Global Gender Gap Index: lotta alla disparità di genere ed economia
I progressi nella lotta alla disparità di genere hanno modificato i classici modelli di consumo, tuttavia il cammino risulta ancora lungo
Pubblicato da Marzia Moccia. .
Modelli di consumo Congiuntura Internazionale
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La parità di genere è un requisito fondamentale affinché l’economia e la società di un paese possa prosperare. Garantire, infatti, la piena inclusione e il pieno sviluppo a circa la metà della popolazione mondiale influisce in modo significativo sulla crescita, sulla competitività e sul futuro di un’economia. Una recente pubblicazione del IMF 1 consente di evidenziare come la forza lavoro maschile e femminile non può considerarsi perfettamente sostituibile, grazie a skill complementari che caratterizzano ciascun genere. Assicurare una maggiore integrazione alla componente femminile della forza lavoro consente di incrementare la produttività di un’impresa in virtù delle competenze complementari apportate, garantendo benefici significativi sulla crescita.
Attraverso il Global Gender Gap Index, redatto annualmente dal 2006 dal World Economic Forum, è possibile confrontare 144 paesi sul tema della disparità di genere, secondo criteri di partecipazione all’attività economica, di partecipazione all’attività politica, di accesso all’istruzione, di salute e sopravvivenza. L’indice è una misura sintetica del progresso di un paese nella lotta alla disparità di genere, ed esprime la percentuale del divario tra uomo e donna che i paesi hanno colmato. Per tale ragione l’indice del Gender Gap è compreso tra 0 e 1: se, ad esempio, l’indice è pari a 0.5 allora il divario tra sessi è stato colmato per il 50%; se invece è pari a 1 l’integrazione è completa.
Il grafico che segue mostra l’evoluzione dell’indice aggregato di Gender Gap nel corso degli ultimi anni. In media, nei 144 Paesi analizzati, il differenziale esistente tra i generi si è gradualmente ridotto: nel 2006, a livello globale, era stato colmato circa il 64.4% del gap, nel 2016 la percentuale è salita al 68.3%. Nel corso di dieci anni, cioè, il progresso nella lotta alla disparità di genere ha ridotto di circa 4 punti percentuali l’indice aggregato.
Global Gender Gap Index (2006-2016)
I progressi raggiunti nella lotta alla disparità di genere si sono accompagnati a una significativa modifica delle preferenze e delle abitudini di consumo del
segmento femminile. I dati sul commercio mondiale consentono di raccontare tale cambiamento e di testimoniare le avvenute modifiche nei modelli di consumo,
riflesso delle nuove abitudini di moda e del nuovo ruolo nella società
(si veda, ad esempio, l’articolo
Quali sfide per il distretto della calza mantovano).
Tuttavia, in termini geografici la lotta alla disparità di genere risulta ancora assai eterogenea. Attraverso il confronto dello score delle componenti dell’indice per il caso Italia e Islanda, è possibile illustrare come insistano ampi differenziali nella lotta alla disparità di genere soprattutto per i temi della partecipazione all’attività economica e politica. L’indice di Gender Gap è infatti una misura sintetica di quattro componenti:
- Partecipazione all’attività economica
È una misura sintetica di tre variabili principali: la partecipazione all’attività economica, misurata dalla differenza tra il tasso di occupazione femminile e quello maschile, il differenziale nella remunerazione e il gap nelle opportunità di carriera; - Accesso all’istruzione
Sub-indice che esprime il differenziale di accesso all’istruzione primaria, secondaria e terziaria e fornisce, inoltre, una misura del tasso di alfabetizzazione femminile e maschile della popolazione; - Salute e sopravvivenza
Si compone di due indicatori, una misura della preferenza di un paese per figli maschi e una del differenziale esistente nell’aspettativa di vita maschile e femminile; - Partecipazione all’attività politica
Esprime in maniera sintetica il numero di donne coinvolte nell’amministrazione politica dei governi centrali.
Il grafico a radar che segue permette di confrontare il valore dello score per Italia e Islanda, Paese particolarmente virtuoso sul tema della parità
di genere, in riferimento alle quattro misure incluse nel Gender Gap Index.
Risulta chiaro come l’indice per i due Paesi registri valori molto simili riguardo i criteri di istruzione e salute, ma come, allo stesso tempo,
il Belpaese presenti valori significativamente inferiori per i criteri di partecipazione femminile all’attività economica e politica.
Gender Gap Index: confronto Italia e Islanda
Partecipazione all’attività economica
L’Islanda ha colmato circa l’81% del gap di genere esistente in termini di partecipazione all’attività economica, mentre l’Italia solamente il 57%.
Questo significa che in Italia sui temi della partecipazione alla forza lavoro, della remunerazione e delle opportunità di carriera bisognerebbe colmare un
differenziale del 43% per garantire piena integrazione di genere.
Partecipazione all’attività politica
L’integrazione della componente femminile nell’attività politica centrale rappresenta per l’Italia la misura dallo score più basso: il differenziale da colmare
risulta circa pari al 67% per poter realizzare una piena integrazione di genere, di 39 punti percentuali più elevato dell’Islanda.
Nonostante i progressi degli ultimi anni, perciò, il cammino per la realizzazione della piena integrazione di genere risulta ancora lungo. La consapevolezza dei cospicui costi economici e produttivi di un'integrazione ancora parziale dovrebbe rappresentare un monito affinché il progresso nella lotta alla disparità proceda ad una velocità sostenuta.
(1) Fondo Monetario Internazionale: Economic Gains from Gender Inclusion: Even Greater than You Thought