Punto congiunturale sul commercio mondiale: tendenze nei primi nove mesi 2024

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La recente pubblicazione da parte del Fondo Monetario Internazionale del World Economic Outlook di Ottobre restituisce un quadro economico resiliente, ma con performance di crescite deludenti rispetto alle attese. Lo scenario della crescita economica rimane, inoltre, profondamente differenziato: se da una lato, infatti, si registra un miglioramento delle previsioni per gli Stati Uniti, decisamente più debole appare la situazione per altre economie avanzate, in particolare per i principali paesi europei. La disponibilità delle pre-stime ExportPlanning relative ai primi nove mesi del 2024 - accessibili attraverso il datamart Congiuntura Mondiale - ci permette di raccontare come anche la situazione congiunturale del commercio mondiale di beni sia lo specchio di questo contesto internazionale, dove lo spettro dell’incertezza rimane considerevole.

Come raccontato a più riprese, il 2023 è stato l’anno del rallentamento della domanda mondiale, intervenuto soprattutto nei primi nove mesi dello scorso anno, quando, per la prima volta dall’avvio del nuovo ciclo di espansione post-pandemico, è entrato in territorio negativo.
Tale fenomeno appare evidente nella Fig.1, che riporta la serie delle variazioni trimestrali mensili delle importazioni mondiali di manufatti a prezzi costanti, depurata cioè dalla dinamiche dei prezzi e del cambio, mettendo a confronto i dati raccolti e sistematizzati da ExportPlanning con quelli del Central Planning Bureau, istituto che a sua volta raccoglie ed elabora le informazioni sugli scambi internazionali di beni.

Fig.1 - Domanda mondiale in quantità
(dati CPB vs dati ExportPlanning, variazione tendenziale)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Entrambe le fonti permettono di documentare come il ritmo repressivo della domanda di manufatti si è gradualmente esaurito nel corso dei mesi più recenti, fino a invertire la tendenza a partire dal primo trimestre 2024. Tale recupero delle quantità di manufatti scambiati ha caratterizzato tutti i mesi dell’anno in corso, con intensità moderata.
Complessivamente, le pre-stime ExportPlanning testimoniano un recupero tendenziale della domanda mondiale del 2% nei primi nove mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, da cui, ceteris paribus, il commercio mondiale chiuderebbe il 2024 con una crescita del 2.4% rispetto al 2023.

L’aspetto caratterizzante di tutte le più recenti congiunture attiene, tuttavia, alla biforcazione che ancora si registra tra gli andamenti del commercio mondiale in termini nominali e a prezzi costanti.
Come evidenziato anche dal World Economic Outlook, l’economia globale sta attraversando una fase di significativo processo disinflazionistico, portando l’inflazione sempre più in linea agli obiettivi delle principali banche centrali. Se infatti riproduciamo la stessa serie delle variazioni trimestrali mensili in dollari appare evidente come il recupero in quantità della domanda mondiale appare di intensità decisamente più ridotta in termini nominali, specchio della fase di ripiegamento dei prezzi.

Fig.2 - Domanda mondiale in dollari
(dati CPB vs dati ExportPlanning, variazione tendenziale)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

In termini nominali, le pre-stime ExportPlanning evidenziano un recupero tendenziale dello 0.2% nei primi nove mesi, con una chiusura d’anno che si prospetta essere dell’ordine del 1%. Dato che appare ancora meno premiante nei valori in euro, per via dell’evoluzione recente dei rapporti di cambio, con un risultato 2024 del 0.5%.

Fig.3 - Domanda mondiale: dollari vs euro
(dati CPB vs dati ExportPlanning, variazione tendenziale)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Il 2024 ha quindi sicuramente fatto segnare un’inversione di tendenza rispetto al rallentamento del 2023, tuttavia è anche vero che l’intensità e la durata di tale recupero sembrano disattendere le aspettative, soprattutto per via delle dinamiche più recenti.
A sostegno di tale evidenze, vi sono i segnali ricavabili dal Purchasing Managers Index manifatturiero globale, indicatore “real-time” della prestazione economica, che sintetizza le prospettive future in merito ai livelli di attività industriale, sulla base delle dichiarazioni di acquisto delle imprese (Fig.4): valori al di sopra della soglia di 50 indicano aspettative di espansione, e, al contrario, valori inferiori segnalano un peggioramento delle aspettative.

Fig.4 - Global manufacturing PMI e New Export Orders
(la linea in grigio segnala la soglia di neutralità di 50)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning su dati J.P.Morgan Global Manufacturing PMI™.

Risulta chiaro come le aspettative espansive e di miglioramento da parte degli operatori economici abbiano caratterizzato soprattutto i primi sei mesi del 2024, registrando una progressiva battuta d’arresto a partire dal mese di luglio. Questo è vero sia per le aspettative in merito all’output complessivo, sia per la componente New Export Orders del Global Manufacturing PMI, indicatore anticipatore proprio della dinamica di commercio globale di manufatti.

Gli indicatori suggeriscono, quindi, una chiusura d’anno più complessa di quanto inizialmente ipotizzato, con il persistere di un clima di incertezza in uno scenario ancora fragile e incerto, seppur resiliente. Come anticipato, l'ultimo World Economic Outlook riporta uno scenario di crescita globale stabile ma deludente, con il bilancio dei rischi sbilanciato al ribasso. A gravare sull’outlook economico sono soprattutto i rischi legati a un'escalation dei conflitti regionali, in particolare in Medio Oriente, che potrebbe comportare seria instabilità nei mercati delle materie prime; un sempre più aggressivo ricorso a politiche industriali e commerciali di carattere protezionistico e una politica monetaria che potrebbe rimanere restrittiva troppo a lungo, causando un peggioramento delle condizioni finanziarie globali.
La natura dello scenario restituisce, inoltre, un quadro internazionale frammentato e differenziato in termini geografici e settoriali che rende imperativo un monitoraggio costante delle informazioni.