La forma della crisi della domanda mondiale sarà a V, U oppure L?
La dinamica del commercio estero della Cina nei primi tre mesi del 2020 può darci alcune indicazioni.
Pubblicato da Luigi Bidoia. .
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L’Europa è entrata nella fase di "danza” di questa crisi sanitaria. Senza abbassare la guardia dal fronte sanitario, l’attenzione si sta sempre più spostando sui temi economici. Ciascuna economia è oggetto di studi specifici finalizzati a capire la forma e l'intensità del proprio ciclo.
Vi sono molti fattori che legano i cicli economici di un paese a quello degli altri paesi. Tra questi, il più importante è rappresentato dalla domanda mondiale, data dalla somma di tutti gli scambi di merci che avvengono tra tutti i paesi del mondo. Non è eccessivo dire che la forma che avrà il ciclo economico di un singolo paese nel 2020 sarà fortemente condizionata dalla forma che assumerà il ciclo della domanda mondiale.
Due cicli in questo secolo
In questo secolo, la domanda mondiale ha subìto sostanzialmente due fasi di crisi. La prima ha avuto inizio il primo trimestre del 2001 ed è durata complessivamente 8 trimestri. E’ considerata una crisi a V, con una fase di calo durata 4 trimestri ed una fase di crescita altrettanto lunga, necessaria per ritornare ai livelli pre-crisi. La seconda crisi è iniziata nel secondo trimestre del 2008, con una lieve flessione all’inizio e un crollo drammatico all’indomani del fallimento della banca Lehman Brothers il 15 settembre 2008. La fase di calo è durata 5 trimestri. Quella di crescita, necessaria per recuperare i livelli pre crisi, è durata 9 trimestri, portando a 14 trimestri la lunghezza complessiva del ciclo, con una forma che richiama maggiormente una L. In termini di intensità, misurata come distanza tra il punto di massimo e il punto di minimo, il ciclo del 2001 ha registrato una diminuzione in volume del 6%; quello del 2008-2009 un crollo del 18%.
La crisi da lockdown si sovrappone a quella da politiche protezionistiche
E’ utile segnalare che il ciclo del 2020, provocato dall’emergenza sanitaria iniziata a gennaio in Cina e poi propagatasi in tutto il mondo, si sovrappone ad un ciclo negativo iniziato nell’estate del 2018 a causa della guerra commerciale avviata dall’amministrazione Trump. La domanda mondiale in volume ha registrato un massimo nel terzo trimestre del 2018, a cui è seguita una fase di grande incertezza in cui i fattori di sostegno del commercio mondiale, legati alla crescita dell’economia mondiale, sono risultati più che controbilanciati dagli effetti della politica protezionista attuata dagli Stati Uniti.
Le informazioni sui primi tre mesi dell'anno
Man mano che gli istituti di statistica dei diversi paesi del mondo pubblicano i dati mensili sul proprio commercio estero è possibile costruire un quadro che poco alla volta consentirà di capire se questa crisi tenderà ad assumere la forma a V della crisi del 2001 oppure la forma ad L della crisi del 2008-2009.
Poichè la fase più intensa della crisi sanitaria è stata superata dalla Cina già dalla fine di marzo, i dati del commercio estero della Cina sono un tassello fondamentale per costruire il quadro di questa crisi. Purtroppo la Cina non ha pubblicato i dati di gennaio; a febbraio ha pubblicato i dati aggregati del bimestre gennaio-febbraio. Questo impedisce di leggere nel continuum l’evoluzione degli scambi della Cina, utilizzando le dichiarazioni della imprese cinesi. E’ possibile però utilizzare le dichiarazioni dei paesi partner della Cina. Le esportazioni cinesi sono infatti dichiarate come esportazioni dalle imprese cinesi, ma anche come importazioni dalla Cina, nelle dichiarazioni delle imprese dei paesi partner. La stessa cosa vale per i flussi in senso opposto, dai paesi partner verso la Cina.
Nei due grafici che seguono sono riportate le variazioni tendenziali delle esportazioni e importazioni cinesi, come risultato dalle dichiarazioni mirror dei paesi partner.
Dall’analisi di questi due grafici emergono alcuni fatti importanti:
- se si escludono quelle dagli Stati Uniti, le importazioni della Cina nel corso dei primi tre mesi dell’anno risultano in flessione a tassi tendenziali inferiori al 10% e non in accelerazione. In particolare le importazioni cinesi dagli altri paesi asiatici segnano le cadute più intense a gennaio, in corrispondenza con l’inizio del capodanno cinese, festeggiato il 25 gennaio. Dopo gennaio, la flessione tende ad attenuarsi fino quasi ad annullarsi a marzo;
- le importazioni cinesi dalla UE hanno un profilo inizialmente simile, ma molto diverso per marzo, aggravato dallo scoppio dell’emergenza sanitaria in Europa e relativi lockdown;
- le importazioni cinesi dagli Stati Uniti crollano drammaticamente a febbraio e marzo ma sembrano riflettere più gli effetti delle guerra commerciale in corso che non le difficoltà economiche della Cina;
- gli effetti della guerra commerciale tra Usa e Cina sono particolarmente evidenti nelle esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti. La loro dinamica degli ultimi mesi appare riflettere soprattutto il peggioramento in atto nelle relazioni commerciali tra i due paesi, all’interno di un percorso iniziato già nella seconda metà del 2018;
- le esportazioni della Cina verso la UE e verso l’Asia riflettono chiaramente le difficoltà produttive della Cina accusate a febbraio, legate alle restrizioni imposte in tutto il paese per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19. La dinamica delle esportazioni cinesi nel mese di marzo sono particolarmente interessanti. Le difficoltà economiche dell’UE si traducono, infatti, in una accelerazione della caduta delle esportazioni verso l’Europa. Viceversa, la maggior capacità dei paesi asiatici di controllare l’epidemia da Sars-Cov-2 (a fine marzo il numero di decessi in tutta l’Asia da Covid 19 non arrivava a 5 mila, a fronte degli oltre 10 mila già registrati dalla sola Italia), ha consentito un recupero delle esportazioni cinesi verso l’area. A marzo 2020, le esportazioni cinesi verso i paesi asiatici sono risultate solo leggermente inferiori a quelle di marzo 2019.
Conclusioni
L’analisi degli scambi commerciali della Cina nei primi tre mesi dell’anno evidenzia la possibilità che l’effetto sulla domanda mondiale delle restrizioni imposte per contenere l’epidemia da Sars-Cov-2 possa svanire velocemente una volta che queste siano rimosse. Da questo punto di vista, l’attuale ciclo sembrerebbe assumere maggiormente la forma a V. Tuttavia, lo sfasamento temporale dell’evoluzione dell’epidemia nel mondo e delle conseguenti restrizioni, allargherà la base della forma a V, attraverso gli effetti di trasmissione tra paesi delle rispettive difficoltà economiche. Agli effetti negativi sul commercio mondiale dei vari lockdown si sommano, inoltre, quelli dovuti alla prosecuzione e accentuazione della politica protezionistica avviata dall’amministrazione Trump nella seconda metà del 2018.