Le speranze di un accordo sostengono l’euro

Attualmente in corso le negoziazioni sul piano di aiuti alle economie europee per fronteggiare l'emergenza Covid

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Nel corso della settimana che oggi volge al termine, l’euro ha mostrato un lieve ma pur significativo rafforzamento, che non è sfuggito ai radar degli osservatori finanziari. Guardando al tasso di cambio effettivo, dall’inizio di questa settimana l’euro ha guadagnato quasi un punto percentuale.
Come si può notare dal grafico di seguito, l’euro si è rafforzato durante la fase di shock Covid sui mercati, per poi stabilizzarsi. Indicativamente dalla fine di maggio, complice anche l’indebolimento del dollaro, la moneta unica è entrata in una nuova fase di rafforzamento, di cui si nota un’accelerazione nell’ultima settimana.

Tasso di cambio effettivo euro

Quali le ragioni di tale dinamica? Guardando agli eventi economico-finanziari dell’ultima settimana, due in particolare catturano l’attenzione: la riunione di politica monetaria di luglio della Banca Centrale Europea, tenutasi giovedì 16, ed il Consiglio europeo straordinario, attualmente in corso, chiamato a discutere sul Recovery Fund, il piano di aiuti ai paesi europei per fronteggiare l’emergenza Covid.

In merito alle decisioni di politica monetaria, la Banca Centrale Europea non evidenzia significativi cambiamenti di stance rispetto alla riunione di giugno. Si conferma infatti il PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme), con una dotazione finanziaria totale di 1350 miliardi di euro; i tassi d’interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimangono inoltre invariati. Le dichiarazioni della BCE non hanno quindi avuto particolare influenza sulla dinamica della moneta unica.

Le decisioni della BCE si sono, come di consueto, basate sulle informazioni in merito allo stato di salute dell’economia dell’Unione. Sulla base delle informazioni pervenute dopo la riunione di politica monetaria di giugno, l’istituto centrale ha riconosciuto che l’economia, dopo il colpo registrato nei mesi di marzo e aprile, è entrata in una fase di rimbalzo da maggio, “benché il livello dell’attività rimanga ben al di sotto di quelli antecedenti la pandemia di coronavirus (COVID-19) e le prospettive restino fortemente incerte”.
Gli indicatori congiunturali segnalano un punto di minimo ad aprile e l’avvio di una fase di ripresa, benchè “disomogenea e parziale”, a partire dal mese successivo, grazie all’allentamento delle misure restrittive per il contenimento del virus. In particolare, l’indice di produzione industriale per l’Eurozona segnala a maggio un rimbalzo superiore al 12% rispetto al mese precedente, benchè si registri una contrazione attorno all'ordine di grandezza dei 20 punti percentuali, rispetto a maggio 2019. Nel mese di giugno, inoltre, l’area euro assiste ad una lieve ripresa dell’inflazione, che passa dal +0.1% di maggio al +0.3%: si tratta comunque di un valore molto basso se confrontato con il +1.3% di giugno 2019.
Anche le vendite al dettaglio confermano un recupero, con una variazione del 17.8% a maggio rispetto al mese precedente, ripresa che comunque non compensa completamente la caduta di marzo e aprile. La disoccupazione risulta invece ancora in salita a maggio (+7.4%), dal minimo di marzo (+7.1%).

Produzione industriale area Euro (2020)

Produzione industriale area Euro

Gli analisti si attendono che la Banca Centrale Europea rimanga in modalità “wait and see” per il resto dell’estate, quindi l’euro non dovrebbe risultare particolarmente infuenzato dalle sue decisioni nel breve periodo.
In questa settimana, è l’attesa del summit dei leader europei che si pensa possa aver inciso maggiormente sulla dinamica dell’euro. L’incontro, che ha avuto inizio nella giornata odierna, proseguirà anche nel corso di sabato: nodo chiave dell’incontro sono le negoziazioni sul Recovery Fund, rinominato Next Generation EU. Il cauto ottimismo dei mercati in merito a questo evento, legato alla possibilità di ottenere un accordo o quantomeno avvicinarsi ad esso nell’arco del weekend, si presume abbia influito sul rafforzamento dell’euro osservato in questa settimana. Guardando al cambio euro-dollaro, negli ultimi giorni questo è passato da 1.13 a 1.14.
Il raggiungimento di un accordo, anche solo parziale, non è scontato; rimane comunque un certo ottimismo sui mercati, grazie al sostegno della Banca Centrale Europea e della Germania, e nonostante le posizioni divergenti dei “Frugal Four” (Austria, Danimarca, Olanda e Svezia). La speranza dei mercati è che il raggiungimento di un accordo possa limitare i danni alle economie UE derivanti dalla pandemia; esso segnerebbe inoltre un passo in avanti in termini di integrazione europea. Ciò diminuirebbe il rischio associato all’euro, aumentando le sue possibilità di un rafforzamento rispetto al biglietto verde.