Focus America latina: i progressi del Brasile
Finalmente approvata l’attesa riforma del sistema pensionistico, ma la strada verso la crescita economica è ancora in salita.
Pubblicato da Alba Di Rosa. .
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Dopo un periodo di relativa stabilità, nelle ultime settimane il Real brasiliano è tornato a fluttuare verso il dollaro.
In particolare si segnala:
- Un rafforzamento a fine ottobre, dovuto all’approvazione della tanto attesa riforma pensionistica, necessaria a razionalizzare un sistema troppo dispendioso, supportando quindi le finanze pubbliche brasiliane. La borsa e la valuta hanno registrato apprezzamento per questo traguardo del governo Bolsonaro: in particolare il real si è rafforzato di quasi 2 punti percentuali rispetto al dollaro tra il 22 e il 24 ottobre, giorni cruciali per l’approvazione della riforma. Secondo gli analisti gli spazi per un ulteriore apprezzamento sono limitati, dato che il cammino delle riforme risulta per il Brasile ancora lungo.
- Un indebolimento negli ultimi giorni, legato al flop di due ricche aste di licenze petrolifere. La compagnia petrolifera statale Petrobras ha infatti provato questa settimana a vendere all’asta un ampio pacchetto di licenze petrolifere, azione che avrebbe aiutato a rimpolpare le finanze pubbliche, favorendo un significativo afflusso di dollari nel paese, ed affrancare l’industria petrolifera nazionale da un eccessivo statalismo (nel 2015 uno scandalo corruzione ha travolto la Petrobras, aggravando la recessione dell’economia brasiliana). Le aste si sono però rivelate un totale fallimento: sono state assegnate solo un terzo delle licenze, alla stessa Petrobras.
La reazione della valuta è stata immediata, con un indebolimento del 3.5% rispetto al dollaro negli ultimi tre giorni.
Il quadro economico
Le fluttuazioni della valuta, legate principalmente ad eventi contingenti, si inseriscono in un quadro di economico di ripresa, ma ancora caratterizzato da sostanziale debolezza. Benché positiva, la crescita del PIL non procede infatti a ritmi sostenuti: +0.5% nel I trimestre 2019, +1% nel II. Secondo le stime il Banco Central do Brasil, anche il III trimestre dell’anno dovrebbe chiudersi col segno più, e ci si attende un’accelerazione per i prossimi trimestri.
A sua volta l’inflazione mostra una dinamica debole, risultando in discesa dalla primavera di quest’anno e al di sotto del target del 4.25% fissato dalla banca centrale.
Ciononostante, gli analisti esprimono un moderato ottimismo in merito alle prospettive dell’economia brasiliana. Fattori di supporto a questa visione sono il generale clima di politica monetaria accomodante, che risulta benevolo nei confronti delle economie emergenti, e le prospettive di miglioramento dei fondamentali dell’economia brasiliana, se il governo Bolsonaro riuscirà a portare avanti i progetti di riforme.
Secondo la banca centrale del paese, costituiscono invece elementi di incertezza:
- la tendenza globale al rallentamento della crescita;
- la possibilità del materializzarsi di condizioni di accresciuta avversione al rischio da parte degli investitori internazionali, che li allontanerebbe dagli asset degli emergenti;
- la possibilità di insuccesso del governo nel portare avanti il cammino delle riforme necessarie al paese.
Nel quadro delineato, la banca centrale del paese ha ritenuto opportuno, nell’incontro di politica monetaria del 30 ottobre, di tagliare il tasso d’interesse di riferimento (Selic) per la terza volta consecutiva, portandolo al 5%.
E il resto dell’America latina?
Nonostante la situazione economica del Brasile non sia tra le più rosee, nel complesso risulta comparativamente più incoraggiante rispetto alle notizie che giungono da diversi altri paesi dell’America latina. Abbiamo descritto poche settimane fa la situazione dell'Argentina, ancora nella morsa della crisi. Dal canto suo il Cile risulta, ormai da settimane, tormentato da proteste popolari, principalmente legate ad una crescente rabbia dovuta alle forti disuguaglianze sociali. Gli ultimi dati rilasciati sulla crescita economica dell’economia messicana segnalano invece come il PIL abbia subito una contrazione nel III trimestre 2019 (-0.4% rispetto all’anno precedente): il primo anno della presidenza di López Obrador non si chiude quindi con il migliore degli auspici.