Il fragile equilibrio della lira turca

Tassi d’interesse reali negativi tentano di rilanciare la competitività del paese, mettendo a rischio la stabilità del cambio.

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Il governo turco vuole rilanciare la competitività del paese, e sembra intenzionato a farlo percorrendo la via valutaria. Da diversi mesi la Central Bank of the Republic of Turkey (CBRT), con la sua azione di politica monetaria, si sta adoperando a tale scopo: a gennaio l’istituto centrale ha operato il quinto taglio consecutivo del tasso d’interesse di riferimento.
Il nuovo ciclo espansivo ha avuto inizio a luglio, con la sostituzione del presidente della banca centrale Cetinkaya con Murat Uysal. Secondo quanto riportato da Reuters, il primo avrebbe, infatti, fallito nel portare avanti le indicazioni di policy del governo.
Se a luglio il tasso d’interesse di riferimento era pari al 24%, attualmente esso risulta pari all’11.25%. Ciò che ha suscitato l’allarme di Moody’s è che, con quest’ultima riduzione, il tasso d’interesse reale è turco è entrato in territorio negativo: ciò risulta pericoloso per la stabilità finanziaria del paese, in quanto un tasso reale inferiore rispetto alla media degli emergenti potrebbe allontanare gli investitori dalla Turchia, e porre ulteriore pressione sulla lira.

Turchia: Tasso d’interesse politica monetaria
e Consumer Price Index (2018-2020)

Fonte: Elaborazioni StudiaBo su dati ExportPlanning.

tasso d'interesse e inflazione turchia

Le ragioni alla base della scelta della Central Bank of the Republic of Turkey (CBRT) risiedono nel generale miglioramento della situazione economica del paese, che sembra timidamente emergere dalla crisi attraversata nel corso del 2018.
Dopo aver registrato continue contrazioni dal IV trimestre 2018, per la prima volta nel III trimestre 2019 la variazione del PIL su base tendenziale è tornata in territorio positivo (+0.5%). Simile la dinamica dell’indice di produzione industriale che, dopo aver registrato contrazioni dal Q4-2018 al Q2-2019, ha mostrato una debole ripresa nel Q3-2019, recupero divenuto poi più sostenuto nell’ultimo trimestre (+3.84%).

Le dichiarazioni della banca centrale turca indicano inoltre la presenza di un graduale processo di disinflazione ma, guardando agli ultimi dati, le prospettive dei prezzi non sembrano in realtà così rosee. Come si nota dal grafico sopra riportato, dopo un rallentamento all’inizio dell’autunno, l’indice dei prezzi al consumo ha ripreso ad accelerare negli ultimi mesi, sfiorando il 12% su base annua a dicembre.
A fronte di un tasso d’interesse nominale di poco superiore all’11%, tale mossa rischia quindi di mettere sotto pressione una valuta già stressata. Nel quadro di una relativa stabilità del cambio nella seconda metà del 2019, si continua comunque a notare una tendenza di fondo all’indebolimento, come emerge dal grafico di seguito. Guardando all’ultimo periodo, si nota una caduta rispetto al dollaro (-3.5%) tra la seconda metà di dicembre e la prima settimana di gennaio, soltanto parzialmente recuperata nelle settimane successive.

tasso di cambio lira turca verso il dollaro

Ulteriore elemento che rende precaria la situazione della lira è la sua necessità di supporto. Infatti, secondo quanto riportato da media e analisti, l’azione della banca centrale e delle state banks sta contribuendo a sostenere la lira, attraverso mezzi più o meno ortodossi.
Dallo shock valutario del 2018, la stabilità della lira è stata una priorità per il paese: secondo il ministro delle finanze Albayrak, si tratta di una questione di sicurezza nazionale. Lo stesso Albayrak ha dichiarato che dal 2018 il ruolo di tutte le banche, private e pubbliche, sta diventando molto più attivo nel mercato, per il fine ultimo della stabilità finanziaria.

Il rischio di cambio relativo alla lira turca rimane, quindi, alto: la valuta viaggia in un precario equilibrio, sospinta dalle dinamiche di mercato, la persistente inflazione e le scelte di politica monetaria espansiva, da un lato, e il presunto supporto delle istituzioni finanziarie turche, dall’altro. La dipendenza da tale supporto, unito al rischio di un calo negli investimenti in lire turche, mette a rischio la sua fragile stabilità.