Tariffe Airbus: la prima revisione USA della lista prodotti
I dazi in vigore non subiscono cambiamenti sostanziali, ma l’applicazione del principio di carousel retaliation crea profonda incertezza e rischia di amplificare i costi delle tariffe
Pubblicato da Marzia Moccia. .
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Una delle notizie più rilevanti della settimana ha riguardato la parziale revisione della lista dei prodotti UE colpiti dall’amministrazione americana a seguito della sentenza WTO in merito alla vicenda Boeing-Airbus. Come abbiamo già a più riprese trattato, le tariffe USA a danno delle esportazioni UE si configurano all’interno della lunga faida legale Boeing-Airbus iniziata nel 2004 e condotta in sede di WTO, sul tema dei sussidi illegittimi.
Il 2 ottobre 2019 il WTO ha infatti emesso una prima sentenza a favore della statunitense Boeing, che ha permesso all’amministrazione americana l’imposizione di tariffe compensatorie a danno dei prodotti importati dall’UE, fino ad un massimo di $ 7,5 miliardi, si veda l' articolo.
A soli 120 giorni di distanza, la lista di prodotti UE oggetto di tariffe è stata già oggetto di una prima revisione. Sulla base di quanto previsto dalla legislazione statunitense, nella Section 407 of the Trade and Development Act of 2000, in caso di inadempimento di obblighi previsti nell’ambito del WTO da parte di alcuni partner commerciali, l'amministrazione americana ha la possibilità di ricorrere alla c.d. "carousel retaliation". Secondo tale disciplina, dopo i primi 120 giorni dall'azione tariffaria, e successivamente ogni 180 giorni, lo U.S. Trade Representative(USTR) ha la possibilità di modificare il paniere di prodotti e/o la percentuale del dazio applicata, attuando sostanzialmente una rotazione dei prodotti interessati, detta "carosello".
Cosa ha riguardato la revisione USA?
L’attuale revisione dei prodotti oggetto di tariffe non ha apportato cambiamenti sostanziali a quanto previsto lo scorso ottobre.
Il cambiamento più significativo ha riguardato l’aliquota che colpisce le esportazioni di aeromobili civili dei paesi fondatori del consorzio Airbus (Francia, Germania, Regno Unito e Spagna), che è stata aumentata dal 10% al 15%. Modifiche minori hanno invece riguardato il paniere di esportazioni degli altri prodotti colpiti dalle tariffe. Come riportato nella sezione 1 del comunicato USA, l’amministrazione americana ha sostanzialmente rimosso dalla lista dei prodotti colpiti le esportazioni europee di succo di prugne, introducendo invece i coltelli da cucina esportati da Francia e Germania, prevedendo un dazio del 25%; disposizioni che entreranno in vigore tra il 5 e il 18 marzo 2020.
Questa prima revisione si è di fatto rivelata assolutamente marginale, senza modificare in modo significativo la composizione del paniere di prodotti oggetto di dazi, né mitigare il trattamento di forte differenziazione riservato ai diversi partner UE. Fatto cento il valore totale dei prodotti colpiti per paese, infatti, il grafico che segue riporta l'attuale distribuzione delle tariffe per settore, che è di fatto invariata rispetto a quella dello scorso ottobre.
Fonte: ExportPlanning
La prima revisione USA non ha quindi introdotto novità sostanziali rispetto all’azione precedente, ma è importante segnalare come il meccanismo di revisione periodica della lista di prodotti previsto dalla legislazione americana generi tuttavia profonda incertezza per gli operatori attivi sul mercato USA.
Come anticipato, infatti, la revisione non solo potrebbe prevedere una modifica dell’aliquota tariffaria applicata, ma anche esentare ed introdurre nuovi prodotti, modificando così il paniere dei prodotti UE colpiti. Tale meccanismo rende molto difficile minimizzare il costo imposto della tariffa sia per il mercato di destinazione che per i principali partner commerciali, massimizzando le ripercussioni negative dei dazi.
Diversi Stati Membri hanno perciò dato il via a diverse missioni governative allo scopo di mitigare i rischi legati alle azioni dell'amministrazione americana per gli operatori nazionali. Sebbene in questa prima fase, tali azioni sembrano aver dato alcuni frutti, per gli Stati Membri la questione dei dazi USA-UE rimane tuttavia aperta, costituendo un ulteriore fattore di incertezza nelle già delicate relazioni transatlantiche.