Nuova fase di deprezzamento del Baht thailandese
Pubblicato da Luigi Bidoia. .
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Da possibile rifugio a valuta a rischio deprezzamento.
Sta proseguendo da oltre un mese una nuova fase di deprezzamento del Baht Thailandese che lo ha portato gradualmente a superare i 32 baht per dollaro. Il ripetersi di queste fasi di indolimento stanno minando l'immagine di valuta forte che il baht si era conquistato negli ultimi anni. Se si considera che tra l’inizio del 2016 e la fine del 2019 la valuta thailandese si era apprezzata da 36 a 30 baht per dollaro, tanto da risultare una possibile valuta rifugio (si veda Il paradiso del Baht), è evidente il cambiamento in atto nella valutazione dei mercati finanziari rispetto alle potenzialità dell'economia thailandese.
E' fallito il tentativo di gestire la pandemia senza vaccinare la popolazione
La causa di queste fasi di indebolimento vanno ricercate nelle crescente vulnerabilità che la Thailandia sta mostrando nei confronti dell'epidemia Covid19. Se infatti il paese asiatico era riuscito, attraverso misure di contenimento e tracciamento intensivo dei contatti, a rimanere indenne dal contagio nel corso del 2020 con un numero cumulato di casi a fine anno inferiore a 10 mila, da aprile la capacità del paese di contenere il contagio senza ricorrere ai vaccini si è drasticamente ridotta, portando ad oggi a superare i 250 mila casi totali.
Thailandia: numero totale di casi di contagio confermati
Fonte: DailyDataLab
Il governo è ricorso ai ripari e ad aprile ha iniziato una campagna vaccinale che si è sviluppata inizialmente molto a rilento. Solo da giugno essa ha registrato una significativa accelerazione. Ad oggi, tuttavia, solo il 10% delle popolazione risulta aver ricevuto almeno una dose di vaccino. Questa percentuale crolla la 4% per la percentuale di persone vaccinata anche con la seconda dose. Il governo ha concentrato le vaccinazioni nelle zone più turistiche con l'intenzione di poter riaprire al più presto al turismo internazionale le mete più ricercate. Il primo luglio è stato riaperta l'isola di Phuket. Ora i viaggiatori vaccinati e in possesso di un test negativo al Covid-19 possono visitare Phuket senza bisogno di sottoporsi a quarantena. Il programma del governo è di arrivare ad una riapertura completa della Thailandia ai visitatori internazionale per l’inizio del 2022.
Solo nel 2023 saranno recuperati i livelli di PIL pre pandemia
Questa situazione rallenta fortemente la ripresa del settore del turismo, uno dei principali fattori di sviluppo del paese e principale fonte di valuta estera. Recentemente il Comitato di Politica Monetaria della banca centrale thailandese ha rivisto al ribasso la crescita del PIL al 1.8% e 3.9% rispettivamente per il 2021 e 2022. Se si considera che il crollo del PIL thailandese nel 2020 è stato del 6.1%, risulta che la Thailandia potrà recuperare i livelli di attività pre pandemia solo nel 2023, in forte ritardo rispetto a molte altre economie emergenti.
La politica monetaria thailandese è costretta a seguire quella USA, anche se la crescita tra i due paesi è molto diversa
In questa fase di indebolimento del baht un altro fattore si aggiunge agli effetti dovuti al calo dei turisti stranieri. Esso riguarda la forza del dollaro, sostenuto dall'ottimismo delle FED sulla solidità della ripresa americana. Come molte altre economie emergenti, un rialzo dei tassi USA imporrebbe alla banca centrale thailandese di fare altrettanto per contrastare eventuali movimenti di capitale in uscita. Ma mentre il rialzo negli Stati Uniti troverebbe la sua ragione nella forza dell'economia americana, l'aumento dei tassi di Thailandia si tradurrebbe in un ulteriore indebolimento di una economia tutt'altro che in salute.Sei interessato a ricevere una selezione delle più rilevanti news della settimana sul commercio estero? Iscriviti gratis a World Business Newsletter!
L'instabilità politica mina le possibilità di sviluppo del paese
Un ultimo fattore che sta indebolendo l'economia thailandese è la forte crisi delle istituzioni democratiche dopo il colpo di stato militare del 2014. Le contestate elezioni del 2019 non hanno modificato la situazione, avendo riconfermato come primo ministro il generale Prayut Chan-o-cha. Il dissenso popolare contro il governo, molto forte nel 2020, è sparito dalle piazze nel 2021 a causa delle restrizioni Covid. Continua però a manifestarsi sui social. Il 24 giugno c'è stata una nuova manifestazione a Bangkok con qualche migliaia di persone per chiedere la riforma delle costituzione del 2017 voluta dai militari e le dimissioni del primo ministro Prayuth Chan-ocha.
Senza
un rafforzamento delle istituzioni in chiave democratica è difficile che la Thailandia possa esprimere tutte le sue potenzialità.