Continua il rally dello yuan
I mercati finanziari premiano il consolidamento della ripresa cinese
Pubblicato da Alba Di Rosa. .
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Continua l’apprezzamento dello yuan cinese, che avevamo segnalato in un articolo di settembre (“Yuan in ascesa: cambio di strategia all’orizzonte?”). Guardando al cambio col dollaro, in rafforzamento dall’inizio dell’estate, notiamo come sia ormai arrivato a toccare i livelli di metà 2018. Nella giornata odierna, il cambio ha chiuso a 6.58 yuan per dollaro, registrando una lieve ritirata rispetto ai 6.56 yuan per dollaro toccati la scorsa settimana.
I fattori individuati a settembre continuano a supportare la dinamica della valuta asiatica: si consolida, infatti, la ripresa economica della Cina, contrariamente alle altre maggiori economie, alle prese con la nuova ondata di contagi; si conferma inoltre la debolezza del biglietto verde.
Ripresa economica. Agli occhi degli investitori, la Cina sta risultando particolarmente attrattiva per il recupero dei livelli di attività economica e crescita, a fronte di un Occidente ancora alle prese con il dramma del Covid.
Uno dei fattori che sta guidando la ripresa del paese asiatico è sicuramente il commercio estero: i dati del National Bureau of Statistics of China segnalano come, nei primi 10 mesi del 2020, le esportazioni cinesi siano cresciute del 2.4% su base tendenziale. Nello specifico del mese di ottobre, l’export cinese ha segnato un notevole +7.6% rispetto all’ottobre del 2019.
Anche il mercato interno consolida il trend di recupero già accennato nei mesi precedenti: le vendite al dettaglio di beni consumo sono aumentate ad ottobre del 4.3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una variazione tendenziale in territorio positivo dal mese di agosto. Ancor più solido il rebound della produzione industriale, che segna variazioni tendenziali positive da aprile (+6.9% ad ottobre) ed accumula, per i primi 10 mesi dell’anno, una crescita dell’1.8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Guardando ai dati macroeconomici, il PIL cinese segna una crescita tendenziale del 4.9% nel III trimestre, portando la crescita economica complessiva nei primi tre trimestri in territorio positivo (+0.7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). L’Occidente, invece, continua a tentennare: cade del 4.3% il PIL dell’Unione nel Q3-2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 (fonte: Eurostat), a fronte di una minore caduta del 2.9% per gli Stati Uniti, secondo le ultime stime dello US Bureau of Economic Analysis.
Entusiasmo dei mercati finanziari. I dati al III trimestre sembrano quindi, per il momento, confermare la direzione indicata dal Fondo Monetario Internazionale con lo scenario di ottobre: la Cina sarà, con buona probabilità, l’unica tra le grandi economie a registrare un tasso di crescita positivo del PIL già per l’anno in corso. Tali prospettive, maggiormente rosee rispetto a quelle della maggioranza dei paesi, stanno quindi inevitabilmente influenzando l’entusiasmo degli investitori verso il Dragone Asiatico, e quindi indirettamente supportando lo yuan. Remano nella stessa direzione le aspettative di rapporti commerciali più distesi con gli Stati Uniti durante l’amministrazione Biden, nonché i maggiori rendimenti offerti dai titoli cinesi rispetto, ad esempio, ai corrispettivi americani.
Il mood dei mercati è risultato inoltre particolarmente euforico, nelle ultime settimane, grazie a diversi annunci di potenziali vaccini contro il Covid-19 (Pfizer, Moderna, AstraZeneca-Oxford), supportando quindi la risk aversion. Tale entusiasmo ha toccato le borse così come il prezzo del petrolio che, dopo un autunno incerto, ha registrato nelle ultime due settimane un aumento superiore al 15%, sostenuto dalla speranza che il ritorno alla normalità legato alla somministrazione dei vaccini possa riportare, nel medio periodo, la domanda di greggio ai livelli pre-pandemici.
Prezzo WTI e Brent Spot
Fonte: DailyDataLab
Debolezza del dollaro. Non dimentichiamo inoltre che il cambio bilaterale yuan-dollaro beneficia, inevitabilmente, anche di un dollaro che continua ad essere debole: anche il cambio con l’euro, infatti, si sta di nuovo avvicinando alla soglia di 1.20, così come accaduto a inizio settembre.