Bilancia commerciale USA: il peso dei dazi

Il deficit commerciale americano ai tempi della guerra commerciale

.

Stati Uniti Bilancia commerciale Guerra commerciale Congiuntura Internazionale

Accedi con il tuo account per utilizzare le funzioni stampa migliorata (pretty print) e includi articolo (embed).
Non sei ancora registrato? registrati!

Nei giorni scorsi è stata aggiornata la banca dati ExportPlanning relativa agli scambi commerciali degli Stati Uniti con i dati del terzo trimestre 2019 [1].
I dati disponibili vanno dal primo trimestre 2011 al terzo trimestre 2019 e permettono di mappare su base trimestrale gli scambi commerciali degli Stati Uniti, categorizzandoli per paese Partner (152 paesi della classificazione Ulisse) e per prodotto (oltre 10 mila prodotti della classificazione Harmonized Tariff Schedule- HTS degli Stati Uniti).
La disponibilità delle informazioni aggiornate permette di fare una prima analisi degli effetti della politica commerciale protezionistica fortemente caldeggiata dall’amministrazione Trump.

La dinamica dei flussi commerciali USA

Tassi di crescita tendenziali flussi import/export USA
Fonte: ExportPlanning

In prima analisi, comparando il tasso di crescita tendenziale dei flussi americani di importazione ed esportazione, come riportato nel grafico, risultano evidenti due principali considerazioni:

  • in primo luogo, la crescita delle importazioni e delle esportazioni americane si è sostanzialmente azzerata negli ultimi trimestri. Se da un lato, infatti, le politiche protezionistiche hanno sostanzialmente ridotto la crescita dell’import americano, dall’altro la congiuntura internazionale e le azioni ritorsive dei partner commerciali hanno contributo ad azzerare anche la crescita delle esportazioni americane;
  • in secondo luogo, la politica commerciale americana ha però permesso un graduale riallineamento dei tassi di variazione delle importazioni e delle esportazioni USA. Se, infatti, il periodo 2014-2018 si è caratterizzato per una crescita delle importazioni quasi sempre superiore a quella delle esportazioni, nel 2019 i dati evidenziano un situazione di maggiore equilibrio tra i due flussi commerciali, con una variazione delle esportazioni maggiore (o una caduta minore) rispetto a quella delle importazioni per due trimestri su tre.

Tale allineamento tra la crescita delle importazioni e quella delle esportazioni ha permesso una tendenza alla stabilizzazione del saldo commerciale americano delle merci (si veda il grafico seguente).

Saldo commerciale USA
Fonte: ExportPlanning

Il saldo commerciale delle sole merci USA ha conosciuto una dinamica di progressivo peggioramento nel corso degli ultimi anni, particolarmente accelerata nel corso del 2016 e i primi tre trimestri del 2018, dove è arrivato a sfiorare quota -240 miliardi $. Tuttavia, nel corso dell’ultimo anno il deficit commerciale sembra essere entrato in una fase di stabilizzazione.
Sulla base di tali risultati, la politica protezionistica USA sembrerebbe essere riuscita ad arrestare il peggioramento del deficit commerciale, senza tuttavia averlo significativamente ridotto.
Le azioni sembrano infatti aver avuto benefici molto limitati, soprattutto se si considerano i relativi costi sia in termini di rallentamento delle domanda globale sia di progressivo isolamento geopolitico degli Stati Uniti dalle logiche multilaterali.

Come già descritto in un precedente articolo Il deficit commerciale USA dopo la guerra commerciale di Trump, sono stati diversi i fattori che hanno determinato tale risultato.
Un primo fattore è rappresentato dalla presenza di un effetto sostituzione, per il quale le minori importazioni dai paesi gravati da dazi sono state sostituite, almeno in parte e nel breve periodo, da importazioni provenienti da altri paesi e non da una maggiore produzione americana. Una seconda motivazione è invece legata agli effetti ritorsivi messi in campo dai paesi colpiti dalle tariffe, in primis dalla Cina, che hanno peggiorato la performance delle esportazioni americane, soprattutto data l’attuale congiuntura economica.
In una logica bilaterale, infatti, l’andamento del deficit commerciale americano appare fortemente disomogeneo tra paesi diversi. Il grafico che segue riporta la variazione tendenziale registrata nel terzo trimestre 2018 e quella registrata nel terzo trimestre 2019, categorizzata per paese, permettendo così di distinguere immediatamente i paesi verso i quali il saldo commerciale USA ha subito un miglioramento da quelli verso i quali è invece peggiorato. Il deficit commerciale USA ha sperimentato un peggioramento verso quei paesi collocati in basso a destra del grafico, al di sotto della linea gialla, al contrario ha registrato un miglioramento verso quei paesi che si collocano al di sopra della linea gialla.

Fonte: dati ExportPlanning.

Dall’analisi emergono in particolar modo tre paesi verso i quali la variazione del deficit commerciale americano ha registrato una netta inversione di tendenza: Cina, Arabia Saudita e Canada.
La Cina rappresenta il Paese verso il quale il deficit commerciale americano è migliorato in modo più significativo in virtù dei provvedimenti tariffari che hanno coinvolto i due fronti dall’estate del 2018. Inoltre, il significativo peggioramento visibile durante il terzo trimestre 2018 è da ricondursi al c.d. “effetto anticipatore” per il quale la domanda americana di beni cinesi soggetti a prossima tariffazione ha subito un’impennata proprio nei mesi immediatamente precedenti all’entrata in vigore del provvedimento.
Alla Cina seguono Arabia Saudita e Canada. Nel caso dell’Arabia Saudita il miglioramento deve ricondursi principalmente al forte ridimensionamento delle importazioni americane di petrolio, mentre nel caso del Canada si lega ad un ridimensionamento degli scambi di materie prime tra i due Paesi, a causa principalmente delle pre-esistenti tariffe su acciaio e alluminio.

All’opposto, il saldo commerciale verso Vietnam e Taiwan, ma anche Corea del Sud e India, peggiora significativamente. Sono proprio questi paesi, infatti, ad avere in parte sostituito la Cina, grazie ad un sistema di offerta molto simile al concorrente cinese.
Tra i paesi verso i quali il saldo commerciale americano ha subito un peggioramento si collocano, inoltre, Svizzera, Giappone e anche i principali mercati UE, come Germania, Francia, Italia e Olanda.
Se il vero obiettivo della guerra commerciale avviata dall'amministrazione Trump contro la Cina è il riequilibrio del saldo commerciale USA, e non la leadership tecnologica, allora potremmo osservate in futuro azioni protezionistiche degli Stati Uniti anche verso altri paesi, soprattutto verso quelli con una bilancia commerciale bilaterale in surplus positivo e crescente.


[1] I dati mensili sono ricavati dal sito usatrade.census.gov e sono disponibili fino ad agosto 2019. Il valore totale del terzo trimestre 2019 è stato stimato da StudiaBo, utilizzando tecniche di nowcasting.