Aggiornamento FX: cambio di rotta della Turchia e competitività nel mondo post-Covid
Pubblicato da Alba Di Rosa. .
Covid-19 Cambio Asia Mercati emergenti Lira turca Incertezza Rischio cambio Banche centrali Sud-est asiatico Tassi di cambio
Accedi con il tuo account per utilizzare le funzioni stampa migliorata (pretty print) e includi articolo (embed).
Non sei ancora registrato?
registrati!
La banca centrale turca ha mantenuto le sue promesse. Nell’atteso comitato di politica monetaria del 19 novembre la Central Bank of the Republic of Turkey ha rispettato il suo impegno a voltare pagina in termini di politica monetaria, in linea con il recente cambio nella leadership economica del paese (raccontato nell’articolo della scorsa settimana). In linea con le aspettative dei mercati, il tasso d’interesse di riferimento è stato aumentato significativamente (+475 punti base), dal 10.25% al 15%, inaugurando quindi un nuovo corso caratterizzato da politiche monetarie più prevedibili, ortodosse e market-friendly.
Secondo le dichiarazioni della banca centrale, il comitato ha deciso di implementare una stretta forte e trasparente in termini di politica monetaria al fine di eliminare i rischi allo scenario inflazionistico, contenere le aspettative di inflazione e ristabilire il processo di riduzione dell’inflazione. È stato inoltre precisato che si proseguirà con una politica monetaria restrittiva fino a quando non sarà raggiunta una permanente riduzione dell’inflazione, dando quindi segnali chiari agli investitori in merito alla linea del prossimo futuro.
La lira, così come la borsa del paese, ha reagito in rally: soltanto tra il 18 e il 19 novembre si è registrato un rafforzamento del 2.1% rispetto al dollaro, mentre l’indice turco BIST 100 ha guadagnato l’1.4%. I tassi d’interesse reali sono quindi tornati in territorio positivo, come non succedeva dalla fine del 2019.
Spostandoci ad est, altre due valute che nell’ultimo periodo hanno mostrato un trend di apprezzamento, ormai ben più consolidato rispetto al recente e repentino cambio di rotta della lira, sono il won sudcoreano e il baht thailandese. Mentre il primo si è apprezzato verso il dollaro dall’inizio dell’estate, guadagnando ad oggi circa il 10% rispetto al biglietto verde, il rafforzamento del secondo è più recente: nel mese di novembre ha guadagnato circa il 3% nei confronti del dollaro.
Il rafforzamento del won preoccupa le autorità
Come si nota dal grafico di seguito, la dinamica di rafforzamento della valuta sud-coreana risulta particolarmente significativa. Nel cluster delle valute fluttuanti dei paesi sviluppati, soltanto il won e il dollaro neozelandese hanno registrato un apprezzamento superiore al 9% rispetto al dollaro, dall’inizio dell’estate ad oggi. Nel punto di minimo verso il dollaro (1104 KRW per USD), toccato all’inizio della settimana, il won è tornato sui livelli di fine 2018.
Secondo gli analisti, la dinamica del won degli ultimi mesi è riconducibile alla performance favorevole dell’economia, relativamente meno intaccata dalla pandemia rispetto a molti altri paesi del mondo, nonché a significativi flussi di capitale in entrata nel paese. Nell’ultimo periodo, in particolare, anche la rimozione dell’incertezza relativa alle elezioni USA ha costituito un fattore di ritorno all’appetito per il rischio, nonché i progressi sul fronte dei vaccini contro il Covid-19, beneficiando quindi anche il won.
Focalizzandoci sulla più recente dinamica del cambio, notiamo però un’inversione di tendenza nella giornata di ieri, che ha portato la valuta coreana a perdere più dell’1% nei confronti del dollaro. Ciò è riconducibile al fatto che il forte apprezzamento della valuta è entrato nei radar delle autorità del paese, come fattore di rischio per le esportazioni. Già a fine ottobre, e di nuovo nella giornata di ieri, il ministro della finanze ha infatti dichiarato che le dinamiche del mercato forex sono sotto osservazione e che potranno essere prese misure, qualora necessario, per favorire una stabilizzazione.
La forza del baht come fattore di rischio per la ripresa
Per quanto riguarda la valuta thailandese, si nota invece una sostanziale stabilità verso il dollaro dall’inizio dell’estate; è da novembre che ha avuto inizio un trend di rafforzamento, invertito - come nel caso del won - negli ultimi giorni: tra il 17 e il 19 novembre il baht ha infatti perso lo 0.8% del suo valore rispetto al dollaro.
Anche in questo caso l’inversione di rotta è riconducibile ad un intervento, per il momento solo verbale, da parte delle autorità competenti, preoccupate per un eccessivo rafforzamento del baht in questa delicata fase di ripresa economica. Nel comitato di politica monetaria della banca centrale thailandese dello scorso mercoledì,
infatti, è stato segnalato che, nonostante i risultati migliori delle aspettative nel III trimestre, il recupero dell’economia del paese richiederà ancora tempo, nonché il supporto di bassi tassi di interesse, che sono stati lasciati inalterati allo 0.5%.
In questo contesto, il rapido apprezzamento della valuta costituisce un fattore di rischio che sarà attentamente monitorato e, qualora ritenuto opportuno, fronteggiato con misure ad hoc.
Dall’analisi delle dinamiche dei cambi emerge quindi come mantenere la competitività, anche tramite lo strumento valutario, sembri una priorità condivisa nel mondo post-Covid, impegnato in una corsa ad ostacoli verso il recupero dei livelli pre-pandemici di attività economica.