Usa, Cina e il WTO

Come la disputa commerciale tra le due superpotenze potrebbe riformare il WTO

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Liberamente tratto da "6 ways China and the United States could jumpstart trade reforms" - 26 novembre 2018 World Economic Forum

L’incontro tra Trump e Xi Jinping al G20 in Argentina rappresenterà un momento topico per il futuro della disputa commerciale tra Cina e America. Tuttavia, affinché il summit possa avere un ruolo costruttivo nel panorama dell’economia internazionale, è necessario che si traduca in un confronto volto a superare in maniera duratura le differenze tra i due Paesi. Reindirizzare la disputa commerciale all’interno di un sistema multilaterale come quello del WTO, dal quale l’amministrazione americana ha voluto prendere distanze, consentirebbe proprio questo, salvaguardando un punto di vista cooperativo e corale.

La via delle concessioni bilaterali non risulta, infatti, percorribile per il fronte Washington-Pechino, principalmente per due motivi: in primo luogo la Cina considera gli accordi bilaterali con l’amministrazione americana politicamente vulnerabili, dopo il fallimento della tregua stretta lo scorso maggio; in secondo luogo perché, da un punto di vista giuridico, la Cina non è autorizzata a fare concessioni bilaterali, per via del principio di non discriminazione del WTO1.
Per questi motivi, tornare a un sistema di regole codificate sembra essere l’unico approccio per risolvere in modo sostenibile le controversie commerciali, senza dover ricorrere a pratiche tariffarie che rischiano di gravare significativamente sull’economia nazionale e internazionale.

Indirizzare la disputa Usa-Cina all’interno del sistema del WTO potrebbe dare avvio alla necessaria riforma delle attuali regole dell'organizzazione. Per gli Usa, infatti, sedere al tavolo delle contrattazioni multilaterali costituirebbe l’occasione per affrontare le problematiche legate al commercio estero con la Cina in cooperazione con gli altri stati membri. Canada, UE, Giappone e altri membri del WTO stanno, infatti, già cercando di intraprendere un cammino collettivo di riforma del sistema vigente2, all’interno del quale potrebbe trovare spazio il dialogo tra l'amministrazione americana e quella cinese.

La politica riformista dovrebbe, infatti, coinvolgere tematiche fondamentali per il futuro del commercio internazionale, riassumibili in sei punti:

  1. Riformare la disciplina attinente ai sussidi industriali, regolamentando lo spazio di azione delle imprese statali e delle sovvenzioni per l’agricoltura;
  2. Migliorare la trasparenza e il monitoraggio, a garanzia di una piena applicazione delle misure e delle politiche commerciali;
  3. Regolamentare il tema del trasferimento di tecnologia e della tutela della proprietà intellettuale, stabilendo regole chiare riguardo la responsabilità dei governi in materia;
  4. Promuovere la creazione di nuove regole legate al commercio digitale;
  5. Promuovere politiche maggiormente inclusive per le economie emergenti;
  6. Costruzione di un efficace meccanismo di risoluzione delle controversie.

La riforma del sistema legislativo del WTO sembrerebbe essere l'unica alternativa in grado di risolvere le controversie commerciali in modo sostenibile per l'economia internazionale.


1) Secondo il principio di non discriminazione, qualsiasi tipologia di azione deve essere estesa per legge a tutti i 163 membri dell’organizzazione.
2) Si veda il comunicato del summit di Ottawa.