Emergenti in ripresa? Il caso della Rupia indonesiana
Più fattori sostengono il recupero della valuta, ma il fronte bilancia commerciale rimane problematico.
Pubblicato da Alba Di Rosa. .
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Nel filone degli emergenti in ripresa, dopo i casi di Lira turca
e Rupia indiana,
ci concentriamo questa settimana sulla Rupia indonesiana.
L’indebolimento della valuta di Jakarta
è cominciato all’inizio del 2017, e proseguito fino a ottobre di quest'anno, quando la valuta ha raggiunto (e superato) la soglia delle 15 000 Rupie per dollaro.
È dal mese novembre che sembra sia in atto significativa ripresa, che ha portato la valuta indonesiana a recuperare il 4.8% del suo valore rispetto al dollaro.
A beneficio della Rupia
- Guerra commerciale in stand-by
A beneficio della Rupia è andato l’allentamento delle tensioni sul fronte guerra commerciale USA-Cina: sabato scorso il presidente americano Trump e la
controparte cinese Xi Jinping si sono incontrati al margine del G20 di Buenos Aires, e ciò che è emerso è stata una momentanea tregua. L’amministrazione americana
ha posticipato di 90 giorni l’imposizione di tariffe del 25% (dall’attuale aliquota del 10%), per dare più tempo alle negoziazioni.
La reazione dei policy-makers indonesiani alla notizia è stata positiva poiché, secondo gli analisti, le tensioni commerciali spingono gli investitori lontano dagli asset degli emergenti.
- Operato della banca centrale
Il deciso operato della Bank Indonesia (BI) ha contribuito al rafforzamento della Rupia degli ultimi mesi: a novembre è stato portato avanti il quinto rialzo dell’anno per il tasso d’interesse di riferimento, che attualmente ammonta al 6%.
- Azione del governo
A sostegno della Rupia è intervenuto anche il governo, con azioni volte a correggere il deficit delle partite correnti, uno dei principali fattori dietro al
deprezzamento della Rupia. Oltre ai provvedimenti volti a ridurre le importazioni e stimolare le esportazioni, di cui avevamo parlato nel
contributo di settembre,
le ultime iniziative di policy del governo vertono sulla promozione del turismo e sull’attrazione di investimenti esteri.
Nonostante queste iniziative, gli ultimi dati rilasciati dalla BI mostrano come il deficit del conto corrente si sia ampliato di quasi l’11% nel III trimestre 2018
rispetto al trimestre precedente, e quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2017. L’azione del governo non sembra quindi aver sortito, per il momento, gli
effetti sperati.
- Prezzo del petrolio
Infine, ultimo ma non meno importante, il fattore petrolio: anche la valuta indonesiana, così come quella indiana, ha tratto beneficio dalla riduzione del prezzo del petrolio, visto che le sue importazioni, seppur notevolmente inferiori rispetto a quelle indiane, costituiscono comunque una rilevante voce in negativo nella bilancia dei pagamenti.
Saldo bilancia commerciale Indonesia, settore oil & gas
Fonte: Elaborazioni StudiaBo su dati Bank Indonesia.
Il quadro macroeconomico
Nel complesso, la situazione macroeconomica del paese è positiva. E’ in atto un processo inflattivo, ma moderato: l'inflazione non sembra dunque rispecchiare, almeno per il momento l’indebolimento della valuta. A novembre la crescita dei prezzi al consumo ha superato il 3% su base tendenziale, valore considerato nella norma, all’interno del corridoio fissato dalla banca centrale.
La crescita del paese risulta inoltre solida: nel III trimestre 2018 il PIL ha registrato un +5.2% rispetto allo stesso periodo del 2017.
Per cause politiche, quali le imminenti elezioni nel 2019, il fattore crescita potrebbe quindi essere momentaneamente sacrificato a favore della stabilità della valuta: nessun presidente in campagna elettorale mira a perdere elettori riducendo il potere d’acquisto delle classi più povere.