Commercio estero UE: nei primi 7 mesi del 2020 persi 435 miliardi €
Le stime Exportplanning, tuttavia, segnalano una parziale ripresa già nel III trimestre 2020
Pubblicato da Luca Surace. .
Europa Grande Lockdown Congiuntura Congiuntura Internazionale
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La crisi sanitaria, il Grande Lockdown e la parziale rottura delle catene globali del valore hanno inciso in maniera prorompente sugli scambi internazionali, in particolare laddove l'impatto dell'epidemia e le conseguenti misure di contrasto sono risultate più rigide. A partire dal mese di febbraio 2020, con l’attenuarsi dell’epidemia in Cina e la comparsa del Covid19 in alcuni paesi europei, l’Unione Europea è risultata essere il centro epidemico mondiale prima di lasciare il passo agli Stati Uniti, dando il via alla stagione dei lockdown che da lì in poi ha caratterizzato moltissimi paesi, seppur in misura diversa e con una differenziata rigidità.
A fronte del quadro precedentemente descritto, il commercio estero dei paesi UE ha registrato nei primi 7 mesi del 2020 una contrazione del 13% rispetto al corrispondente periodo del 2019, sperimentando una riduzione delle vendite all’estero di circa 435 miliardi €. Le stime ExportPlanning per il III trimestre 2020, tuttavia, rivelano un quadro che, seppur ancora negativo, mostra una sostanziale ripresa, facendo ben sperare in una chiusura d’anno di gran lunga meno penalizzante rispetto a quanto ipotizzato da molti analisti durante i mesi più difficili.
Il grafico che segue mostra le performance tendenziali mensili delle esprtazioni UE in euro, suddivise per mercati intra-UE, extra-UE ed export totale. Lo sfondo arancione indica che le variazioni sono stimate1.
Grafico 1: variazioni tendenziali in euro dell'export UE
Fonte: Elaborazioni ExportPlanning
Risulta evidente come in seguito al periodo aprile-maggio, in cui la contrazione delle vendite all'estero dei paesi UE si è attestata intorno al 30% sia sui mercati UE che su quelli extra-UE, giugno ha segnato un sostanziale rimbalzo, con riduzioni che sono rientrate nell’ordine del 10%. Nonostante il leggero peggioramento previsto per luglio, l’andamento stimato di agosto e, soprattutto, di settembre indica chiaramente come, a differenza di altre profonde crisi sperimentate in passato, il valore delle esportazioni dei paesi UE sia atteso rientrare rapidamente su livelli pre-covid intorno alla fine del 2020.
Nel III trimestre 2020, nello specifico, il rimbalzo rispetto al trimestre precedente è atteso pari a +15.6% in euro, mentre in termini tendenziali la
contrazione stimata è di -8.5%: se in termini assoluti appare comunque una contrazione importante, in termini relativi, ovvero rispetto al risultato
del II trimestre 2020 (-24.5%), appare senza dubbi un risultato incoraggiante.
Naturalmente tutto dipenderà dall’entità degli effetti della c.d. “seconda ondata”, che ormai è realtà in molti paesi europei: un eventuale aggravamento repentino dell’epidemia, e conseguenti politiche di blocco delle attività economiche, potrebbero deteriorare profondamente lo scenario dei prossimi mesi, compromettendo la ripresa in atto.
Che la crisi attuale sia caratterizzata da una rapida ripresa, tuttavia, appare ormai come un dato di fatto: un confronto con la Grande Recessione del 2008-2009 può essere utile per evidenziare le differenze che hanno caratterizzato questi due periodi. Il grafico che segue mostra l’andamento mensile dell’export UE nei due periodi, sotto forma di indici. Questi sono posti uguali a 100 nel mese di inizio delle due crisi, rispettivamente settembre 2008 e febbraio 2020.
Grafico 2: Grande Recessione vs Great Lockdown
Fonte: Elaborazioni ExportPlanning
Osservando i primi tre mesi appare evidente come la caduta delle vendite all’estero dei paesi UE sia stata più intensa e drammatica durante il Great Lockdown rispetto a quanto accaduto durante la Grande Recessione. Tuttavia, mentre il terzo mese ha rappresentato un punto di minimo per la crisi attuale (aprile 2020), il trend di ribassi durante la Grande Recessione è risultato maggiormente persistente, stazionando per diversi mesi su livelli di circa il 20-30% inferiori rispetto al periodo inziale. Al contrario, la crisi attuale segna un importante rimbalzo nel quinto periodo (giugno 2020) e, secondo le stime ExportPlanning, a settembre le esportazioni UE sono attese rientrare su livelli di poco inferiori al 5% rispetto a febbraio 2020.
Conclusioni
Alla luce di quanto osservato, i paesi UE possono guardare al prossimo futuro con cauto ottimismo, sperando in una chiusura d'anno di gran lunga meno negativa rispetto a quanto ipotizzato pochi mesi fa. Condizione necessaria, tuttavia, sarà il mantenimento di un'elevata attenzione nei confronti della pandemia, che non può prescindere dalla determinazione di cittadini ed amministratori nel superare questo terribile momento.
1 Le stime ExportPlanning sono il risultato di modelli ARIMA a 12 termini product-specific e country-specific e coprono per il mese di luglio 2020 i soli flussi intra-ue, mentre per i mesi di agosto e settembre la totalità dei flussi. I modelli ARIMA consentono di fare previsioni di breve periodo affidabili, qualora il modello generatore dei dati non subisce modifiche o shock significativi.