Lockdown e commercio estero: un’analisi di competitività
La crisi sanitaria sta modificando i rapporti di forza sui mercati internazionali
Pubblicato da Alba Di Rosa. .
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Nel secondo trimestre 2020, in uno scenario internazionale fortemente aggravato dalla crisi economico-sanitaria, si stima che le esportazioni italiane abbiano accusato una contrazione del 28.8% in euro, a fronte di una riduzione in termini di commercio mondiale pari al 21.6%. Questa dinamica, più negativa rispetto all’andamento della domanda mondiale, riflette una riduzione delle quote di mercato detenute dal Belpaese, come documentato dal grafico che segue: in particolare, tra il primo e il secondo trimestre 2020, si stima una riduzione della quota di mercato detenuta dall’Italia dal 3.27% al 3.07%.
Come si nota dal grafico, nel I trimestre 2020 non sono ancora evidenti gli effetti della pandemia - appena iniziata - in termini di riduzione di quote di commercio, con una perdita di market share rispetto al trimestre precedente limitata allo 0.02%. Il blocco delle attività produttive non essenziali, resosi necessario per contrastare la diffusione dell’epidemia, esteso al territorio nazionale dalla fine di marzo all’inizio di maggio, ha rappresentato un game changer, riducendo drasticamente la competitività delle imprese italiane nell'arena internazionale. Tuttavia, tale riduzione delle quote di domanda mondiale detenuta, oltre che da un puro effetto competitività, potrebbe essere riconducibile a fattori di tipo strutturale.
In primo luogo, essa potrebbe dipendere dalla natura del portafoglio mercati delle imprese italiane, più sfavorevole in questo contesto rispetto a quello dei concorrenti: come documentato nell'articolo “Commercio mondiale: impatto Covid-19 per aree di scambio”, la dinamica della domanda mondiale nel secondo trimestre del 2020 è risultata relativamente differenziata tra le varie aree del mondo. Concorrenti che presentano quote elevate di vendita nei paesi asiatici sono risultati favoriti, data la maggiore resilienza della domanda in quell’area, rispetto ad imprese, come quelle italiane, che detengono quote di mercato maggiori sui mercati europei.
In secondo luogo, la riduzione delle quote a livello aggregato potrebbe essere riconducibile alla composizione delle esportazioni per prodotto. Nel recente articolo “Forti modificazioni nella struttura della domanda mondiale” è stato segnalato come il commercio mondiale, nell’attuale fase di crisi, stia presentando dinamiche molto differenziate per settore, privilegiando i paesi maggiormente esportatori di prodotti per la salute e beni agroalimentari e penalizzando, invece, i paesi maggiormente specializzati nella produzione di mezzi di trasporto e macchinari.
Analisi Constant Market Share
Abbiamo quindi utilizzato la tecnica della Constant Market Share Analysis (CMSA) per scomporre l'effetto delle diverse componenti sulla dinamica della quota di commercio mondiale delle esportazioni italiane e dei principali concorrenti.
Come spiegato in questo articolo, la CMSA è “un metodo statistico che scompone la variazione della quota di mercato (o market share) di un paese tra due periodi successivi rispetto alle sue principali determinanti, racchiuse in letteratura sotto le etichette di effetto competitività ed effetti strutturali”. Tra gli effetti strutturali, teniamo principalmente in considerazione l'effetto struttura merceologica e l'effetto struttura geografica. Il primo esercita un impatto positivo sulla variazione della market share se la domanda mondiale cresce maggiormente per i prodotti per i quali il paese esportatore detiene quote di mercato maggiori; il secondo esercita un'azione positiva se i mercati nei quali l'esportatore detiene market share più ampie crescono più degli altri in termini di domanda.
Nel grafico che segue è riportata l’analisi CMS per l'Italia.
E' evidente l'effetto negativo esercitato dalla struttura geografica delle esportazioni italiane e dall'effetto competitività, che riflette la chiusura delle attività non essenziali. Le esportazioni italiane nel II trimestre si sono infatti dirette principalmente verso mercati che hanno ridotto notevolmente la propria domanda, in primo luogo la Germania (-25% su base tendenziale), seguita dagli Stati Uniti (-20.6%) e dalla Francia (-32%).
