Gli scambi mondiali di metalli

L'analisi sui flussi di commercio mondiale svela le determinanti dei forti aumenti dei prezzi dei metalli

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Il primo semestre 2021 si è caratterizzato per i forti rialzi dei prezzi delle materie prime. Nell’articolo pubblicato su PricePedia (si veda il link) si è evidenziato come dopo una significativa fase di aumento, i prezzi delle materie si sono attestati sui livelli di massimo degli ultimi dieci anni.

Tra le materie prime, un ruolo importante, dal punto di vista dell’aumento dei prezzi, è ricoperto dai metalli. Nel grafico di seguito è possibile osservare l’andamento degli indici StudiaBo (media dei prezzi delle importazione in Europa) dal 2000 al 2021, in dollari sia per la categoria dei ferrosi che dei non ferrosi.

Indice Ferrosi e Non Ferrosi
Fonte: PricePedia

L’aumento del prezzo di queste categorie è iniziato già dall’aprile 2020, con una fase di accelerazione, sopratutto per i ferrosi, nei mesi più recenti.

Cosa ha spinto i prezzi ad aumentare
in maniera così esponenziale?

I metalli sono prodotti ottenuti dalla trasformazione di minerali e vengono utilizzati per la produzione di un vasto insieme di beni. Per analizzare le possibili tensioni tra domanda e offerta lungo la filiera produttiva, può essere utile misurare la quantità di input immessi nella filiera e la quantità di output che essa genera. Se l'input risulta minore dell'output è logico attendersi che, lungo la filiera, si creino situazioni in cui l'offerta risulti minore della domanda, generando un pressione all'aumento dei prezzi.

L'input e l'output della filiera della trasformazione e lavorazione metalli possono essere misurati utilizzando la domanda mondiale rispettivamente dei minerali metalliferi e dei prodotti in metallo (carpenteria metallica, elettrodomestici, auto, ecc.).

Nel grafico che segue mette a confronto la domanda mondiale di questi due aggregati.

Dinamica della domanda mondiale di minerali metalliferi e prodotti in metallo

Confronto tra la dinamica della domanda mondiale di minerali metalliferi (input della filiera) e  prodotti in metallo (output della filiera)

Il grafico riporta l’andamento del tasso di variazione tendenziale dei minerali di metallo (barre arancio) e del tasso di variazione tendenziale della domanda di prodotti composti principalmente da metallo (barre blu).

L'analisi dei flussi ci dice che gli scambi dei minerali (input delle produzione di metalli) non hanno ancora registrato un recupero rispetto alla caduta della prima parte del 2020 determinando carenze di offerta a monte delle filiere produttive dei metalli, mentre gli scambi dei prodotti in metalli (misura della domanda di metalli) hanno recuperato velocemente rispetto alla caduta del primo semestre 2020, determinando un eccesso di domanda a valle della filiera produttiva dei metalli. Tra i minerali che registrano le cadute maggiori nel primo trimestre 2021 rispetto al corrispondente periodo del 2020, segnaliamo i minerali di ferro e i minerali di rame, con una variazione negativa di oltre il -13%.

Per quanto invece concerne i Paesi dichiaranti che hanno maggiormente contribuito alla contrazione della domanda di minerali di ferro vi sono Cina (con un tasso di variazione di -15%) e Giappone (-27%), mentre per il calo della domanda di minerali di rame e altri concentrati ritroviamo sempre la Cina (-20%) e Giappone (-8%), a cui si unisce la Corea (-10%)[1].

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Conclusioni

L'aumento dei prezzi dei metalli trova quindi ragione nelle diverse tempistiche con cui i settori a monte (miniere) si sono aggiustati alla ripresa in atto nei settori a valle (beni composti principalmente da metallo). A questa tensione, ai due estremi della filiera, si sono aggiunte tensioni lungo tutte le fasi della filiera che hanno visto gli acquirenti procurarsi più di quanto necessario, in parte, per contenere l'effetto sui costi degli aumenti dei prezzi e, in parte, a scopi precauzionali per garantire il materiale necessario alla produzione. Infatti, nella maggior parte dei mercati della filiera sembra esserci generato un circuito endogeno tra attese di crescita dei prezzi, aumento degli acquisti, ritardi nei tempi di consegna e aumento dei livelli di scorte a scopi precauzionali.

È regionevole ritenere che questa tensione tenderà a ridursi a fronte di due fattori:

  1. una crescita degli input nella filiera produttiva che potrà essere segnalato da un aumento dei flussi di commercio estero di minerali;
  2. un livello dei prezzi dei metalli che invertiranno le attese sui prezzi da aumenti a diminuzioni, portando ad una riduzione degli acquisti ed ad una inversione del circuito sopra descritto.

[1]. I Paesi sono stati selezionati poiché i maggiori importatori di minerali di ferro e rame.