Parola d’ordine: QE

La politica monetaria espansiva contribuisce a rassicurare i mercati; emergenti e dollaro agli estremi.

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La situazione di panico sui mercati finanziari che ha segnato le scorse settimane, dovuta alla paura di una escalation dell’epidemia di Coronavirus e del conseguente impatto sull’economia mondiale, negli ultimi giorni si è parzialmente placata, grazie ai nuovi massicci interventi delle maggiori banche centrali. Rimane però alta la volatilità, e ormai l’imminente recessione, più che una paura, è diventata per la maggior parte degli analisti una certezza.

Banca Centrale Europea

Con l’ Europa che costituisce il nuovo centro dell’epidemia di Covid-19, il 18 marzo l’istituto di Francoforte ha annunciato un nuovo intervento, dopo le prime misure della scorsa settimana: si tratta del Pandemic Emergency Purchase Programme, piano temporaneo da 750 miliardi di euro per l’acquisto di titoli del settore pubblico e privato, varato al fine di contrastare i rischi posti all’area euro dall’emergenza sanitaria. Contrariamente alle parole più distaccate della scorsa settimana (“Non siamo qui per far chiudere gli spread”, aveva dichiarato la presidente della BCE Lagarde, suscitando il panico sui mercati), questa settimana le dichiarazioni ufficiali hanno mostrato la disponibilità dell’istituto centrale a fare tutto il possibile per supportare l’economia nell’attuale fase di shock.
L’annuncio della BCE non ha sostanzialmente impattato sull’euro, che è rimasto stabile, ma ha rassicurato i mercati: nella giornata di ieri lo spread BTP-Bund si è ridotto e le borse europee hanno mostrato una generale reazione positiva, con una lieve ripresa rispetto alle perdite dei giorni precedenti.

Federal Reserve

Anche la Federal Reserve americana è passata di nuovo all’azione negli ultimi giorni, con un ulteriore taglio dei tassi di ben 100 punti base (0-0.25%). La FED ha inoltre annunciato un piano di acquisti di titoli per un ammontare di 700 milardi di dollari e diverse iniziative per agevolare il flusso di credito a famiglie e imprese.
Anche la FED ha dichiarato la disponibilità ad usare tutti gli strumenti a sua disposizione per supportare l’erogazione di credito a famiglie e imprese in questa fase di difficoltà.

Il panorama delle valute

Se gli interventi di politica monetaria sembra stiano aiutando a ridurre la volatilità sulle borse, le valute, dal canto loro, si mostrano meno reattive a tali annunci, confermando dinamiche ormai divenute strutturali dall’inizio dell’emergenza sanitaria.

Seppur con qualche breve momento di recupero, continua il trend di deprezzamento delle valute dei paesi emergenti, che si confermano prime vittime del diminuito appetito per il rischio.
Il grafico che segue mostra le valute del cluster degli emergenti che hanno subito un deprezzamento in termini di tasso di cambio effettivo dall’inizio del 2020 ad oggi.

Deprezzamento valute paesi emergenti
(Tasso di cambio effettivo, 2020)

Come si può notare, il più colpito è stato il peso messicano, il cui indebolimento sfiora il 20%; seguono il rublo russo, il real brasiliano e il peso colombiano, i cui indebolimenti superano il 15%.
Non soffrono però solo le valute degli emergenti: anche la sterlina nelle ultime due settimane ha subito un tracollo, perdendo più del 5% del suo valore in termini effettivi. Lieve rimbalzo nella giornata di oggi, probabilmente grazie alle nuove misure di QE introdotte ieri dalla Bank of England.

Tassi di cambio effettivi

La sterlina, che non è un asset che soffre la risk aversion, potrebbe essere stata penalizzata da un lato - come tutte le altre valute - dalla forza del dollaro, ma anche dalla lenta reazione del governo Johnson sul tema Covid-19 e dalle debolezze strutturali che pesano sulla valuta britannica: prima fra queste è l’ampio deficit delle partite correnti, che in tempi di crisi può costituire un preponderante elemento di rischio, a fronte di una possibile riduzione degli investimenti in entrata nel paese1.

A questo panorama drammatico per alcune valute fa da contraltare (e contribuisce ad esacerbare la situazione) la continua forza del dollaro, che è ai massimi assoluti degli ultimi anni.

Tassi di cambio effettivi

Il cambio con l’euro si colloca oggi sui valori di 1.07: una moneta unica mai così debole dalla primavera del 2017.
La forza del dollaro si lega alla forte domanda di liquidità degli investitori: di questi tempi il dollaro è preferito anche all’oro che, pur costituendo un bene rifugio per eccellenza, ha mostrato un calo di prezzo negli ultimi giorni.


1. Accedi alla banca dati Rischio di cambio.