Scenari di previsione per le esportazioni italiane
Scenario Sace e scenario StudiaBo a confronto
Pubblicato da Luigi Bidoia. .
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Nei giorni scorsi Sace ha pubblicato il rapporto di previsione sulle esportazioni italiane Export Karma. Questo rapporto fornisce l’occasione per fare un’analisi delle potenzialità all’estero del sistema produttivo, attraverso un’analisi comparata tra due scenari di previsione: quello Sace e quello StudiaBo, pubblicato nella sezione Analytics di ExportPlanning di questo portale.
La prima caratteristica di questi due scenari è quella di esprimere le previsioni nella medesima unità di misura: il valore delle esportazioni in euro; questo rende i due scenari tra loro immediatamente comparabili1. La seconda caratteristica è che questi scenari usano metodologie diverse e ipotesi esogene (ciclo economico mondiale, dinamiche delle materie prime, tassi di cambio, ecc), formulate in modo autonomo dai due istituti.
Dal punto di vista della previsione del totale delle esportazioni italiane i due scenari presentano risultati tra loro molto simili, come illustrato dal grafico qui riportato.
Lo scenario Sace è leggermente più ottimista nel 2019; i due scenari si equivalgono nel 2020; nel biennio 2021-2022, lo scenario StudiaBo è più ottimista di circa mezzo punto percentuale, con una previsione media annua di crescita delle esportazioni italiane del 5% a fronte di una previsione Sace del 4.5%.
Questa coincidenza di risultati è particolarmente importante, data la diversa metodologia utilizzata nei due scenari. Lo scenario Sace riflette un processo di analisi economica basato sulla valutazione analitica dei fatti economici che possono influenzare le nostre esportazioni; lo scenario StudiaBo è frutto, invece, di un processo automatico di previsione a livello di 5000 codici prodotto. Nel primo caso si privilegia l’analisi dettagliata di molteplici fenomeni macroeconomici; nel secondo caso, si privilegia un approccio microeconomico, facendo ricorso a tecniche di machine learning. Dal punto di vista della teoria di previsione, la coincidenza tra scenari di previsione formulati in modo indipendente e con metodologie diverse riduce il range di incertezza della previsione stessa2.
Particolarmente interessante è il confronto dei due scenari di esportazioni italiane a livello di singolo mercato.
Nella mappa che segue i diversi mercati sono posizionati sulla base della variazione media prevista delle esportazioni italiane nel periodo 2019-2022 ricavate dallo scenario StudiaBo (asse delle x) e dallo scenario Sace (asse delle y). La dimensione del cerchio è proporzionale al livello delle esportazioni italiane nel 2018. Infine, i diversi paesi sono colorati in funzione del loro stadio di sviluppo, distinguendo tra paesi Developed con elevati livelli di reddito, Emerging con bassi livelli di reddito ma condizioni economiche tali da sostenere una fase significativa di sviluppo, e Others caratterizzati da limitate risorse economiche.
Anche a livello di singolo paese, i risultati tra i due scenari sono molto simili.
La coincidenza è molto elevata per tutti i paesi sviluppati. Ad esempio, le previsioni per le esportazioni dell’Italia verso la Germania sono di 3.0% e 3.5%, rispettivamente per lo scenario StudiaBo e Sace; quelle per gli Stati Uniti sono 4.2% e 4.7%; quelle per Singapore 7.1% e 5.3%. Fanno parzialmente eccezione le previsioni riguardanti il Giappone, dove le esportazioni dello scenario StudiaBo crescono nella media dei prossimi 4 anni ad un tasso del 8.5%, a fronte di una previsione Sace del 4.1%.
Più significative sono le differenze dei due scenari per i mercati emergenti, a conferma della maggiore incertezza che grava su questi mercati. In particolare, meritano di essere segnalate le differenze che riguardano i due paesi attualmente in forte crisi (Turchia e Argentina) e l’area Asean. In entrambi i casi la previsione Sace è più prudente.
Per la Turchia, in particolare, Sace prevede una caduta delle nostre esportazioni del 6.6% quest’anno e un aumento medio annuo del 2.2% nel triennio 2020-2022. Anche lo scenario StudiaBo prevede una flessione per il 2019, ma solo del 4%, seguita da una crescita più sostenuta pari all’8%, nel triennio successivo.
Per l’Argentina, lo scenario StudiaBo prevede una caduta del 2% quest’anno e una crescita dell’8% negli anni successivi. Lo scenario Sace prevede, invece, una caduta molto più intensa nel 2019 (-9%), e una crescita limitata al 4% nel triennio successivo.
Infine, per l’area ASEAN, lo scenario Sace prevede tassi di crescita compresi tra il 5% e l’8%, ad esclusione della Thailandia verso cui le esportazioni italiane sono previste crescere solo del 4%. Viceversa, lo scenario StudiaBo prevede tassi di variazione delle esportazioni italiane prossime al 10% per tutti i paesi di quest’area, inclusa la Thailandia.
Conclusioni
Considerare uno scenario di previsione solo come l’evoluzione futura di un fenomeno è un approccio che sfrutta solo in parte il contenuto informativo dello scenario stesso. Uno scenario, infatti, descrive, tra le tante evoluzioni possibili, quella che ha la maggior probabilità di realizzarsi, date le metodologie utilizzate e le variabili esogene ipotizzate. Un confronto tra due scenari fornisce, quindi, informazioni parziali se viene inteso solo con l’obiettivo di scegliere quale di essi ha la maggiore probabilità di realizzarsi. Viceversa, si ottiene una maggior
ricchezza informativa se il confronto è finalizzato anche a valutare il grado di incertezza che grava sui fatti oggetto di previsione.
Da questo punto di vista, il confronto descritto in questo articolo suggerisce di considerare molto probabili quasi tutte le previsioni contenute nei due scenari e di usare, viceversa, prudenza nel valutare la possibilità che i paesi attualmente in crisi (Turchia e Argentina) possano ritrovare velocemente un sentiero di crescita significativo e che l’elevata crescita dell’area Asean possa procedere senza significativi intoppi.
1) La misura normalmente utilizzata negli scenari di previsione sono le esportazioni a prezzi costanti, ossia al netto delle variazione dei prezzi e dei cambi. Il motivo è che gli economisti sono abituati a distinguere le dinamiche delle quantità da quelle dei prezzi e dei cambi. Le imprese, viceversa, ragionano quasi esclusivamente in termini di valori correnti, che è la misura con cui esprimono i propri ricavi e i propri costi.
2) Va tuttavia osservato che, anche se formulati in modo indipendente, entrambi gli scenari riflettono ipotesi simili di ciclo economico mondiale, che orientano le previsioni dei singoli mercati verso percorsi simili.