Aumento dei prezzi nel 2021: alcune evidenze dai dati di commercio mondiale

I dati di commercio mondiale permettono di avere un prima proxy della variazione dei prezzi medi registrati lungo le principali filiere di manufatti

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È ormai ben noto che il 2021 può essere definito come “l’anno della ripresa”; ripresa che per timing ed intensità è risultata di gran lunga superiore alle attese.
Sulla base delle informazioni accessibili attraverso la banca dati Ulisse, si documenta infatti come a consuntivo 2021, gli scambi globali di beni hanno evidenziato una crescita – in dollari – del 28% rispetto al 2020 e del 18% rispetto al periodo pre-pandemia (Fig.1).

Fig.1 – Dinamica del commercio mondiale

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning, Datamart Ulisse.

Il risultato è stato, in parte, sostenuto anche dai forti rialzi nei prezzi che si sono registrati nel corso dell'anno e che hanno interessato in particolar modo le materie prime, riflettendo i rincari generalizzati e particolarmente intensi per le famiglie degli energetici, dei metalli (ferrosi e non ferrosi) e delle plastiche.
Se misurati a prezzi costanti, al netto delle modificazioni dei prezzi e delle fluttuazioni dei cambi, il commercio mondiale ha infatti registrato un aumento in quantità del 18% sul 2020, per una variazione dei prezzi medi delle esportazioni e delle importazioni mondiali di circa il 10% nel corso dell'anno.

In questo scenario, risulta quindi particolarmente informativa la scomposizione della variazione dei prezzi medi registrati lungo le principali filiere di manufatti, quale prima proxy, seppur aggregata e solo indicativa, dell’effetto pass-through dei rincari da monte a valle della filiera. La ricchezza dei dati di commercio estero ha infatti il vantaggio di fornire un primo benchmark di riferimento nella valutazione delle variazioni di prezzo per i principali settori, in un contesto altamente incerto come quello attuale.

A tal fine, il grafico che segue posiziona più di 200 settori, codificati dal Sistema Informativo ExportPlanning, in relazione alla variazione del valore medio unitario (VMU) registrata nel 2021 rispetto allo scorso anno (asse x) e rispetto ai livelli pre-crisi (asse y) per ciascun comparto.
Sulla base di tale rappresentazione è possibile individuare quattro aree distinte: in alto a destra si collocano quei settori che hanno sperimentato un ampio aumento del valore medio unitario nel corso dell’ultimo anno, a fronte di livelli di prezzo superiori a quelli pre-crisi, in basso a destra è invece possibile individuare i comparti che hanno sì evidenziato una crescita dei valori medi unitari, ma che si caratterizzano per un livello di prezzo relativamente in linea a quello 2019; al contrario, nell’area in alto a sinistra è possibile rintracciare i settori i cui aumenti più significativi si sono sperimentati nel corso del 2020, collocandosi ora su livelli di gran lunga maggiori a quelli pre-crisi, pur segnando una variazione relativamente modesta nel 2021.

Fig.2 – Variazione del valore medio unitario per settore

Fonte: ExportPlanning - Datamart Ulisse

In primo luogo, è possibile evidenziare come la gran parte dei settori di analisi registra un aumento del valore medio unitario rispetto al 2019, ma di intensità piuttosto variabile.
Come da attese, la quasi totalità delle Materie prime si posiziona nell'area in alto a destra, a testimonianza della significativa fase rialzista che sta interessando le diverse commodity.
Al contrario, i settori più a valle, quali Beni di consumo e Beni di Investimento, testimoniano variazioni decisamente più contenute nel corso del 2021.
Tra questi, è opportuno segnalare particolari categorie di beni, per le quali la domanda internazionale ha conosciuto un rapido aumento sin dalla seconda metà del 2020. Si tratta di settori spinti dalla preferenze di consumo del "new normal", come quello degli Elettrodomestici, delle Biciclette e dei Mobili, che chiudono il 2021 con un valore medio unitario largamente superiore al pre-crisi.

Maggiormente differenziata appare la situazione per i Beni Intermedi: a registrare gli aumenti più significativi sono soprattutto i segmenti delle costruzioni, degli intermedi chimici e delle batterie e accumulatori.