Peso argentino: mercato ufficiale e black market a confronto

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È ormai nota l’ esistenza di mercati “liberi” in cui titoli e valute sono negoziati parallelamente ai mercati ufficiali. Più propriamente, si parla di terzo mercato se gli scambi non regolamentati coinvolgono titoli, mentre, nel caso in cui siano negoziate valute, si parla di mercato nero (black market).
Esisto diversi fattori che accomunano i paesi in cui le transazioni sul mercato nero sono operative e prolificano, come:

  • Fondamentali economici deboli, come un alto tasso di inflazione e riserve valutarie limitate;
  • Rigorosi controlli sulla valuta che limitano la quantità di valuta estera disponibile;
  • Regime di cambio fisso;
  • Mancanza di fiducia tra i cittadini nel valore della valuta domestica.

Un caso che nel corso degli ultimi mesi abbiamo più volte trattato è quello della Lira libanese 1 , il cui valore sul mercato nero è drammaticamente crollato a seguito del default dichiarato nel marzo del 2020, mentre, sui mercati regolamentati, la valuta rimane ancorata al dollaro.

Nel focus valutario di questa settimana ci concentriamo sul caso di un’altro paese che ormai da anni è dilaniato dalla crisi: l'Argentina.
In questo contesto, la dinamica del cambio rispetto al dollaro sui mercati non regolamentati diventa un indicatore rilevante per comprendere a pieno la crisi economica in cui verte il paese.

Un paese nella morso dalla crisi economica

L’Argentina detiene il triste primato di essere uno dei paesi con il maggior numero di default del debito sovrano alle proprie spalle, il primo dei quali risale alla prima metà dell'Ottocento.
A maggio 2020 il paese si è trovata di fronte al nono tracollo economico della sua storia, il secondo in meno di vent’anni, dopo che l'attuale governo presieduto da Alberto Fernández non è riuscito a rinegoziare un accordo con gli obbligazionisti proprietari del debito del paese.

Come raccontato a più riprese 2 , l’attuale crisi argentina è iniziata a partire dal 2013, sotto la presidenza di Cristina de Kirchner, dovuta ad un netto peggioramento delle partite correnti che ha avviato il paese verso una spirale inflazionistica.

Con la promessa di riuscire a risanare l’economia del paese, tra il 2015 e il 2019, la presidenza è passata al candidato di centrodestra Mauricio Macri. Nonostante una politica maggiormente volta al rigore, il premier non è stato in grado di contenere l'inflazione galoppante, arrivata a superare il 50% su base annua nel febbraio del 2019, gettando le basi per il ritorno del peronismo.

Argentina: Inflazione mensile
% year-over-year change (Gennaio 2013-Ottobre 2021)


Fonte: Elaborazioni Studiabo su dati del Banco Central de la República Argentina.

Il diffondersi della pandemia ha esasperato la realtà che il paese si trascina da decenni. Inoltre, l’inflazione rimane una preoccupazione costante per le autorità finanziarie, che in settembre è tornata a superare il 50% su base annua. Dato il contesto turbolento, i giornali locali riportano che l’esecutivo ha emanato un provvedimento che fissa i prezzi di oltre 1.400 prodotti fino a gennaio, al fine di non logorare ulteriormente il potere d'acquisto della popolazione.

La dinamica della valuta

Come anticipato nell'introduzione dell'articolo, le difficoltà in cui verte il paese si riflettono sull’andamento della valuta, e, in particolare, dallo spread creatosi tra il tasso di cambio ufficiale rispetto al dollaro e quello scambiato sul mercato nero (chiamato anche “Dólar Blue”).

In Argentina Il black market si è sviluppato dopo che la presidente Kirchner e la sua amministrazione hanno posto le prime restrizioni all'acquisto di dollari nel 2011. Dopo aver vinto le elezioni, una delle prime mosse di Mauricio Macri è stata quella di regolarizzare il flusso di valuta in modo da dare un freno al diffondersi delle transazioni sui circuiti non regolamentati.

Come evidenziato dal grafico, sebbene per diversi anni si sia riuscito a normalizzare la situazione valutaria, annullando il gap tra il valore del peso sul mercato nero e sui mercati regolamentati, la fuga dilagante di capitali e il crollo delle riserve di valuta estera, hanno condotto le autorità a ripristinare i controlli valutari nel settembre 2019.

Divergenza del peso argentino
Confronto mercato ufficiale e black market


Fonte: Elaborazioni Studiabo su dati Exportplanning e Bluelytics.

Da quel momento la divergenza tra il Dólar Blue e il tasso di cambio ufficiale è diventata sempre più evidente, soprattutto dopo che controlli valutari ancora più stringenti sono stati messi in atto nel dicembre 2019, con il passaggio di potere al governo peronista di Fernadez.
Attaulmente mentre sui circuiti ufficiali il cambio della valuta argentina si aggira sui 100 peso per dollaro, sul mercato nero il peso è in caduta libera e circa il 100% superiore rispetto al cambio ufficiale. Secondo gli analisti, il Governo sta cercando di mantenere artificiosamente stabile il tasso di cambio ufficiale in vista delle elezioni di medio termine che si terranno domenica 14 novembre. Inoltre, la volontà dell'esecutivo sembra essere quella di non dare ulteriori scossoni ad un’economia già sofferente, considerando che, anche sui mercati ufficiali, dall'inizio della crisi sanitaria la valuta ha registrato un deprezzamento del 67%.


1. Per un approfondimento del tema si segnalano: "Libano in ginocchio: quali prospettive per il Paese e la Lira?" (luglio 2021), "Lira libanese in caduta libera" (marzo 2021).
2. Si segnalano i nostri precedenti articoli sul tema: " Agosto 2020: il punto sui cambi" (agosto 2020), “Argentina nella morsa della crisi, segnali di miglioramento dalla Turchia” (ottobre 2019), “Caos Brexit e crisi argentina: i nuovi sviluppi” (settembre 2019) e “Il dollaro domina i mercati valutari, mentre affonda il peso argentino” (agosto 2019) .