Commercio mondiale: impatto Covid-19 per aree di scambio

I principali mercati di importazione nei mesi di aprile e maggio hanno registrato cadute comprese tra il -20% e -30% in euro; maggiore resilienza per il sud-est asiatico

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L’aggiornamento della banca dati Congiuntura Mondiale del Sistema Informativo ExportPlanning ci permette di portare avanti l'attività di monitoraggio dello stato congiunturale del commercio mondiale, al fine di raccontare in "real time" l'intensità della caduta degli scambi internazionali e l'andamento della domanda per aree del mondo.
Come anticipato nell’articolo Domanda Mondiale: a maggio prosegue la flessione registrata ad aprile, la diffusione dell’epidemia su scala internazionale ha comportato una caduta dei flussi di scambio internazionali in quantità dell’ordine del -20% in aprile e un ulteriore lieve peggioramento nel corso del mese di maggio. Sulla base delle prestime ExportPlanning la contrazione della domanda mondiale in quantità risulta essere perciò prossima al -18% nel secondo trimestre dell’anno, in linea alle stime recentemente elaborate dal WTO.

Di particolare valore per le imprese europee e italiane che operano sui mercati internazionali è inoltre la stima della flessione registrata in euro nel bimestre aprile-maggio, prossima al -25%. Nel periodo aprile-maggio le misure di blocco hanno infatti colpito la maggior parte della popolazione mondiale e la flessione della domanda è risultata generalizzata ed estesa a tutti i principali mercati di importazione.
Il grafico che segue dispone i principali paesi importatori in relazione alla variazione tendenziale (rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno) registrato nel primo trimestre 2020 e nel bimestre aprile-maggio; dove il valore di ciascuna ball è proporzionale al valore dell'import nel 2019.

Fonte: ExportPlanning -Datamart Congiuntura Mondiale

Risulta evidente come le principali economie nei mesi di aprile e maggio abbiano sperimentato cadute comprese tra il -20% e -30% in euro: la Cina ha segnalato una flessione del -21% nel bimestre di analisi, a fronte del -26% registrato dalla Germania e del -31% degli USA. Le contrazioni più significative del periodo si sono registrate per i paesi europei, e in particolar modo per Regno Unito, Francia e Spagna, che ritroviamo nella parte in basso a sinistra del grafico. Al contrario a segnalare una maggiore resilienza sono le economie del Sud-Est Asiatico (in alto a destra) che, insieme a Taiwan, hanno evidenziato una crescita significativa nel primo trimestre, con flessioni relativamente più contenute in aprile-maggio, comprese in un intervallo del -5%,-9%.

Un’analisi della dinamica degli scambi interregionali permette di evidenziare andamenti ancora più differenziati per le diverse aree, espressione del grado di integrazione delle filiere produttive e delle cadute assai diversificate in termini settoriali che la crisi sanitaria globale sta avendo sul commercio internazionale.

Fonte: ExportPlanning -Datamart Congiuntura Mondiale

Come evidenzia il grafico proposto, se da un lato gli scambi interni all’Asia hanno registrato una flessione limitata al -15%, i flussi commerciali interni all’area USMCA (United States-Mexico-Canada Agreement, ex NAFTA) hanno evidenziato una contrazione di oltre il 40%, a causa soprattutto del crollo accusato dal comparto Automotive. La seconda area maggiormente colpita è stata quella europea, in termini di scambi intra-UE, che ha registrato una flessione del -33%. Anche in questo caso fortemente significativa è stata la contrazione dei comparti di Meccanica strumentale e Automotive.

Il posizionamento competitivo

L'epidemia sta perciò impattando in modo assai disomogeneo sui diversi settori manifatturieri e rende sempre più necessario per le imprese procedere con un’accurata pianificazione strategica per poter approfittare di una ripresa della domanda che avrà tempi sfasati da mercato a mercato e da comparto a comparto. La difesa delle quote di mercato conquistate negli anni da parte delle imprese si colloca, infatti, in un contesto competitivo particolarmente sfidante, per via del diverso grado di lockdown imposto alle economie internazionali. Quali sono, quindi, le evidenze in merito al posizionamento competitivo dei diversi paesi nel periodo in analisi?

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning


Il costo del necessario lockdown in termini di perdita di quote di mercato è risultato particolarmente evidente per alcuni paesi, tra cui l'Italia e la stessa Germania; un andamento negativo si segnala anche per le quote di mercato dell'economia americana. All’opposto l'economia cinese, che ha invece evidenziato un incremento significativo delle proprie quote. Sul fronte europeo, si segnala, inoltre, la tenuta delle quote di mercato dell’Olanda.
Saranno i dati dei prossimi mesi a evidenziare quanta parte di tale modificazione delle quote sarà successivamente recuperata e quanta debba invece ritenersi strutturale.