Nuovi rischi sul panorama internazionale: pandemia Covid-19
La rapida diffusione del fenomeno sta innescando severe conseguenze economiche, aumentando in modo significativo i fattori di rischio sulla scena internazionale
Pubblicato da Marzia Moccia. .
Rallentamento Pianificazione Internazionalizzazione Congiuntura Incertezza Analisi Mercati Esteri
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Nel precedente articolo Analisi del rischio: il mondo sotto la lente di ingrandimento abbiamo delineato per Paese i principali fattori di rischio che in condizioni “normali” minacciano l’attività di internazionalizzazione delle imprese. Tuttavia, data la recente diffusione sulla scena globale della pandemia da Covid-19, risulta doveroso fare un approfondimento su questa nuova tipologia di rischio. La diffusione del virus Sars-CoV2 non solo si aggiunge prepontemente ai fattori di incertezza che minacciano la crescita globale, in un periodo in cui quest’ultima accusava già una precedente debolezza, ma costituisce una fonte di rischio finora sconosciuta, capace di mettere a dura prova anche i sistemi sanitari delle nazioni più avanzate.
Sulla base dei valori resi disponibili dalla World Health Organization, e aggiornati ad oggi, la diffusione di Covid-19 interessa più di 150 paesi. Il grafico animato che segue permette di ripercorrere l'evoluzione dell’epidemia su scala globale, riportando il numero di ammalati totali per paese, il numero di decessi e il numero di guariti.
Fonte: Elaborazioni ExportPlanning su dati Johns Hopkins University
Nel primo mese di decorso della malattia - tra fine dicembre 2019 e fine gennaio 2020 - i casi di ammalati di Covid-19 erano fortemente concentrati nella regione di Hubei, sede della città di Wuhan; al contrario, i casi di diffusione al di fuori della Cina erano sporadici, e comunque in gran parte riconducibili allo stesso focolaio. Nonostante le prime misure di restrizioni al movimento delle persone, l’epidemia ha successivamente interessato l’intero territorio cinese, e diversi paesi su scala mondiale hanno attuato misure di contenimento dei voli e di screening dei viaggiatori.
Tuttavia, nel corso della prima metà di febbraio, la diffusione del virus in Asia si è fatta più rilevante soprattutto per Giappone, a causa dei contagi a bordo della nave da crociera Diamond Princess, e Corea del Sud.
Nella seconda parte del mese di febbario, l’epidemia ha fortemente aumentato il proprio raggio d’azione verso ovest, colpendo in particolar modo Iran e Italia; al contrario i numeri dei nuovi contagiati sul territorio cinese hanno iniziano a mostrare una crescita più moderata.
Nel corso degli ultimi 15 giorni, l’epidemia è dilagata in gran parte dei paesi europei, in Medio Oriente e negli Stati Uniti. La considerevole diffusione dell’agente patogeno su scala globale ha portato l’Organizzazione Mondiale della Sanità a dichiarare la pandemia da Covid19 nel corso della scorsa settimana. L’epicentro della pandemia si è perciò spostato in Europa, dove l’Italia risulta la nazione più colpita, dopo la Cina. Anche sul fronte americano aumenta l’allerta: il presidente americano Trump ha infatti dichiarato lo stato di emergenza nazionale e varato diverse misure di contenimento dei contagi.
I fattori di rischio
Il breve escursus della diffusione del Covid19 rende evidente come il nuovo virus rappresenti una minaccia per la salute di portata globale, che sta innescando severe conseguenze economiche e rivelando diverse vulnerabilità politiche, soprattutto sul fronte europeo. È infatti possibile evidenziare tre principali fattori di rischio che minacciano fortemente i livelli di attività economica dei paesi colpiti, in una congiuntura internazionale già al ribasso:
- Evoluzione costante e rapida crescita
- Maggiore mortalità per i pazienti anziani
- Incertezza da nuovo agente patogeno
Dalla rilevazione del primo caso in Cina il 31 dicembre 2019 al riconoscimento di pandemia da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità l’11 marzo 2020, la diffusione del fenomeno è stata estremamente rapida. La mappa della diffusione della malattia Covid-19 è infatti in costante e rapido cambiamento a causa dell’elevata trasmissibilità tra gli individui. Un contesto di globalizzazione e grande diffusione degli spostamenti ha infatti permesso una propagazione del virus in modo estremamente veloce. In aggiunta, sono documentati casi di persone infette che presentano solo sintomi lievi, o non ne presentano affatto, portatori “sani” e non monitorati del virus.
I dati empirici confermano che il virus colpisce in maniera più aggressiva le fasce più anziane della popolazione. Tale evidenza, in concomitanza di un’evoluzione esponenziale della infezione, costituisce una fonte di rischio notevole per quei paesi, soprattutto i più avanzati, nei quali l’età media è significativamente più alta. In questi paesi, infatti, come nel caso dell’Italia, la dotazione infrastrutturale sanitaria risulta insufficiente ad una domanda massiva di posti letto e attrezzature mediche.
Questa nuova categoria di rischio, che potremmo definire rischio sanitario, dipende, inoltre, strettamente dalle diverse modalità di accesso al sistema sanitario dei vari paesi, acuendosi nei sistemi nei quali il welfare prevede compartecipazioni private più elevate.
Il virus Sars-CoV2 rappresenta un agente patogeno nuovo, attualmente senza una cura specifica e definitiva. L’unica misura attuabile, al momento, è il contenimento della sua diffusione, attraverso misure di quarantena o limitazioni negli spostamenti. Non ci sono, inoltre, prove di una eventuale stagionalità del virus stesso, e cioè la tendenza a sparire con l'aumento delle temperature. Questi fattori rendono difficilmente stimabile il futuro tempo di persistenza del virus sulla scena internazionale.