Regionalizzazione e diversificazione: il caso delle macchine tessili
Anticipare e comprendere come evolverà il nuovo paradigma dell'approvvigionarsi-produrre-distribuire diventa fondamentale per i produttori di meccanica strumentale
Pubblicato da Marzia Moccia. .
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Uno dei temi di maggiore rilevanza, oggi, per leggere, delineare e anticipare le future traiettorie delle politiche di investimento delle imprese attiene indubbiamente alla dibattito sul futuro della globalizzazione. Come anticipato in un precedente articolo (si veda Regionalizzazione degli scambi mondiali: i trend in atto), le inefficienze lungo le catene del valore e i conseguenti maggiori costi e ritardi nel commercio internazionali di alcuni beni, hanno portato alcuni governi, in primis l’amministrazione statunitense, a sostenere politiche di reshoring o più in generale di regionalizzazione, al fine di mettere in sicurezza la filiera, sulla base dei concetti di resilience, adaptability e flexibility.
Si parla di regionalizzazione del commercio proprio per rispondere all’esigenza di accorciare le filiere produttive, e renderle di conseguenza meno fragili rispetto agli shock esterni, ma anche per garantirsi un miglior approccio time to market, che consenta una maggiore flessibilità e un più accurato controllo della filiera.
Anticipare e comprendere come evolverà il nuovo paradigma per approvvigionarsi-produrre-distribuire diventa quindi fondamentale per i produttori di meccanica strumentale, le cui decisioni strategiche di internazionalizzazione non possono prescindere dal seguire i trend e le direttrici dei flussi mondiali degli investimenti e delle scelte in materia di localizzazione produttiva. Sebbene le informazioni sulle politiche di investimento effettuate dalle imprese nel mondo sono tra le più difficile da raccogliere, data l’eterogeneità dei beni coinvolti e le diverse motivazioni che possono determinarle, queste informazioni risultano oggi quanto mai cruciali per i produttori di meccanica strumentale, al fine di valutare in chiave strategica le opportunità offerte dai diversi mercati. In questo quadro, un caso studio particolarmente rilevante risulta essere quello delle macchine tessili.
Africa: un continente sempre più attrattivo per i produttori tessili
A partire dalla metà del secolo, l’interesse da parte dell’industria tessile mondiale verso il continente africano è cresciuto in modo significativo. L’aumento relativo del costo del lavoro in diversi mercati asiatici, gli incentivi statali e un facile accesso logistico ai mercati di Europa e America, garantito da accordi commerciali di libero accesso, ha infatti reso l’Africa una meta particolarmente appetibile per gli investitori internazionali, anche in virtù della maggiore vicinanza geografica.
Sebbene in termini assoluti, la produzione tessile di Nord Africa e Corno d'Africa ricopra un ruolo ancora residuale sul totale mondiale, in termini di dinamica essa ha sperimentato una crescita molto vicina a quella del continente asiatico (Fig.1)
Fig. 1 - Produzione di beni intermedi tessili: Asia vs Africa
Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.
Le importazioni di macchine tessili dell'area hanno infatti sperimentato un aumento significativo, evidenziando una crescita accelerata a partire dal 2005, interrotta solo dalle difficoltà del contesto pandemico e delle ampie penalizzazioni subìte dal Sistema Moda-Persona nel post-Covid (Fig.2).
Fig. 2 - Import di macchine tessili: Nord Africa e Corno d'Africa
Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.
Sebbene rappresentino un mercato ancora relativamente piccolo, detenendo poco meno del 3% della domanda mondiale del comparto, è indubbio che le economie delle regioni del Nord Africa e del Corno d'Africa si candidano a essere degli osservati speciali nell'ottica della riconfigurazione delle catene globali del valore.
Per i produttori tessili, infatti, i paesi dell'area potrebbero diventare la culla di localizzazioni produttive che possano garantire una maggiore sicurezza della filiera, o semplicemente aumentare la diversificazione del portafoglio fornitori delle imprese.
In entrambi i casi, il monitoraggio delle informazioni di commercio estero sarà un'attività particolarmente rilevante per leggere i cambiamenti in atto e le opportunità offerte dai diversi mercati ai produttori di macchinari industriali.