Viceversa, grazie alle esportazioni di farmaci e agroalimentare, l'effetto struttura merceologica risulta positivo, compensando in minima parte la riduzione di quote determinata dall’azione congiunta degli altri due fattori. In particolare il macro-comparto dei Prodotti e strumenti per la salute è l’unico, per l’Italia, ad aver registrato un incremento significativo dell’export nel II trimestre su base tendenziale, con una variazione del 4% in euro. All’interno del comparto agroalimentare si stimano invece aumenti dell’export nazionale di Riso, pasta e farina confezionati (+21.4% nel II trimestre 2020, rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente), Pet food (+20.9%), Olio, condimenti e spezie (+7.8%), Ortaggi e legumi (+3%).
Focus Cina
Nel grafico che segue è riportata la stessa analisi per la Cina, dove tutte le componenti della variazione nella quota di mercato risultano, invece, fortemente positive: nel complesso il paese ha guadagnato, nel secondo trimestre 2020, oltre 4 punti percentuali in termini di market share.
Risulta chiaro come la situazione della Cina, che già nel II trimestre cominciava ad emergere dalla crisi Covid, è molto diversa da quella dell’Italia e di molti altri paesi che si sono trovati invece ad affrontare, durante la primavera, la fase più dura del lockdown. La Cina, a fronte di una ridotta capacità di export da parte degli altri paesi, le cui attività produttive erano bloccate dal lockdown, ha quindi potuto nel II trimestre guadagnare quote di mercato.
Effetto competitività: un confronto
Nel grafico che segue è infine riportato l'effetto competitività calcolato per i 10 maggiori esportatori europei nel secondo trimestre 2020.
Il grafico mostra come la maggiore caduta in termini di effetto competitività si registri per la Francia, seguita da Gran Bretagna, Spagna e Italia. Tra i grandi esportatori europei, questi paesi hanno adottato restrizioni severe in merito alle attività produttive durante la fase di lockdown; restrizioni alle attività economiche relativamente meno severe per paesi come Germania, Repubblica Ceca e Polonia, che in effetti mostrano contrazioni più contenute (o, nel caso della Polonia, persino un incremento) in termini di effetto competitività1.
È bene precisare che le restrizioni alle attività produttive rappresentano, comunque, soltanto uno dei fattori che contribuiscono a spiegare la performance competitiva del singolo paese, concetto di per sé multidimensionale e complesso, tanto più in circostanze fuori dall’ordinario come l’attuale crisi sanitaria.
Conclusioni
L’analisi qui esposta prova a fornire una prima spiegazione delle modifiche dei rapporti di forza sui mercati internazionali nel II semestre 2020, ma non sarebbe corretto ricavarne un giudizio sull'opportunità di aver attuato lockdown più o meno restrittivi, che si è basata su scelte politiche e sulla gravità dell’epidemia a livello di singola nazione.
Un eventuale giudizio a posteriori potrà essere dato solo alla luce dell'evoluzione delle quote di commercio mondiale dei prossimi mesi, quando una situazione sanitaria auspicabilmente sotto controllo a livello nazionale potrà consentire, alle imprese coinvolte, di esprimere appieno il proprio potenziale competitivo, a fronte invece di imprese di paesi come gli Stati Uniti e il Brasile, dove una gestione meno decisa dell'emergenza sanitaria sta imponendo agli operatori economici di agire per periodo di tempo più lungo in situazioni di emergenza, con effetti relativamente contenuti nel breve periodo ma potenzialmente più duraturi nel tempo.
1. Per una misura della restrittività delle misure adottate dai vari paesi per far fronte all’epidemia Covid-19, si rimanda al seguente progetto: Hale, Thomas, Sam Webster, Anna Petherick, Toby Phillips, and Beatriz Kira (2020). Oxford COVID-19 Government Response Tracker, Blavatnik School of Government. Data use policy: Creative Commons Attribution CC BY standard.