Primi segnali dell'avvio di un percorso di transizione energetica a livello mondiale
In una fase di diminuzione degli scambi mondiali, auto elettrica e industria elettrotecnica risultano in controtendenza
Pubblicato da Luigi Bidoia. .
Rallentamento Congiuntura Mercati esteri Congiuntura Internazionale
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Dalla fine del 2022 l'industria manifatturiera mondiale ha accusato segnali negativi, sia dal lato dei volumi di produzione che degli scambi internazionali. In
questo articolo si mette in risalto come, dopo l'avvio di una fase di recessione dell'industria mondiale alla fine del 2022, questa sia proseguita nella prima parte del 2023 a ritmi molto modesti, senza mostrare una particolare accelerazione. Anzi, nel corso della primavera, grazie alle ripresa dei livelli di attività industriale in Cina, la flessione a livello mondiale sembra essersi parzialmente attenuata.
Dietro a questa situazione di lenta riduzione degli scambi mondiali si celano realtà molto diverse a livello di paese e di settore. È possibile leggere queste diverse situazioni considerando la variazione delle importazioni di beni per i diversi paesi del mondo e per le industrie considerate nel Sistema Informativo ExportPlanning.
Importazioni di merci per paese
La bubble map che segue riporta le principali economie del mondo, posizionandole sulla base dei tassi di variazione delle importazioni di merci a prezzi costanti registrate nel 2022 (asse delle X) e nel primo semestre 2023 (asse delle Y). Le importazioni sono misurate a prezzi costanti, per consentire una lettura delle dinamiche reali, al netto delle variazioni dei prezzi.
Nella mappa è tracciata la bisettrice, che consente di evidenziare i paesi (posizionati al di sopra della bisettrice) che hanno registrato nel primo semestre 2023 una accelerazione dei tassi di variazione delle importazioni di merci. Due soli paesi risultano posizionati in quest'area della mappa: Cina ed Austria. Tutti gli altri paesi sono posizionati al di sotto della bisettrice, segnalando una fase di rallentamento della crescita o di aumento delle diminuzioni.
Data la dimensione dell'economia cinese, tutte le possibilità di recupero del commercio mondiale di merci poggiano, quindi, sulla Cina. L'accelerazione delle importazioni cinesi, tuttavia, non è molto forte e non arriva al +3%.
Come prima indicato, tutti gli altri paesi registrano una fase di decelerazione delle importazioni, con significative differenza tra loro. È possibile identificare chiaramente quattro cluster di paesi:
- Nord America, caratterizzato da una fortissima frenata, soprattutto Canada e Stati Uniti, che passano in pochi mesi da una crescita poco inferiore al 10% ad una netta riduzione;
- Far East industrializzato (Giappone, Corea del Sud e Hong Kong), la cui bassa crescita del 2022 si sta tramutando in una significativa riduzione delle importazioni nel 2023;
- l'Europa, capitanata dalla Germania, che si posiziona tra il Far East industrializzato e il Nord America, con riduzioni significative delle importazioni, dopo un 2022 tutto sommato favorevole;
- le economie resilienti, capitanate dall'India, il cui rallentamento è significativo ma non tale da portare in territorio negativo le importazioni nel 2023.
Importazioni mondiali per industria
Altrettanto informativa risulta la bubble map delle importazioni mondiali per industria, qui riportata.
L'analisi di questa mappa consente di evidenziare elementi che caratterizzano l'attuale congiuntura del commercio mondiale:
- la filiera automotive, sia mezzi di trasporto (F3) che componentistica (D3), emerge come il fattore di maggiore sostegno dell'attuale fase congiunturale del commercio mondiale, dopo il biennio 2020-2021 di crisi. Naturalmente il motore di questa crescita è l'auto elettrica, il cui commercio mondiale a prezzi costanti sta aumentando a tassi dell'ordine del 40%;
- anche l'industria dei beni di investimento (Macchinari e Impianti) risulta resiliente all'attuale congiuntura, con tassi di variazione positivi e prossimi a quelli dello scorso anno. Non è facile, però, interpretare questa dinamica. Essa, infatti, può riflettere sia il mantenimento di una discreta propensione all'investimento, non scalfita dall'attuale congiuntura e dall'aumento dei tassi di interesse, ma anche un ritardo tra le decisioni di investimento e la consegna dei beni acquistati. In questo secondo caso, il permanere di una fase di crescita degli scambi mondiali di macchinari sarebbe l'effetto positivo, in via di esaurimento, degli investimenti decisi tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023;
- il sistema casa è il settore che registra la frenata più forte, già iniziata nel 2022. Esso sconta la normale fase di riduzione che i beni durevoli presentano dopo periodi di forte crescita;
- molto forte è la frenata del commercio mondiale del sistema moda, le cui importazioni passano dal +6.5% del 2022 al -7% del primo semestre 2023. Questa frenata è il risultato di un cambiamento mondiale nelle scelte dei consumatori, indotte dall'aumento dei prezzi di vendita e dalla riduzione delle disponibilità economiche, erose dall'inflazione e dall'aumento dei tassi;
- significativa è anche la frenata dell'industria elettronica, sia di beni finiti (F1) che di componenti (D1). Essa riflette politiche di acquisto degli utilizzatori più "normali", dopo che, nel corso del 2021 e nella prima parte del 2022, la carenza di prodotto aveva portato distributori e utilizzatori ad aumentare i livelli di scorte precauzionali;
- le politiche di acquisto prudenziali sono la principale determinante della frenata delle importazioni di beni intermedi in metallo (B4) e chimici (B5);
- La tenuta delle importazioni mondiali di beni elettrotecnici sembra suggerire, invece, l'avvio di un percorso di transizione energetica a livello mondiale.
Conclusione
I segnali che emergono dal commercio mondiale di merci indicano una forte divaricazione tra le due principali economie mondiali. Da un lato, anche se lentamente, si consolida la ripresa della Cina; dall'altro, è molto forte la frenata delle importazioni americane. La lettura settoriale fa emergere i primi segnali dell'avvio di un processo di transizione energetica, una maggior prudenza negli acquisti delle imprese di materie prime, semilavorati e componentistica, e il crollo delle voci di consumo comprimibili (casa e moda).
L'elevata dispersione delle dinamiche congiunturali, sia a livello di paese che di settore, suggerisce alle imprese esportatrici un'analisi accurata delle potenzialità espresse dai diversi mercati esteri, soprattutto in vista del budget del 2024. In fase di budget sarà, infatti, fondamentale orientare verso i mercati più promettenti le risorse per investimenti di marketing e commerciali.