Reserve Bank of India: in campo a difesa della rupia

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Nell’approfondimento valutario di questa settimana ci concentriamo sul caso della rupia indiana, in relazione al recente rilascio da parte della Reserve Bank of India (RBI) di un documento che mette in luce l’approccio della banca centrale nei confronti della valuta. Andiamo quindi ad approfondire le recenti dinamiche del cambio e il contesto economico in cui si colloca questa strategia.

La dinamica della valuta. Guardando alla dinamica del tasso di cambio della rupia verso il dollaro nell’ultimo anno, notiamo un andamento in linea con quanto osservato per la generalità delle valute emergenti: un forte indebolimento tra marzo e aprile, in relazione allo shock Covid, che poi ha lasciato spazio ad un recupero dalla fine della primavera, come si nota dal grafico di seguito.

Tasso di cambio rupia indiana verso il dollaro

Ad oggi la valuta risulta del 2% più debole rispetto all’inizio del 2020, contrariamente ad altre valute emergenti fluttuanti che, sollevate dal bear trend del dollaro e dal ritrovato appetito per il rischio degli investitori nel corso dei mesi, sono invece ad oggi più forti che all’inizio dello scorso anno. È questo il caso, ad esempio, del dollaro di Taiwan, il peso filippino, la corona ceca e il peso cileno.

Il quadro economico. La dinamica più morbida della rupia non trova spiegazione in una sottoperformance dell’economia indiana rispetto al resto del cluster degli emergenti. La situazione economica del paese, benchè ancora incerta, risulta infatti in ripresa; il ritrovato appetito per il rischio degli investitori non ha inoltre risparmiato l’India, come mostrano i dati sui flussi di portafoglio, in netta ripresa nella seconda metà del 2020.

India: Flussi di portafoglio esteri netti

Nell’ultimo comitato di politica monetaria di dicembre, la Reserve Bank of India ha delineato uno scenario di miglioramento generale nei livelli dell’attività economica, nonostante la presenza di preoccupazioni in merito ad alcuni particolari settori, che potrebbero essere stati penalizzati più di altri dall’attuale crisi. Emergono quindi segnali di una ripresa in via di consolidamento e di un miglioramento del sentiment di imprese e consumatori, anche grazie ai progressi sul fronte dei vaccini. A dicembre il Manufacturing Purchasing Manager’s Index ha segnato 56.4, sopra la soglia critica di 50 per il quinto mese di fila.
Nell’aggiornamento di gennaio 2021 del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, le previsioni sulla crescita economica dell’India nel 2020 sono state riviste al rialzo, passando al -8% dal precedente -10.3%, grazie ad una performance dell’economia migliore delle attese nella seconda parte dell’anno. In rialzo anche le previsioni per il 2021, da +8.8% a +11.5%.

La ricetta di politica monetaria. In questo contesto, una dinamica del cambio di sostanziale stabilità, come quella che emerge per la rupia negli ultimi mesi, risulta di più facile comprensione se inquadrata nel contesto di uno specifico obiettivo della Reserve Bank of India. I dati sulle riserve di valuta estera forniscono una prima chiara indicazione in merito.
Come si può notare dal grafico di seguito, la tendenza ad accumulare riserve di valuta estera da parte dell’India è stata pressochè continua nell’ultimo ventennio, e non è rallentata neanche negli ultimi mesi, con le riserve arrivate a superare la soglia dei 500 miliardi di dollari, tra i livelli più alti al mondo.

riserve india

L’accumulo prudenziale di riserve risulta funzionale all’obiettivo prioritario della stabilità dei prezzi. Nel Bullettin della Reserve Bank of India di gennaio 2021 si legge infatti che la stabilità dei prezzi, nell’attuale regime di flexible inflation targeting, risulta necessaria per evitare un’erosione della competitività delle esportazioni, che potrebbe derivare dall’apprezzamento nominale della rupia. La presenza di flussi di capitale in entrata risulta quindi, in questo contesto, un elemento da controbilanciare tramite l’azione della banca centrale, in modo da evitare un eccessivo apprezzamento della valuta, ma anche una sua eccessiva reattività rispetto ai flussi di capitale e alle dinamiche del dollaro.
Nella strategia della RBI, il significativo buffer di riserve costituisce quindi un’arma di difesa per fronteggiare eventuali shock e alimentare la resilienza della rupia, anche a rischio di entrare nella watchlist dei currency manipulator del Tesoro americano, come accaduto lo scorso dicembre.