Focus emergenti: recupero del rand, ma rimane il rischio
Pubblicato da Alba Di Rosa. .
Covid-19 Africa Cambio Grande Lockdown Dollaro Mercati emergenti Rischio cambio Banche centrali Tassi di cambio
Accedi con il tuo account per utilizzare le funzioni stampa migliorata (pretty print) e includi articolo (embed).
Non sei ancora registrato?
registrati!
Nel filone dell’analisi delle valute emergenti che abbiamo seguito nelle ultime settimane, focalizzandoci sul rublo russo e sul real brasiliano, analizziamo oggi il caso del rand sudafricano. Contrariamente alle altre due valute BRICS precedentemente analizzate, il rand non mostra una dinamica di indebolimento nell’ultimo periodo: al contrario, nonostante alcune fluttuazioni di breve periodo, nel complesso il tasso di cambio della valuta rispetto al dollaro ha mantenuto una buona stabilità negli ultimi mesi, segnalando inoltre un lieve rafforzamento rispetto all’inizio dell’estate.
Come si può notare dal grafico di seguito, risulta di particolare utilità la lettura delle serie in media mobile (a 2 settimane e a 2 mesi) che, smussando la volatilità di breve periodo, danno maggiore risalto alla dinamica di fondo del cambio.
Il rand mostra quindi un parziale recupero rispetto la caduta legata allo shock Covid. Data la cronica debolezza dell’economia sudafricana, e l’attuale contesto di emergenza sanitaria globale, la resilienza della valuta risulta però meritevole di approfondimento: quali driver stanno guidando la sua dinamica?
Debolezza del dollaro. A livello di tasso di cambio effettivo, il biglietto verde si trova ancora su livelli di relativa debolezza rispetto ai picchi di massimo rafforzamento raggiunti nel corso della primavera. Come si nota dal grafico di seguito, tratto da DailyDataLab, il tasso di cambio effettivo del rand (indice 2020 = 100) risulta discretamente speculare rispetto a quello del dollaro USA, rafforzandosi in presenza di suoi momenti di debolezza e risultando inevitabilmente penalizzato a fronte di un suo rafforzamento.
Il tema del rapporto con il dollaro si lega a quello del sentiment dei mercati finanziari. La crisi Covid ha infatti confermato il ruolo di safe-haven del dollaro, come mostra il suo poderoso apprezzamento nel corso della primavera. I significativi interventi di politica fiscale e monetaria nelle maggiori economie, portati avanti in risposta alla crisi Covid, hanno poi progressivamente tranquillizzato i mercati, dando spazio ad una timida ripresa dell’appetito degli investitori per il rischio.
Un elemento che ha significativamente influenzato la dinamica delle valute emergenti e, tra queste, della valuta sudafricana in questi mesi, è proprio il risk sentiment, che ha fluttuato principalmente in relazione a notizie relative all’epidemia e agli interventi di supporto alle economie colpite.
Se negli ultimi mesi i tentativi di una ripresa dell’economia globale dagli effetti della pandemia possono aver sostenuto l’appetito per il rischio, ed indirettamente il rand, l’attuale avvio di una seconda ondata di contagi in numerosi paesi del mondo, i ritardi nell’approvazione di un piano di stimolo fiscale negli USA, le imminenti elezioni presidenziali americane e la persistente incognita Brexit potrebbero però portare ad un deterioramento di questo sentiment, penalizzando di conseguenza anche la valuta sudafricana.
Economia nazionale e finanze pubbliche. Guardando invece ai fattori interni che possono aver influenzato la dinamica del rand, da notare l’andamento dell’economia sudafricana negli ultimi mesi. Secondo una recente pubblicazione della South African Reserve Bank (SARB),
nonostante la caduta relativamente profonda del PIL del paese nel Q2-2020 (-51% rispetto al trimestre precedente, annualizzato), la dinamica degli indicatori congiunturali nei mesi successivi lascia suggerire la presenza di un forte rimbalzo nel Q3. In particolare, il leading composite business cycle indicator ha mostrato, ad agosto, la prosecuzione della dinamica di crescita del mese precedente, tornando quasi sui livelli di inizio 2020.
A sostegno di questa dinamica c’è la ripresa dell’indice delle esportazioni di commodity e dell’indice di business confidence (fonte: SARB).
Segnali positivi anche dal turnover a livello di attività commerciali che sembra tornato, a settembre, sui livelli pre-crisi, per le attività legate al Food&Drink e alle vendite al dettaglio.
Se questi segnali incoraggianti in merito all’economia del paese possono quindi aver sostenuto il rand, al tempo stesso rimangono fortemente sulla scena alcuni elementi di rischio, che inevitabilmente peseranno anche sulla valuta nel prossimo futuro.
L’epidemia in Sud Africa ha fortemente penalizzato il mercato del lavoro, nonché le prospettive di crescita: la SARB prevede che il PIL rimarrà sotto i livelli del 2019 fino alla fine del 2022. Ulteriore elemento che costituisce fonte di immediato timore per i mercati finanziari è la tenuta delle finanze pubbliche, come descritto per il caso del Brasile.
Nella giornata di mercoledì 28 ottobre, il governo dovrebbe annunciare il bilancio di medio termine e le sue previsioni sull’economia del paese: l’evento riporta l’attenzione dei mercati sulla posizione fiscale del Sud Africa, già debole prima della pandemia, e a rischio di un ulteriore deterioramento. Le dichiarazioni del governo dovranno chiarire la portata di tale deterioramento, e la ricaduta della stessa in termini di sostenibilità del debito, tema che costituisce un rilevante fattore di rischio per la valuta.