Come esportare in modo sicuro prodotti cosmetici in USA
Gli aspetti normativi da considerare prima di avviare un'attività di export
Pubblicato da Marianna Siani. .
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L'articolo è redatto in collaborazione con ExportUSA.
Gli Stati Uniti sono uno dei più grandi mercati al mondo per consumi di prodotti di bellezza. Nel corso degli ultimi anni le importazioni di cosmetica in USA hanno segnalato una dinamica assai vivace: il valore delle importazioni di prodotti beauty è raddoppiato rispetto al 2010, divenendo uno dei principali mercati target per le aziende della filiera.
Come trattato nell’articolo Beauty export verso gli USA: strategie e tendenze, la domanda americana di prodotti di beauty e personal care sta conoscendo una fase di crescita molto espansiva negli ultimi anni. Ma quali sono gli aspetti normativi da considerare per poter avviare un processo di esportazione sicuro?
L’export di cosmetici negli USA: la normativa in materia di etichettatura
La regolamentazione del settore cosmetico in USA è di competenza dalla US Food and Drug Administration (FDA). La base giuridica di riferimento per esportare cosmetici negli Stati Uniti è costituita da due regolamenti principali: il Food Drugs Cosmetic Act (FDCA) e il Fair Packaging and Labeling Act (FP&L), a cui si associano tutti i regolamenti pubblicati dalla US Food and Drug Administration sotto l’autorità di queste due leggi. È opportuno segnalare, inoltre, che lo stato della California presenta una disciplina specifica. Prima della commercializzazione del prodotto cosmetico nello Stato, infatti, è necessario assicurarsi che gli ingredienti del proprio prodotto non siano listati nella Proposition 65, legge federale che elenca una serie di sostanze chimiche vietate.
Secondo quanto previsto dalla disciplina, i principali requisiti su cui porre particolare attenzione riguardano ingredienti ed etichettatura dei prodotti. Una corretta etichettatura deve, infatti, essere funzionale ad informare i consumatori sull'utilizzo del prodotto e su eventuali avvertenze correlate, oltre che ad indicare in modo chiaro composizione, luogo di produzione e distribuzione. Particolare attenzione deve essere prestata ad alcuni elementi di base, da adeguare alle linee guida USA.
In primo luogo, è necessario adeguare alle linee guida americane le seguenti informazioni:
- nome e identità del prodotto;
- unità di misura;
- destinazioni d’uso;
- warnings;
- appropriata indicazione degli ingredienti.
È di fondamentale importanza che la comunicazione e l’utilizzo di termini specifici siano chiari, efficaci e non ingannevoli. Ciascun etichetta deve dichiarare esclusivamente l’azione effettiva del cosmetico e non la sua azione presunta, salvaguardando la veridicità e la correttezza dell’informazione a tutela del consumatore. Il medesimo divieto si estende a pubblicità e siti internet di riferimento del prodotto.
Nel rispetto del principio di veridicità è inoltre, opportuno porre particolare attenzione nell’uso dei termini natural e organic in etichetta. La Food and Drug Administration non si è infatti mai pronunciata sull’utilizzo del termine natural e non ha stabilito una regolamentazione in ambito cosmetico. L’U.S Department of Agriculture ha, invece, regolamentato il termine organic nell’etichettatura di prodotti biologici agroalimentari, tuttavia non lo ha disciplinato in ambito cosmetico.
Nonostante la lacuna legislativa, la Federal Trade Commission (FTC) ha stabilito che un uso ingannevole di tali termini in presenza di componenti artificiali costituisce un comportamento ingannevole, ed espone l’azienda esportatrici a sanzioni che possono arrivare fino a $16.000 per ogni singola violazione (si consideri che ogni singola vendita del prodotto costituisce una separata violazione).
Per finire, è sempre opportuno verificare che eventuali contenuti ritenuti obbligatori nella stesura delle etichette in altri paesi, siano da considerarsi tali anche negli Stati Uniti. Ad esempio, in Europa è obbligatorio l’inserimento in etichetta del PAO (simbolo del Period After Opening), mentre negli Stati Uniti il suo inserimento è assolutamente facoltativo.
Registrazione FDA per prodotti cosmetici: è prevista?
Una volta che il prodotto è stato messo a norma secondo la regolamentazione vigente, è pronto per l'esportazione e, soltanto dopo la messa in commercio, si potrà decidere se registrarsi al FDA (Voluntary Registration). I prodotti cosmetici fanno infatti parte dell’unico settore non sottoposto a registrazione FDA obbligatoria, ad eccezione dei prodotti cosmetici ad uso professionale, come ad esempio i prodotti utilizzati nei saloni di bellezza, centri benessere, cliniche per la cura della pelle e campioni di hotel. Inoltre, non si applica a prodotti considerati “farmaceutici” come creme solari, trattamenti sbiancanti della pelle e creme per l’acne.
Tuttavia, la volontarietà della registrazione FDA per i prodotti cosmetici destinati al consumo non implica uno snellimento delle procedure, poiché non esistono controlli preventivi ma l’intero processo grava interamente sulle aziende esportatrici. La singola azienda deve infatti accertarsi prima dell'esportazione che i prodotti destinati al mercato possano considerarsi a norma: solo all'arrivo in dogana, il personale della FDA effettuerà i controlli per la messa in vendita negli Stati Uniti.
Diverse società di consulenza per l’export aiutano perciò gli esportatori a seguire un iter di controlli preventivi per evitare che le spedizioni vengano bloccate in dogana.