I semestre 2022: la congiuntura del commercio mondiale tra guerra e inflazione

Nei primi sei mesi dell'anno si intensifica il rallentamento del commercio mondiale in quantità

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La disponibilità delle pre-stime ExportPlanning relative al primo semestre 2022 -accessibili attraverso il datamart Congiuntura Mondiale- permette di documentare la situazione congiunturale del commercio mondiale beni, in un contesto internazionale fortemente segnato dall’incertezza del conflitto russo-ucraino, dalle significative pressioni inflazionistiche e dagli aumenti dei prezzi delle materie prime, nonché dalle persistenti inefficienze lungo le catene del valore internazionali, soprattutto a seguito degli effetti dei lockdown cinesi che hanno interessato i principali porti del Paese del Dragone.

Dopo aver dato prova di un recupero particolarmente spiccato nel corso del 2021, intervenuto soprattutto nella prima parte dell’anno, il commercio mondiale di beni ha ceduto il passo a un progressivo rallentamento.
Il grafico che segue riporta la serie mensile degli scambi mondiali di manufatti in quantità, mettendo a confronto i dati raccolti e sistematizzati da ExportPlanning con quelli del Central Planning Bureau, istituto che a sua volta raccoglie ed elabora le informazioni sugli scambi internazionali di beni.

Fig.1 - Commercio mondiale in quantità
(dati CPB vs dati ExportPlanning, media mobile a tre termini)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Entrambe le serie permettono di evidenziare come il commercio mondiale di beni, pur collocandosi ormai su livelli largamente superiori – a prezzi costanti- a quelli pre-pandemici, a partire dall'autunno del 2021 ha inaugurato una fase di relativa stabilizzazione, solo debolmente interrottasi nel mese di dicembre.
Tale dinamica si è tradotta in un rallentamento significativo del ritmo di espansione degli scambi internazionali di manufatti in quantità, come mostrato dalla serie mensile dei tassi di crescita tendenziali (Fig.2).

Fig.2 - Commercio mondiale in quantità
(dati CPB vs dati ExportPlanning, variazione tendenziale)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

La frenata del commercio mondiale è andata via via intensificandosi: dopo aver messo a segno una crescita del 9.5% in quantità nel primo trimestre del nuovo anno, nel periodo aprile-giugno il commercio mondiale ha segnato un più timido aumento dell'1.7% a prezzi costanti. Particolarmente significativa risulta la decelerazione visibile nel corso degli ultimi quattro mesi, specchio degli effetti negativi del conflitto e delle chiusure imposte dal governo cinese.
Complessivamente, nel primo semestre del nuovo anno il commercio mondiale ha registrato un aumento in quantità del 5.5% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno.

Sostengono le evidenze di significativo rallentamento del ritmo di crescita anche i segnali ricavabili dal Purchasing Managers Index manifatturiero globale, indicatore “real-time” della prestazione economica, che sintetizza le prospettive in merito ai livelli di attività industriale, sulla base delle dichiarazioni di acquisto delle imprese. L'indicatore mostra segnali di rallentamento per tutte le principali economie, con la Cina che ha evidenziato valori di poco inferiori alla soglia di espansione di 50 nei mesi delle misure di contenimento più stringenti.

Fig.3 - Purchasing Managers Index - Manifattura
(la linea in grigio segnala la soglia di espansione di 50)

Fonte: Pricepedia.

Particolarmente significativa risulta essere la componente New Export Orders del Global Manufacturing PMI, indicatore anticipatore della dinamica del commercio globale di manufatti: sin da inizio anno essa si sta collocando su livelli inferiori a 50, segnalando come i nuovi ordini dall'estero ricevuti dalle imprese di tutto il mondo siano entrati in una fase di decelerazione. In particolare, l'indicatore nei mesi di maggio e giugno ha segnato rispettivamente i valori di 47.9 e 49.5.

Fig.4 - Global PMI e New Export Orders
(la linea in grigio segnala la soglia di espansione di 50)

Fonte: Pricepedia, IHS Markit.

È inoltre importante segnalare come, se misurato in valore, il rallentamento del commercio mondiale di beni appare meno deciso (Fig.4); gli scambi commerciali segnano, infatti, un aumento del 25% in euro nel primo semestre del nuovo anno rispetto allo stesso periodo del 2021, a fronte di un aumento del 19% dei valori medi unitari.
Il risultato riflette, da un lato, i rincari dei prezzi registrati nel corso degli ultimi sei mesi e, dall'altro, la significativa svalutazione registrata dall'euro rispetto al dollaro, con la quasi parità tra le quotazioni euro/dollaro delle scorse settimane. La lettura del dato congiunturale in quantità permette infatti di depurare dagli effetti nominali, legati alle variazioni dei prezzi e all'evolversi dei rapporti di cambio.

Fig.4 - Commercio mondiale in valori
(tassi di variazione tendenziali in euro e dollari)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Nel quadro appena descritto, e dato il significativo rallentamento dell'attività economica, si stima perciò che nel 2022 il commercio mondiali di beni rallenterà il suo ritmo di espansione, segnando un più contenuto aumento del 4.1% in volume, secondo il più recente outlook del Fondo Monetario Internazionale. Sebbene tale previsione risulti al ribasso rispetto alla pubblicazione di Aprile, legata soprattutto alle chiusure cinesi e all'apprezzamento del dollaro, la dinamica del commercio mondiale continuerà a manternersi in territorio positivo.