Cile: proteste di piazza, disuguaglianza e l'impatto sul Peso
La disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza, non più mitigata da una crescita elevata, sta minando la pace sociale.
Pubblicato da Alba Di Rosa. .
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Così come Hong Kong, di cui abbiamo parlato qualche settimana fa, anche il Cile negli ultimi mesi è stato scosso da violente proteste di piazza. Contrariamente al dollaro di Hong Kong, che non ha risentito dell'impatto dei disordini grazie al legame col dollaro USA, il peso cileno si è fatto specchio dell'escalation delle tensioni, per poi recuperare terreno grazie all'intervento della banca centrale.
Il contesto
Fino a pochi mesi fa il Cile era considerato uno dei paesi più stabili e virtuosi dell'America Latina. Dalla fine della dittatura di Pinochet, nel 1990, il paese ha infatti goduto di stabilità politica e crescita economica, sotto il segno di un'economia di mercato. La quota di popolazione in povertà si è ridotta dal 30% del 2000 al 6.4% del 2017 (fonte: World Bank).
Negli ultimi anni, però, i ritmi di crescita si sono progressivamente ridotti, passando dall'ordine di grandezza del 5% tra il 2010 e il 2013 a quello del 2% tra il 2014 e il 2017. Dopo una fase di accelerazione della crescita nel 2018 (+4%) – supportata dall'aumento del prezzo del rame, di cui il paese risulta il maggiore esportatore mondiale – per il 2019 il Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita del 2.5%, previsione che potrebbe essere rivista al ribasso a causa dei disordini che hanno colpito il paese nell'ultimo trimestre.
Inoltre, nonostante il paese vanti il più alto PIL pro-capite tra le 5 maggiori economie dell'America Latina, risulta afflitto da una forte disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza: tra i paesi OCSE, il Cile si colloca al terzo posto per disuguaglianza dei redditi, preceduto soltanto da Costa Rica e Sud Africa1.
Sono proprio le forti disuguaglianze sociali alla base delle proteste scoppiate lo scorso 18 ottobre a Santiago; in aggiunta a ciò, i manifestanti lamentano un accesso diseguale ai servizi pubblici e l'inerzia del sistema politico nel rispondere ai loro bisogni.
La reazione del governo
A fronte di violente proteste, che hanno causato morti e feriti, il governo guidato da Sebastián Piñera ha compiuto alcuni passi per soddisfare le richieste dei manifestanti. In particolare, il governo si è impegnato ad aumentare la spesa pubblica nel 2020, per finanziare la spesa per pensioni, sanità e reddito minimo, e a tenere un referendum il prossimo 26 aprile per decidere sulla possibilità di redigere una nuova costituzione.
L'impatto delle proteste sull'economia e la valuta
L'economia cilena ha inevitabilmente subito i contraccolpi dei disordini sociali, che hanno penalizzato tanto i consumi che gli investimenti. Sono caduti gli indicatori di fiducia delle famiglie e delle imprese, mentre l'attività economica ha visto una contrazione del 3.4% ad ottobre e del 3.3% a novembre2, rispetto ai corrispondenti periodi dell'anno precedente.
Il peso cileno, invece, ha subito un iniziale deprezzamento, per poi recuperare terreno.
Come si nota dal grafico, il peso si è indebolito del 12.4% rispetto al dollaro tra 18 ottobre, data di formale inizio delle proteste, e la metà di novembre, quando il congresso ha accolto una delle richieste chiave dei manifestanti, concedendo un referendum sulla possibilità di una nuova costituzione. In pochi giorni la valuta ha recuperato il 3.4% del suo valore rispetto al dollaro, per poi indebolirsi nuovamente nelle settimane successive.
Il 28 novembre il Banco Central de Chile ha annunciato il suo imminente intervento sui mercati forex, placando la volatilità del peso. Nel complesso, nell'ultimo mese il peso ha recuperato l'8.8% del suo valore rispetto al dollaro.
La banca centrale ha invece deciso di non intervenire dal punto di vista della politica monetaria, lasciando il tasso d'interesse di riferimento inalterato all'1.75% nel monetary policy meeting di inizio dicembre.
Prospettive
L'attuale fase di disordini ha aumentato l'incertezza per le prospettive di breve periodo per il Cile. La chiave di volta dei futuri sviluppi sarà nella capacità del governo di fronteggiare le cause del malcontento: un suo fallimento su questo fronte potrebbe fortemente penalizzare le possibilità di crescita del paese.
1. Indice di Gini pari a 0.46, dove 0 = completa uguaglianza e 1 = completa disuguaglianza.
2. Imacec, indicatore cileno mensile dell'attività economica.