Caos Bielorussia e impatto sulla valuta

Il risultato delle elezioni del 9 agosto ha scatenato accese proteste di piazza

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Una delle notizie che ha scosso la pausa estiva è stata quella delle agitazioni di piazza in Bielorussia, che denunciano brogli elettorali nella ennesima vittoria di Alexander Lukashenko, al potere dal 1994. Le elezioni del 9 agosto, nelle quali Lukashenko ha formalmente ottenuto l’80% dei consensi, avrebbero consacrato l’inizio del suo sesto mandato; la prosecuzione della sua presidenza risulta però in bilico, alla luce delle proteste che stanno avendo luogo nel paese in seguito al risultato elettorale, considerato falsato. I manifestanti chiedono quindi nuove elezioni.

Secondo gli analisti, l’esito delle elezioni rappresenterebbe però soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso, in un contesto di malcontento già diffuso, principalmente in relazione a:

  • la precaria situazione socio-economica del paese, la cui economia risulta da anni in stagnazione;
  • le scarse libertà politiche;
  • l’avvento della pandemia di Covid-19, e la sottovalutazione della stessa da parte del governo.

Pur non avendo adottato un lockdown, l’economia bielorussa è risultata penalizzata per gli effetti a catena causati dalla recessione nelle altre economie, e per il 2020 l’IMF prevede una contrazione del PIL del 6%.
A complicare lo scenario economico per la Bielorussia, le conseguenze negative dalla graduale perdita dei sussidi sul prezzo del petrolio da parte della Russia, l’attuale shock sul prezzo del petrolio e il suo effetto negativo sull’export bielorusso di prodotti raffinati (fonte: IMF). La storica dipendenza del paese da Mosca comincia quindi a far sentire i suoi limiti.

Gli effetti sulla valuta

La dinamica del rublo bielorusso conferma, a sua volta, la crisi in atto: come si nota dal grafico di seguito, dopo un 2019 all’insegna di una relativa stabilità rispetto al dollaro, il 2020 è ad oggi risultato molto più burrascoso per la valuta.

Tasso di cambio rublo bielorusso verso il dollaro

Il rublo ha subito un forte deprezzamento in corrispondenza della fase più acuta della crisi Covid, in linea con l’andamento delle altre valute emergenti e con la generalizzata fuga degli investitori dal rischio. Dopo una fase di ripresa - durata indicativamente fino a luglio - che non ha però permesso al rublo di recuperare completamente quanto perso con lo shock Covid, l’esito delle elezioni e la conseguente reazione popolare hanno catalizzato un nuovo indebolimento: prima dello scoppio delle proteste, il rublo si scambiava col dollaro a 2.45, valore arrivato a toccare 2.66 rubli per dollaro nella giornata di oggi, per un tracollo pari all’8.6%.

In questo contesto, il rischio che l’attuale presidente intraprenda la strada della repressione violenta è concreto. Questo rischio si sta trasferendo sul rublo, considerando anche la scarsità di riserve di valuta estera detenute dalla banca centrale, ai fini di una eventuale azione di supporto: escludendo l’oro, queste risultano pari a 4.3 miliardi di dollari a luglio 2020, valore considerato al di sotto della soglia di adeguatezza secondo le metriche IMF. Le riserve della National Bank of the Republic of Belarus hanno inoltre registrato una riduzione del 35.8% dall’inizio dell’anno.
Si teme quindi una nuova crisi sociale, economica e, di conseguenza, valutaria, evento a cui la Bielorussia non è stata estranea nel suo passato recente. La popolazione si trova quindi di fronte alla concreta possibilità di una erosione del suo potere d’acquisto. Per limitare ulteriori pressioni sul cambio, fino alla metà di settembre la banca centrale ha limitato la sua offerta di prestiti overnight.