B-Ready: il nuovo indicatore del contesto di business della Banca Mondiale
Pubblicato da Simone Zambelli. .
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A settembre 2021 - a seguito di approfondite indagini che avevano già portato alla sospensione del Rapporto Doing Business 2021 - la Banca Mondiale ha deciso di interrompere la pubblicazione dell’indagine Doing Business, essendo emersi dall’indagine esterna "profondi problemi etici derivanti dalla condotta di alcuni ex funzionari".
Tale decisione ha avuto grande rilievo internazionale, dato le implicazioni pratiche sulla valutazione del business environment nei Paesi considerati e per l’impatto che l’indice Doing Business, fino a quel momento, aveva avuto sulla ricerca, sull’analisi e sul pensiero accademico.
Uno dei maggiori elementi di debolezza emersi dalle indagini indipendenti della Banca Mondiale sembra essere innanzitutto la possibilità di utilizzare i dati e la metodologia in maniera distorsiva al fine di cambiare la posizione di un Paese all’interno del ranking mondiale. A tale aspetto si sommava, inoltre, una metodologia poco volta a misurare l'impatto riformista di un paese in termini di diritto del lavoro e sostenibilità ambientale, temi sempre più rilevanti nello sviluppo delle economie del futuro.
Tre anni dopo la chiusura del rapporto Doing Business, la Banca Mondiale sta ora lanciando una nuova iniziativa, chiamata Business Ready (B-READY). Questo nuovo rapporto mira a valutare il clima imprenditoriale e degli investimenti in 180 paesi, con l'obiettivo di promuovere riforme economiche e incentivare gli investimenti privati, introducendo alcuni aggiustamenti metodologici degli indicatori più rilevanti. In diverse occasioni è stato anticipato dall'organizzazione che i punti fermi del nuovo report sono: l'assoluta trasparenza della metodologia, un maggiore affidamento sui dati provenienti da survey e un minor focus sul ranking dei Paesi, al fine di ridurre l’incentivo di governi e funzionari al ‘game the system’, ossia promuovere riforme ad hoc che abbiano lo scopo principale di scalare la classifica.
Il nuovo rapporto B-READY
Come anticipato, il B-READY adotta un approccio più comprensivo, come illustrato nella Figura 1.1. Il nuovo schema parte da una valutazione della business readiness di ciascun paese, basata su analisi quantitative, prospettive microeconomiche e comparabilità tra economie diverse. Il secondo pilastro attiene alla valutazione dell'ambiente per le imprese, in cui il ruolo del governo è cruciale per garantire regolamentazioni adeguate, servizi pubblici efficienti e un'implementazione efficace. L'obiettivo finale è quello di fornire una valutazione sintetica dello sviluppo del settore privato in senso ampio, che includa imprese, lavoratori, consumatori e l’intero ecosistema economico.
Il rapporto B-READY si distingue dal suo predecessore per una visione quindi più completa, coprendo dieci argomenti che seguono il ciclo di vita di un’impresa, analizzando aspetti fondamentali quali l’accessibilità a nuovi player internazionali, la tutela dei diritti dei lavoratori, il regime di fiscalità e l'efficienza della risoluzione delle controversie. Questa struttura si fonda su tre pilastri principali (Figura 2):
- Pillar I: Regulatory Framework - Si concentra sulle regole e normative che le imprese devono seguire per aprire, operare e chiudere un’attività;
- Pillar II: Public Services - Mira a migliorare i servizi pubblici e le infrastrutture necessarie per supportare le attività economiche;
- Pillar III: Operational Efficiency - Si occupa di semplificare la conformità normativa e promuovere un utilizzo efficace dei servizi pubblici.
Un aspetto particolarmente importante del nuovo rapporto attiene proprio alla considerazione dei diritti fondamentali dei lavoratori e all'ampliamento della raccolta di dati oltre i confini delle aziende private, segnando un passo avanti rispetto alle metodologie precedenti.
Sebbene alcune critiche restino valide, il rinnovato framework metodolgico si presta meglio del precedente ad evolversi in uno strumento capace di bilanciare interessi pubblici e privati.
Anche le consultazioni pubbliche del nuovo strumento, appena avviate, rappresentano un’ulteriore opportunità per la Banca Mondiale di abbracciare eventuali sollecitazioni ulteriori, al fine di garantire un rapporto innovativo e più inclusivo.
Le sfide del mondo moderno richiedono infatti strumenti che promuovano riforme economiche senza sacrificare i diritti fondamentali e la sostenibilità; laddove B-READY riuscirà a integrare queste priorità, potrebbe diventare un riferimento positivo per un nuovo paradigma di sviluppo globale.
Secondo alcuni analisti, anche la reintroduzione delle classifiche nazionali, se gestita con trasparenza e attenzione agli equilibri sociali, potrebbe incentivare i governi a competere in modo costruttivo, puntando su innovazione e sostenibilità. Paesi come l’India, ad esempio, potrebbero utilizzare le indicazioni del rapporto per combinare crescita economica e rispetto dei diritti sociali e ambientali.
In conclusione, il nuovo rapporto B-READY rappresenta un’occasione significativa per correggere le criticità del passato e costruire un futuro in cui le riforme economiche possano convivere con la sostenibilità e l’equità. Il nuovo approccio delinea una struttura promettente, che potrebbe diventare un punto di riferimento per uno sviluppo equilibrato e inclusivo a livello globale, in un momento in cui la ricerca di nuove geografie di investimento appare quanto mai urgente, date le crescenti frammentazioni geopolitiche.