Pubblicato da Annalisa Vignoli. 29 Marzo 2013.

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Secondo i dati di fonte Ulisse, nel 2012 il commercio mondiale di piastrelle in ceramica ha superato i 12 miliardi di euro. Se si considera come punto di riferimento il 2007, quando il valore degli scambi superava i 10 miliardi di euro, nell'ultimo quinquennio la domanda mondiale è aumentata ad un tasso medio composto (CAGR) di circa il 3%. E' evidente come, a fronte di un mercato italiano in forte crisi, l'evoluzione del mercato internazionale sia risultata l'unico fattore di crescita per le imprese italiane di piastrelle in ceramica. La crescita del commercio internazionale è solidamente affidata alla Russia , le cui importazioni dal 2007 al 2012 hanno registrato una crescita media annua pari al 13,7%, e ai mercati del Medio Oriente,  in particolare ad Arabia Saudita che nel quinquennio ha registrato una crescita dell’import pari al 9%. Tra le economie europee, nel 2007-2012 gli unici paesi che registrano un segno positivo sono Austria (+4,5%),  Germania (+1,4%) e Svizzera (+1,6%), mentre segna il passo la Francia (-0,3%). Tra le economie extra-europee sono da segnalare l'Afghanistan, il Canada e Israele che in questi cinque anni hanno assunto rilevanza come mercati internazionali, con una incidenza delle loro importazioni sul valore degli scambi complessivi  risultata, nel 2012,  rispettivamente pari al 4,7%, 2% e 1,7%. Fig.1 -  Quote di importazioni mondiali di  piastrelle in ceramica nel 2007 e crescita delle importazioni nel 2007-2012 Sul piano della competitività la Cina , con una crescita media annua del 15,8% nell'ultimo quinquennio, ha superato l’Italia imponendosi come primo paese esportatore. Nell'arco di soli 5 anni, la quota sull’export complessivo del gigante asiatico è quasi raddoppiata, passando dal 15,9%  al 28,3% . L’Italia , con una diminuzione media annua dell’export del 3,3% e una quota sulle vendite internazionali scesa dal 33,7% al 24,5%, ha perso la leadership e si colloca ora al secondo posto tra i principali esportatori mondiali. Rispetto alle italiane, le imprese spagnole del comparto ceramico evidenziano una maggiore tenuta sui mercati esteri (-0,8% la crescita media annua),  contenendo l'erosione delle loro quote di mercato mondiale dal 20,5% al 16,7%. Un ulteriore elemento che sta caratterizzando il commercio mondiale di piastrelle in ceramica  riguarda le significative differenze nei livelli e nelle dinamiche dei valori medi unitari, che possono essere considerati una proxy della qualità dell'offerta dei vari competitori. Nel 2012, le imprese italiane hanno esportato con un valore medio unitario pari a 0,68 euro al chilo (0,61 nel 2007), tre volte più grande  rispetto a quello dei competitor cinesi (0,23 euro al chilo nel 2012; 0,21 nel 2007) e quasi doppio rispetto alle imprese spagnole (0,4 euro al chilo nei due anni considerati). E' evidente che le imprese italiane stanno cercando nella maggior qualità una risposta alla competizione di prezzo portata dai competitori che possono beneficiare di minori costi di produzione. Oltre a questi player, le vendite internazionali di piastrelle in ceramica risultano decisamente frammentate. Spicca tuttavia la crescita di alcuni competitor che, pur partendo da quote molto basse rispetto all’export mondiale, stanno registrando performance di vendita rilevanti. È questo il caso della Turchia , il quarto paese esportatore mondiale, che tra il  2007 e il 2012 ha registrato un tasso di crescita medio annuo delle vendite all'estero in euro pari al 6%, significativamente superiore rispetto ai risultati di Italia e Spagna. Tra i follower europei spiccano inoltre Ucraina e Bielorussia dal cui territorio provengono esportazioni che sono cresciute a tassi molto sostenuti. Sul versante asiatico, India (+26,8%) e Malesia (+20,4%) si caratterizzano per essere le economie di quest’area con la maggiore rapidità di ingresso nel commercio mondiale di piastrelle in ceramica. Fig.2 -  Quote di esportazioni mondiali di piastrelle in ceramica nel 2007 e crescita delle esportazioni nel 2007-2012 La minaccia alla posizione internazionale delle imprese italiane portata da questi nuovi competitori riguarda non solo i volumi ma anche l'upgrading qualitativo. Degne di particolare attenzione sembrano dover essere la vicina Turchia e l'Ucraina che hanno venduto nel 2012 nei mercati esteri piastrelle in ceramica rispettivamente a  0,34 e 0,3 euro al chilo, con un forte aumento rispetto ai prezzi praticati nel 2007 (rispettivamente  0,26 e 0,2 euro al chilo). Da questa breve analisi emerge un quadro in cui le imprese italiane stanno privilegiando con successo politiche di upgrading qualitativo. Questo tuttavia si scontra con una crescente difficoltà a cogliere le tante opportunità in termini di nuova domanda che l'evoluzione del  commercio internazionale sembra offrire.  In questo contesto diventa sempre più minacciosa la sfida portata da nuovi produttori  che stanno non solo crescendo in termini di volumi ma anche sul piano del posizionamento qualitativo.  
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