione aziendale del rapporto esistente tra Strategia e Realizzazione, dove con la prima si intendono tutte quelle attività finalizzate ad esplicitare direzione, modi e tempi dell’operatività e, con la seconda, l’operatività stessa.

Le PMI italiane hanno spesso una gestione aziendale a-strategica

Un elemento incontrovertibile nella gestione di un'impresa è che la Realizzazione può essere portata a termine senza alcuna Strategia esplicita, ovvero senza sostenere i costi per la sua fomulazione. Allo stesso tempo, però, nessuna Realizzazione può essere attuata senza avere come riferimento una visione strategica, solo che questa non è esplicitata, ma è nella mente di coloro che prendono decisioni riguardanti obiettivi, modi e tempi dell’azione.

Tutte le organizzazioni che hanno scarsità di risorse, tra cui molte Piccole e Medie Imprese (PMI), tendono ad evitare i costi delle esplicitazione di una strategia e, di conseguenza, apprezzano molto gli export manager che operano senza una strategia esplicita di riferimento. L’apprezzamento per l’Export Manager è direttamente proporzionale alla tempestività e al livello dei risultati ottenuti.
Inoltre, tutte le organizzazioni fortemente verticali (comprese molte PMI guidate da un forte capo azienda) operano con processi consolidati che incorporano le decisioni riguardanti la direzione, modi e tempi dell’azione, rendendo queste decisioni modificabili solo tramite un intervento diretto del capo azienda. In questo specifico caso esplicitare una strategia è inutile perché essa è nella mente dell’unico decisore di fatto esistente in azienda.
Queste due evidenze portano a creare un forte connubio tra PMI e gestione aziendale a-strategica, intendendo con questo termine una gestione non supportata da una esplicita strategia.

Cosa insegnano le teorie manageriali

A fronte di una gestione aziendale a-strategica, tutte le teorie manageriali mettono in evidenza che:

  1. se nell’impresa esistono più decisori, l’esplicitazione di una strategia è fondamentale per tenere sotto controllo la coerenza tra i diversi obiettivi;
  2. se cambia l’ambiente esterno all’impresa, la strategia aziendale deve essere rivista per riposizionare l’impresa in un’area sostenibile con il nuovo ambiente;
  3. se cambia la strategia aziendale, tutti in azienda devono verificare se le proprie azioni sono coerenti con la nuova strategia, ed eventualmente modificarle. Solo una strategia esplicita può portare ad un veloce allineamento;
  4. senza una strategia/pianificazione esplicita, il controllo analitico dei risultati perde di significato, impedendo, da un lato, di rafforzare le competenze sulla azioni che hanno prodotto i migliori risultati e, dall’altro, di individuare possibili aree di miglioramento; in altre parole, l’azienda non apprende dai propri successi ed errori. Poichè tutti i percorsi di internazionalizzazione sono lastricati di errori, questi diventano costi affondati che non possono essere recuperati grazie al miglioramento delle successive azioni.

Rivoluzioni tecnologiche, globalizzazione e instabilità dei mercati stanno modificando continuamente l’ambiente esterno aziendale

Viviamo in un ambiente economico caratterizzato da ampie e profonde rivoluzioni tecnologiche, da aree economiche che si stanno ampliando, interagendo sempre più con le altre aree, da mercati fortemente vulnerabili alle modificazioni della fiducia e aspettative degli operatori economici. In questa situazione l’ambiente economico di riferimento di un’impresa è in continuo cambiamento.

Alla turbolenza normale, nel prossimo futuro si aggiungeranno gli effetti dell’aumento dei tassi di interesse e delle modifiche delle politiche di commercio internazionale. Cambierà la gerarchia dei mercati per livello di opportunità, tipologie dei rischi e grado di accessibilità. Non allineare in modo esplicito le proprie strategie ai cambiamenti previsti espone l’impresa a subirli passivamente e a sperare in venti favorevoli. Ma, non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare (Seneca).