La guerra dei dazi di Trump: le opportunità dell'alimentare italiano in Canada

Bevande alcoliche, latte, yogurt e formaggi tra i settori italiani con maggiore potenziale in Canada

.

Guerra commerciale Agroalimentare Agroalimentare

La strategia commerciale dell’amministrazione Trump sembra prediligere sempre più spesso la via dell’incertezza e delle minacce con restrizioni commerciali, sebbene sia sempre più difficile comprendere le reali intenzioni che si celano dietro le minacce tariffarie del tycoon.

La minaccia della scure tariffaria di Trump si è abbattuta in primo luogo sugli “storici” alleati americani: Canada e Messico. La misura, annunciata all’indomani del suo arrivo alla Casa Bianca, e rinviata di un mese dopo che entrambi i paesi si sono impegnati a fare di più contro il traffico di fentanyl e l’ingresso di migranti irregolari attraverso il confine statunitense, ipotizza l’introduzione di nuove tariffe su tutti i beni non energetici (con un’aliquota pari al 25%) e su tutti quelli energetici dal Canada (con un’aliquota del 10%). Essa si aggiunge alle tariffe del 25% su tutte le importazioni USA di alluminio e acciaio.

Se queste misure saranno confermate, potrebbero avere un impatto significativo sull’economia nordamericana, vista la forte interdipendenza commerciale tra questi paesi. A fronte di queste incertezze, le relazioni commerciali tra USA e Canada potrebbe inasprirsi e il Canada potrebbe valutare di diversificare le proprie importazioni, coinvolgendo maggiormente altri partner, come ad esempio i Paesi europei. Affinché questo possa avvenire è tuttavia necessario che vi sia una compatibilità tra l'offerta sul mercato USA e quella di altri partner potenziali.
A tal fine, si consideri ad esempio il settore alimentare, per il quale Italia e Francia vantano già una presenza consolidata sul mercato canadese, presentandosi perciò come potenziali fornitori alternativi, nel caso venissero introdotte le restrizioni commerciali da parte degli Stati Uniti e il Canada decidesse di imporre tariffe di ritorsione verso gli USA.

L’attuale posizionamento dell’Italia nel mercato alimentare canadese

Analizzando le importazioni alimentari canadesi per Paese esportatore, si nota che, dopo USA e Messico, i prodotti agroalimentari italiani hanno una certa rilevanza nel mercato canadese e precedono le esportazioni francesi (si veda grafico che segue).

 

Con oltre 25 miliardi di dollari di esportazioni nel 2024, gli Stati Uniti rappresentano più della metà delle importazioni canadesi di beni alimentari, sia confezionati che non. L'Italia, invece, con 1.5 miliardi di esportazioni, si colloca in terza posizione dopo Stati Uniti e Messico. Le importazioni italiane, negli ultimi anni, sono state sicuramente sostenute anche grazie al CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), attualmente in vigore in via provvisoria, che ha ridotto le barriere tariffarie su numerosi prodotti agroalimentari italiani. In un contesto di potenziali restrizioni commerciali tra USA e Canada, questo accordo potrebbe rafforzare ulteriormente la posizione dell’Italia nel settore alimentare: infatti, se Ottawa dovesse diversificare le sue fonti di approvvigionamento per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti, il Made in Italy potrebbe beneficiarne, rafforzando la propria quota di mercato e consolidandosi come partner commerciale affidabile.

I comparti alimentari di opportunità per l’Italia in Canada

Analizzando le quote di mercato di Italia e Stati Uniti nei diversi comparti dell’industria alimentare canadese per il 2024, emergono alcuni settori nei quali l’Italia potrebbe rafforzare la propria presenza, in caso dell'imposizione da parte del Canada di dazi sull'import di prodotti alimentari dagli Stati Uniti.
Il grafico che segue riporta la quota di mercato detenuta dall’Italia sul mercato canadese (asse x) e quella detenuta dagli USA (asse y).

Mentre per il settore B1 (beni alimentari intermedi e finali non confezionati) la quota italiana di export in Canada è relativamente bassa, nel comparto E0 (alimentari confezionati e bevande) emergono opportunità interessanti. In particolare, i segmenti che presentano un’elevata quota di export italiano paragonabile a quella statunitense, includono:

  • Bevande alcoliche (E0.42)
  • Latte, yogurt e formaggi (E0.14)
  • Olio e altri condimenti (E0.12)
  • Riso e pasta (E0.15), anche se con una quota leggermente inferiore.

In particolare, confrontando le serie storiche delle esportazioni di bevande alcoliche italiane e statunitensi verso il Canada, si nota un aumento costante dell’export italiano dal 2017, anno di entrata in vigore del CETA. Negli ultimi due anni, l’incremento è stato ancora più marcato, suggerendo un consolidamento della posizione dei prodotti vinicoli italiani, grazie al riconoscimento della loro qualità e valore.

Serie storica delle importazioni di Italia e USA verso il Canada 1996-2024

 

Conclusioni

In un contesto di crescente instabilità degli equilibri commerciali globali, alimentato dalla guerra dei dazi di Trump, il settore alimentare italiano potrebbe trovare delle opportunità di crescita in un mercato strategico come quello canadese, approfittando delle tensioni tra Ottawa e Washington e della consolidata reputazione internazionale dei prodotti Made In Italy.
Dunque, a fronte delle politiche protezioniste americane, le aziende italiane potrebbero trovare in questi cambiamenti un potenziale vantaggio, valutando con attenzione le possibili alternative al mercato statunitense per le proprie esportazioni.