Previsioni per le esportazioni italiane

Nell’orizzonte temporale 2020-2021 prosegue la fase di crescita dell’export Italia di beni di consumo, in ripresa i beni di investimento per l’industria

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Export Incertezza Made in Italy Italia Congiuntura Internazionale

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Dopo una crescita prossima al 3% nel corso del 2018, le esportazioni italiane hanno dato segnali di rallentamento nel corso del 2019, coerentemente a quanto segnalato dai flussi di scambio mondiale data l’attuale congiuntura internazionale. Tuttavia, la performance dell’export italiano ha dato prova di una buona resilienza all’attuale contesto economico, avendo inoltre beneficiato di un euro debole.
Sulla base di tali evidenze, quali prospettive si aprono per le esportazioni italiane nel biennio 2020-2021? Secondo lo scenario di previsione StudiaBo, basato sulle previsioni macroeconomiche pubblicate dal Fondo Monetario Internazionale, le esportazioni italiane - misurate in euro correnti - conosceranno una crescita media annua del 3.7% nei prossimi due anni, registrando un accelerazione rispetto ai tassi di crescita sperimentati nel corso del 2018 e 2019.

Articolando l’analisi per dettaglio settoriale, il grafico che segue riporta le diverse industrie dell’export italiano posizionandole sulla base della variazione media registrata nel biennio 2018-2019 (asse x) e la variazione media prevista nel periodo 2020-2021 (asse delle y). La dimensione del cerchio è proporzionale al livello delle esportazioni italiane nel 2019. In questo modo è possibile identificare le industrie in accelerazione al di sopra della bisettrice gialla, da quelle in rallentamento al di sotto di essa.

Fonte: ExportPlanning.

In particolare, dal grafico proposto emergono due cluster di beni particolarmente interessanti in termini di performance futura: la categoria dei beni di consumo e quella dei beni di investimento.

Continua la fase di crescita dell’export Italia dei beni di consumo

A differenza di quanto registrato dalle altre categorie di beni, il cluster dei beni destinati al consumo ha sperimentato una crescita significativa negli ultimi anni, che proseguirà anche nel prossimo biennio. Negli ultimi mesi, infatti, la categoria dei beni di consumo ha risentito in misura minore del rallentamento economico internazionale, dimostrandosi come il cluster di prodotti maggiormente resiliente.
In particolare, nell’orizzonte temporale 2020-2021 continuerà la fase di aumento dell’export italiano di Prodotti e Strumenti per la salute, sostenuto dal crescente invecchiamento della popolazione mondiale e dall’aumento della domanda di salute.
Prospettive favorevoli anche per il sistema dei Prodotti finiti per la persona, in crescita del 4.7% in euro nel periodo di previsione, dove un importante contributo alla crescita verrà dato dalle economie asiatiche come Cina, Giappone e Corea del Sud.
Non da ultimo, il comparto Agroalimentare, previsto anch’esso in crescita in media del 4.7% nei valori in euro. Anche in questo saranno i mercati asiatici ad offrire le prospettive più interessanti, in particolare il Giappone e la Corea del Sud.

Leggera ripresa dei beni di investimento

Le esportazioni italiane di beni di investimento destinati all’industria hanno registrato una crescita moderata nel corso del 2018 e il 2019, a causa del rallentamento del ciclo degli investimenti, legato ad un aumento dell’incertezza sul panorama internazionale e alle maggiori difficoltà delle economie emergenti. Nell’orizzonte temporale 2020-2021 la dinamica delle esportazioni italiane di beni di investimento destinati all’industria è prevista in leggera ripresa, come testimoniato dall’andamento dell’Elettrotecnica, dagli Strumenti per l’industria e Impiantistica industriale.
Tra i beni di investimento, discorso speciale merita il caso dell’automotive. Il comparto ha infatti anticipato il rallentamento dell’industria a causa delle trasformazioni strutturali che stanno interessando il settore. La stima al rialzo dell’andamento delle esportazioni italiane del comparto è legata in particolar modo alle previsioni di export di macchine agricole e automezzi ad uso speciale, mentre più prudenti rimangono le stime per l’industria degli autoveicoli.